Capitolo 128 - La figura

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Si guardò attorno, le mani cacciate nelle tasche della felpa, lo sguardo che cambiava posizione da un lato all'altro.

Era una giornata piovosa come tante altre, di quelle che l'aria fredda trapassava letteralmente le ossa, ma la figura accettava che l'acqua le crollasse addosso, il tutto perché non aveva assolutamente problemi ad ammalarsi.

Giocò brevemente con il vuoto contenitore di caramelle alla menta dentro alle suddette tasche, grattandone i lati con le unghie e rimanendo appostata al muro nell' attesa.

Nell'attesa che vi fosse un po' più folla, nella stradina, che fosse difficile distinguere una persona dall'altra.

Al momento ve n'erano due, tre scarsi, non abbastanza per qualsiasi tentativo, finito bene o male.

Forse avrebbe dovuto cambiare aria, questo la persona si disse, passandosi la lingua sulle labbra, inumidendole distrattamente, ma senza decidere sul serio, preferendo aspettare ancora un poco.

"Non troppo" si era detto, dando un occhiata al cielo ingrigito, scurissimo in una mattina tenebrosa, quasi capace di minacciare con la pienezza di quelle nubi... Pronte quasi a mostrare dei giochi di luci per via dei probabili tuoni che sarebbero scaturiti da esse.

La persona smise di guardare al di sopra della sua testa per poi inghiottire a vuoto ripetutamente.

Poteva ancora sentire il sapore di ferro in bocca: il taglietto che la figura si era procurata al labbro sanguinava ancora, seppur non troppo.

In ogni caso, lo faceva abbastanza da permettere alle sue papille gustative di sentirlo, di lasciare che quella tonalità amara che in genere avrebbe disgustato di andare a finire nella sua gola, senza che provasse minimamente a sputare la saliva.

Ancora nessuna persona, nè ricca, nè povera, che sembrasse troppo interessante ed ovviamente nessuna folla tra cui fingere di spintonarsi a destra e manca per uscirne, volendo in realtà soltanto i portafogli o magari qualcosa che lo intrigava: una collanina, un pinguino giocattolo come portachiavi, un quadernino, vecchie fotografie...

Le sarebbe andato bene di tutto, davvero, lo avrebbe aggiunto alla sua collezione interamente rubata, trafficando con esse nei momenti di noia, soprattutto nel caso in cui vi fosse troppo sole per i suoi gusti.

La presenza sospirò amaramente dopo cinque, dieci, trenta minuti passati lì, senza possibili bottini da ottenere siccome privo di copertura.

"Una perdita completa di tempo" si era detta, scuotendo lievemente la testa, permettendo ad una gocciolina di attraversare il cappuccio e scontrarsi così con il suo naso, scivolando poi sulle sue labbra semi chiuse.

Decise dunque di rigirare i tacchi, magari provando in un altro lato della città, sentendo il suo corpo fremere tra le gocce meno sporadiche e la corrente sempre più fredda, aggressiva.

Poteva sentire come se la carne le venisse dilaniata e per qualche motivo, alla figura piaceva.

Se ci fosse stato un tempo normale, probabilmente non lo avrebbe neppure sentito, mentre questo sembrava volerlesi incidere in ogni centimetro della sua pelle.

Incespicando leggermente, sfregando le scarpe sul suolo di cemento bagnato, poteva perfino percepire qualche granello, qualche sassolino, che cercava di infiltrarsi nelle sue vecchie Sneakers, basse e grigie, bucate da secoli ormai, così tanto usate che più che scarpe ricordavano delle scatole per acqua, quelle posizionate laddove magari vi era una perdita in una casa.

La figura ne utilizzava davvero tante, nella catapecchia in cui aveva preso a vivere dopo che quella baldracca era finalmente deceduta, smettendo di infastidire con le sue pretese, con le sue richieste affettuose che mai aveva sopportato.

Era un modo per evitare che il pavimento facesse la muffa, se ci si fosse aggiunta anche essa, probabile quanto sicuro, quell'ambiente già malmesso sarebbe diventato una vera e propria postazione invivibile... Ed in quel caso, dove diavolo sarebbe dovuta andare?

La persona dubitava che sarebbe riuscita a trovare anche solo un altra casa ormai in disuso, tale che chiunque avrebbe provato a definirla dall'esterno, la avrebbe giudicata come disabitata, mentre ovviamente ci viveva proprio la figura, la quale utilizzava soprattutto la soffitta nascosta per non farsi notare e così scoprire.

Lì, dov'era, in quella città grande d'America, non era difficile riuscire a passare inosservati, ad essere come un fantasma, quindi non aveva intenzione di mettere a rischio la propria posizione momentanea per poi magari incrociare qualcuno che avrebbe rotto il suo clima.

Sarebbe stato abbastanza brutto, per la presenza, non poteva non ammetterlo.

Nel suo camminare, semplicemente si trovò a guardare con distrazione un uomo ed una donna con una grossa cassa, trascinata da un carretto con ruote paragonabili a quelle di una bicicletta.

La donna era bionda, l'uomo anche... Ma da come si atteggiavano tra loro, non dovevano essere una coppietta sposata, siccome si guardavano poco e lui, in principio, la osservava con sufficienza, preferendo fissare la cassa.

La donna invece, con le sue unghie smaltate di rosa shocking, per quanto bella e quasi sensuale di aspetto, parlando di sguardo era tutta un' altra storia, quasi lanciando pugni.

La figura quasi si fermò, innalzando il sopracciglio e ritornando a giocherellare con il contenitore, lasciandosi perfino voltare nel mentre che i due tiravano dritto e la oltrepassarono, stringendo poi nelle spalle, un vago sospiro ed uno starnutire per il freddo.

Ecco, forse avrebbe avuto la febbre... Ma non ci dava peso, sul serio.

Piuttosto non poteva non chiedersi cosa vi fosse stato dentro alla cassa: era sembrata enorme, doveva esservi molto contenuto, probabilmente qualcosa di interessante...

Però non avrebbe mai potuto saperlo, questo si disse, deglutendo, le labbra serrate e quello sguardo, freddo, staccato dal mondo intero, così tanto da quasi apparire di un altra galassia, di una provenienza di mille, milioni, miliardi di altre terre da lì.

Vi era una luce strana, su certi punti di essi.

Si scrollò il pensiero dalla testa come faceva con le mosche fastidiose, riprendendo con il proprio incespicare in maniera più rapida, individuando una posizione di attacco molto più apprezzabile: vi erano almeno una trentina di persone, tutte ben intente ad aspettare il tram.

Si infiltrò tra di esse, passandoci attraverso e scusandosi completamente a caso nel suo procedere, così che non si capisse a chi di specifico stesse parlando, le mani pronte ad infiltrarsi nelle tasche delle giacche, nelle borse...

E quando era fuori dalla massa di persone, dentro alla grossa felpa, forse troppo grossa per la sua figura, vi erano un totale di tredici portafogli ed un anello da matrimonio.

Sfida alla domenica pt

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Sfida alla domenica pt. 2.
OwO
Parzialmente sarebbe perché non ho idea se scriverò domani o meno ;-;
Questo perché martedì iniziano le interrogazioni di storia dell'arte, mannaggia.
AAAAAGHHH
ScuOlA dEMMierda :'/

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now