Capitolo 108- Danza

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Il mio sguardo cade per l'ultima volta sul cadavere di Logan, poi faccio ruotare la falce e mi preparo ad attaccare il maggiore dei fratelli Grimm, al quale, sfiorandosi il volto con i polpastrelli, compare quella che sembra la parte di un volto d...

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Il mio sguardo cade per l'ultima volta sul cadavere di Logan, poi faccio ruotare la falce e mi preparo ad attaccare il maggiore dei fratelli Grimm, al quale, sfiorandosi il volto con i polpastrelli, compare quella che sembra la parte di un volto da volpe, incentrata sugli occhi e sulle orecchie.

Ma non è l'unica cosa che fa la sua apparizione: dietro di lui compare quella che sembra la metà tagliata di una coda e le sue braccia non sono piú in stato umano, ma sono zampe da cui appaiono unghie così lunghe ed affilate che fanno invidia a delle lame vere e proprie e mi fanno pensare, per qualche secondo, a quelle dei bradipi.

E so che no. Non dovrei pensare ai bradipi.

È una cosa stupida e potrebbe distrarmi.

Ma a vederle, ad osservare quelle punte a dir poco spaventose, che sanno di pericolo per quasi ogni verso in cui le guardi, é l'unica cosa che mi esce fuori e che non sappia di gola o di stomaco perforato, quindi... Beh.

Il maggiore dei Grimm, per tale motivo , diventa automaticamente il bradipo nella mia lista di soprannomi, questo pochi istanti prima che mi getti contro di lui per attaccarlo.

Lui schiva la falce, ma la sciabola insorge subito, costringendolo a fermarlo con gli artigli e balzare in aria all'indietro per allontanarsi il piú possibile quando la falce ritorna.

Prende quell'accenno di distanza, ma stavolta sono io a non dargli tregua, a non permettergli di respirare.

Sferro un altro assalto, ruotando leggermente tra uno scandire di un arma e l'altra.

Lui semplicemente si difende, sembra non avere il controllo della situazione... E proprio per questo non so se chiedermi se sia tutto un inganno o se sia per un altro motivo, se manchi qualcosa.

Perché per essere un boss, per essere  il gioco, in questo momento tutto è troppo semplice.

E proprio perché è semplice, devo evitare che la situazione si complichi.

"Devo metterlo al tappeto. Prima di qualsiasi altra cosa. Una volta fatto, mi rimarrà l'ultimo avversario da mettere al tappeto. Poi... Poi potrò uscire." il pensiero mi mette sicurezza e tensione allo stesso tempo.

Procedo tra un attacco ed un altro, muovendomi come se stessi danzando, lasciando che i miei sensi si fondano con le due armi, come se queste fossero parti del mio stesso corpo.

Le unghie e le lame, ad ogni scontro, sprizzano scintille ed emettono suoni che in generale sarebbero fastidiosi all'udito, ma che semplicemente vengono percepiti dalle mie orecchie come piccoli, inutili suoni di sfondo, come soffocati e diminuiti, lontani mille anni luce da me.

Per quanto io sia indebolito dalla perdita di sangue, l'adrenalina che ha preso a percorrere ogni parte del mio DNA non me la fa neppure sentire, anzi .

È come se fossi circondato da uno scudo momentaneo, il quale mi copre dall'esterno.

Uno scudo che mi aiuta a procedere nella lotta, che mi spinge ad accelerare nella corsa, neppure le mie gambe fossero capaci di volare in aria, nell'istante in cui il mio cervello afferra una parziale percentuale scoperta del mio nemico, abbastanza per costringerlo a difendersi.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now