Capitolo 106- Il tipo di persona che tutti vorrebbero

87 16 16
                                    

-Beh, a questo punto, meglio evitare di farlo aspettare, dico io- commenta di colpo, stringendosi nelle spalle

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

-Beh, a questo punto, meglio evitare di farlo aspettare, dico io- commenta di colpo, stringendosi nelle spalle.

Maximilian mi solleva, quasi fossi un sacco di patate, tenendomi come tale, tanto che ho la faccia ad un millimetro dal terreno.

Se potessi muovermi, in questo momento, farei di tutto per colpirlo e scappare, per non sembrare cosí imbambolata, ma proprio non vi è modo e... Se devo dirlo, è frustrante.

Frustrante come il fatto che non capisco.

Sono letteralmente sconvolta e non trovo il senso di tutto ciò, proprio non lo trovo e questo mi opprime.

-Perché?- domando, in un filo di voce, ancora prima che io me ne accorga, sentendo gli occhi di Max posarsi su di me con gelidità.

'Perché lui é così? Lo é sempre stato? O lo è solo ora perché lo hanno fatto diventare tale? Perché mi vuole morta?' queste sono le domande che vengono riassunte in quell'unica richiesta, in parte disperata.

Lui rimane zitto, poi ghigna di nuovo - Oh, non credo che tu voglia davvero saperlo - comincia a camminare, avanzando tramite grossi salti, salti totalmente disumani che procedono a ritmo anormale - Il tuo piccolo, povero, innocente cuoricino probabilmente non reggerebbe all'idea. Ma diciamo che sono abbastanza sadico, perciò ti risponderò lo stesso.-

Una pausa.

I secondi sembrano scorrere troppo lentamente per i miei gusti, mentre l'attesa di sapere mi mangia letteralmente il cervello, pezzo dopo pezzo.

-Vedi, io sono un bravissimo ragazzo. Sono il tipo di persona che tutte vorrebbero. Dolce, amorevole, con sempre la capacità di trovare le parole al posto ed al momento giusto, bello ed intelligente, sono bravo a cucinare e sono uno che sorride praticamente sempre... Sono perfetto, no? - sorride, andando ad accarezzarmi i capelli, solo che invece di farmi sentire calore, la risposta che automaticamente nasce in me é una strana nausea, siccome la sua espressione é tutto l'opposto della delicatezza nella gestura.

-No? - insiste, tirandomi i capelli di colpo, strattonandoli a tal punto da farmi gemere di dolore, seppur cercando di trattenere il verso, mordendomi il labbro inferiore con forza.

-Rispondimi, Nat- continua - È cosí, no? -

Voglio poter negare, ma, per qualche strano motivo, so che farlo non porterà a nulla di buono... E per certi versi sarebbe una menzogna dire di no.

Fino a neppure un ora prima, lo pensavo, praticamente.

Mi costringo dunque a balbettare una conferma, sentendo un nodo alla gola e vedendo il sorriso sfacciato di Maximilian.

-Beh. Sarò anche perfetto, cosí , ma... oops!- finge un espressione scioccata e subito la muta in una raddolcita, tutta di colpo, mentre il rossore si espande sulle sue guance e i suoi occhi oro sembrano brillare - Sai quanto é...- prende fiato, cambiando espressione di nuovo e mutandola in una sofferente, delusa, che potrei paragonare a quella che avevo visto quando era stato in casa mia - Sai quanto é... facile... recitare questa parte? - e sorride. Di nuovo.

Un sorriso pazzo, animale, talmente tanto che mi inquieta, perché la certezza che questa sia la sua vera natura sembra sterminare tutti i ricordi che ho di lui, dal primo all'ultimo, i quali in precedenza avevano cozzato con il Max che mi sono ritrovata davanti, sperando in un qualche modo per scusarlo, per non renderlo realistico.

-Sai quanto è facile fingere di provare interesse? Falsificare un iniziare a tenere a qualcuno, per poi riuscire ad attrarre tale persona... ed infine distruggerla all'ultima route?-

Lo fisso, o almeno ci provo dalla posizione in cui sono, sentendo tutto il terrore che mi incendia le vene, anche più di quanto la avessi provata prima, accompagnato dalla voglia di staccarmi, di fare in modo che mi si allontani, di cancellare tutto.

Mi sento stupida.

Stupida di avergli creduto, stupida di essermi fatta rigirare così, stupida per il semplice fatto che non avevo mai minimamente dubitato di lui.

"Come avrei potuto?" penso "All'inizio pensavo che questo gioco fosse normale. All'inizio..."

-Perché dopotutto... Questo gioco serve a portare alla morte la giocatrice. Ed io sono il gioco. - fa una pausa - È un gran peccato che tu sia riuscita a scivolare dal mio controllo, durante la giornata di Nicholas. Saresti dovuta venire da me, sai. Probabilmente mio fratello avrebbe già fatto fuori Lysander e tu, a questo punto, saresti già impazzita, sul punto di gettarti da una finestra o di tagliarti le vene. Sei stata una vera e propria gatta da pelare, cara Nat-

Salta per l'ennesima volta, guizzando in un altra strada.

Non so più dove siamo, ma so che mi sta portando da Lysander.

So che mi sta portando da lui per farmi sentire mille volte peggio di quanto mi sento già.

- Ed è strano. Davvero. Perché sei una ridicola, insulsa, stupida, ingenua ragazzina che non è ancora cresciuta abbastanza per svegliarsi dal mondo delle favole. Che pensa che solo perché si trova in un videogioco, tutto le sia dovuto. Come tu abbia fatto a sfuggirmi, non ne ho idea. Ma non importa. Tanto finirà presto -

Smetto praticamente di pensare, stacco il cervello.

Non voglio ascoltarlo.

Non riesco ad ascoltarlo, non più, le sue parole sono come lame che affondano nella mia testa.

E semplicemente, mentre lui riprende a parlare, la mia mente si dirige a Lys.

Parte di me vuole che lui sia già qui, che possa stringermi e che mi dica che va tutto bene, che non devo sentirmi stupida per come Maximilian mi ha illusa, perché dopotutto lo ha fatto con tante altre.

Chissà quante sono morte a causa di questo gioco.

Chissà a quante ha detto le stesse identiche cose che ha detto a me, per poi sbattere loro in faccia il suo disprezzo e la sua crudeltà, schiaffeggiandole, seppur non fisicamente.

-Sai. Per certi versi é meglio così - conclude, sogghignando, il castano - Quando eri una giocatrice non potevo ferirti fisicamente. Nessuno poteva. Perché, in secondo caso, qualcuno sarebbe venuto a saperlo, portando una probabile denuncia alla Coral Game Company- un' ennesima pausa - Mentre il suicidio, beh. Se la giocatrice viene indotta a distruggere la copia comprata, votare contro la sua volontà e a uccidersi da sé... Di certo non si può dare la colpa a nessuno. Erano ragazze instabili, no? I genitori avrebbero potuto fare di più, forse la colpa è loro-

Sorride ancora.

-Con te... Beh. Sarà tutta un altra cosa, sul serio. Non sei più una giocatrice, dopotutto-

 Non sei più una giocatrice, dopotutto-

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Oopsie

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now