Capitolo 32- Non sono geloso del mio piano

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'Avevo un amico, da piccolo

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'Avevo un amico, da piccolo. Suonava il violino, arpa e anche il pianoforte. Lui mi ha fatto appassionare'

"Questi strumenti c'erano." Pensai di colpo, visualizzando l'immagine nella mia testa, quasi la avessi scattata o mi fosse rimasta davvero molto impressa " C'erano tutti e tre nella stanza. Sia il piano, sia l'arpa, sia il violino"

'Era salito sulla nave dei suoi genitori, lo vidi insistere per non andarci, ma nessuno lo ascoltò, non i genitori, non i marinai che lo tenevano stretto impedendogli la fuga... ma appena lo fece, appena salí a bordo, questa venne distrutta, poco lontana dal porto da dei pirati'

"Può essere possibile... Che Philip sia l'amico di infanzia di Nicholas? O sto solo cercando collegamenti inutili? Beh, se devo proprio dirlo, in parte mi pare probabile... Ma i pirati hanno distrutto la nave, perché Philip dovrebbe esserne a capo? Non capisco"

Con questa domanda, mi portai alle labbra il cibo che avevo preso dalla tavolata, tenendo sott'occhio il biondo, il quale parve notare questo suo essere osservato, alzando appena il capo ed incrociando il suo sguardo nel mio.

Trattenni diversi sussulti, cercando di non far notare il disagio dell'essere stata beccata così platealmente, sentendo tutto il calore espandersi lungo le mie guance e il sudore crollarmi lungo il collo.

Mi spostai dunque, girando le spalle e mettendomi affianco alla coppia che avevo visto ballare.

La donna mi osservò brevemente prima di iniziare a sorridere, l'uomo la seguí a ruota.

-Ti stai trovando bene, ragazza?- chiese ella con tono morbido, portandosi poi la propria bevanda alle labbra con una certa eleganza.

Aveva dei bellissimi capelli neri, occhi di un castano chiaro, accompagnati da un piccolo neo, le labbra ricoperte da un rossetto rosso violaceo.

Indossava un abito dello stesso colore che tingeva la sua bocca, non particolarmente scollato né attillato, ma che stava divinamente sul suo fisico, seguito da una serie di collane oro piene zeppe di anelli.

Annuii di istinto, osservandola per qualche istante per poi tornare con lo sguardo su Philip.

-Beh, allora cos'è quell'espressione turbata? Suvvia, dovresti sorridere- disse con un che di affettuoso, appoggiando la testa al palmo della mano, come per sorreggerla.

-Uhm... Più che altro... Ho troppe domande in testa- mi passai le mani tra i capelli, cacciandomeli all'indietro con una certa rapidità, ignorando la sensazione di essere osservata da Philip.

-Che tipo di domande?- mi chiese l'uomo, guardandomi con scrupolosa attenzione con l'unico occhio che gli era disponibile.

-Sono su... Sul comandante.- balbettai la parola per non seppi quale motivo, forse proprio per il suo guardarmi che riuscivo a percepire senza neppure aver bisogno di alzare la testa - Qualcuno di voi sa della sua infanzia?-

I due amanti si guardarono brevemente con le sopracciglia inarcate e i volti parecchio dubbiosi.

-A quel che ne so, l'infanzia del capitano è sconosciuta a tutti. Lui non ne parla, non ne ama parlare proprio, molti hanno cercato di fargli sputare fuori anche solo un informazione, ma non ne ha mai fornite. L'unica persona che ne sapeva qualcosa era il comandante prima che lo diventasse lui. - asserí l'uomo, grattandosi il mento.

-Che tipo era?-

-Una persona un po' burbera... Ma non cattiva. Lo trattava come se fosse suo figlio e a tratti sembrava lo fosse davvero-

-Voi quando siete entrati in questa ciurma?-

-Mmh... Non troppo dopo il suo arrivo. Lo conosciamo abbastanza da definirci alcuni dei primi della sua ciurma. Quando il vecchio è morto, ci sono stati molti dei pirati che si sono rifiutati di star ancora sulla Red Moon con Philip come capitano. Per farsi accettare, li batté tutti in molteplici tipi di prove, meritandosi il rispetto che tutt'ora noi proviamo per il capitano- l'uomo andò ad osservare in direzione del biondo con estrema ammirazione -Scherma, nuoto, forza, corsa, indovinelli... Perfino una gara di barzellette fu fatta, ma lui le vinse tutte, dalla prima all'ultima-

Mi ritrovai a non sapere esattamente cosa dire o fare, forse troppo sorpresa per riuscirvi, ancora più incuriosita.

-Se vuoi dunque conoscerlo di più... potresti chiederlo direttamente tu a lui- fece maliziosa la donna, con un espressione parecchio divertita -Immagino che a lui potrebbe piacere già di piú parlare di sé a colei che ha attualmente attirato la sua attenzione, soprattutto se c'è un certo clima.-

-Un certo clima?-

Lei sogghignò -Non credere che sia l'unico a saper suonare un pianoforte. Per quanto lui sia a livelli estremamente avanzati, io non sono poi così malaccio- la donna si tirò le dita qualche volta, facendole risuonare con un che di abbastanza inquietante a detta mia, quasi le si rompessero le ossa.

-Comunque non ci siamo ancora presentati!- aggiunse poi, appoggiando il palmo al petto -Io sono Taylor, lui è Jacop... So che vuoi continuare a mantenere il segreto del tuo, di nome, per il momento, quindi per evitare che a qualcuno scappi in un discorso è che giunga all'orecchio del capitano, non dircelo- Taylor mi fece l'occhiolino, cosa che, con la sua espressione, mi fece abbastanza ridere.

La vidi alzarsi ed inarcare leggermente la testa, andando dritto dritto da Philip e toccando ripetutamente per ben dodici volte il pianoforte.

Notai Philip che assumeva un espressione abbastanza divertita.

-C'era bisogno di infastidire il mio pianoforte in questa maniera? Dea non ama queste attenzioni, credo che tu lo sappia-

-Beh, in realtà nessuno dei tuoi pianoforte ama essere infastidito, o sbaglio? Ancora meno il tuo piano preferito. Quello se lo sfioro anche solo con un dito mi abbai dietro, Comandante-

Philip cambiò istantaneamente espressione modificandola diverse volte prima di raggiungere quella finale, come se tanti pensieri si fossero aggrappati alla sua testa uno dopo l'altro -Beh, mi sembra ovvio.- il suo tono era improvvisamente irritato, seppur soltanto nelle sfumature - Quel piano é solo mio-

-Lo so, lo so gelosone- Taylor rise -Allora, mi lasci suonare Dea o no? -

-Non... Non sono geloso del... Del mio piano. - sottolineò il mio senza neppure accorgersene, probabilmente - Comunque sì, fai pure- si alzò in piedi, scostando leggermente il colletto della propria giacca azzurra e tornando ad assumere un espressione mezza sorridente -Mi raccomando, vai con un ritmo regolare e non fare la tua solita impennata-

-Certamente, capitano. Lei vada invece dalla sua ospite- Taylor sorrise a Philip, il quale ricambiò con un -Ci puoi contare-

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now