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Prendo di nuovo un bel respiro; un respiro paziente, anche troppo.
Sarà la quarta volta che sento Daniel sparare fuori delle domande a proposito di Jessica: da quanto non la vedi? È carina? È fidanzata?
E molte altre, non ho voglia neppure di ripeterle a me stesso.
Mi giro, impuntandomi, mani sui fianchi e mascella serrata.

«Basta, Daniel, stai iniziando a diventare petulante» lo fisso con un'espressione eloquente, ma lui, come al solito, la ignora e torna all'attacco.
Alzo gli occhi al cielo.
Diamine, quando ci si mette è davvero insopportabile.
La testa mi sta scoppiando, e la colpa è soltanto sua.

«Dai, magari riesco a fare colpo su di lei», fa l'occhiolino, «e divento un tuo familiare» aggiunge ridendo.

Si sta facendo i film in testa.

Una ragazza lo urta alla spalla e, così facendo, i pochi libri tra le mani del mio amico cadono a terra.
«E sta' più attenta» si lamenta lui voltandosi, lo stesso faccio io e un'espressione di sconforto mi sale in viso.

Oh, no.
Noel.
Questa non ci voleva.

Lo sguardo di Daniel si offusca di colpo, gli occhi diventano piccoli e cerchiati, la pupilla come uno spillo.

Prevedo una scenata.

«Cazzo, non avevi visto che ti stavo davanti? Cosa c'è, quei tuoi occhiali da topo di biblioteca hanno bisogno di una controllata?»

Daniel sbraita e gesticola, ed è peggio dei pescivendoli al mercato intenti a convincere le signore a comprare la loro merce.

Noel inforca gli occhiali, li sistema sul naso usando solo l'indice, una sequenza lenta e calcolata.
E il gesto infervora ancora di più il mio amico.
Non si sopportano.
Vanno avanti così da quando ho conosciuto Daniel e, a detta di molti, erano cane e gatto anche alle medie.

«Oh, scusa, idiota.»
Noel marca in maniera accurata l'ultima parola, sillabandola come se l'altro avesse problemi nel comprenderla. «La tua presenza è così inutile, che non ti avevo proprio notato» lo sbeffeggia con una smorfia saccente.

Dovrei forse essere io a porre fine a questa disputa, prima di vederla trasformarsi in una guerra?
Ci rifletto bene.
L'ultima volta mi sono ritrovato tra due fuochi incrociati, quindi sarà meglio agire solamente se necessario.

Daniel compie un passo avanti. «Sai cosa ti manca? Una bella scopata. Calmerebbe i tuoi bollenti spiriti, ma sei troppo cozza, e persino il mare si è rifiutato di tenerti con sé» esclama e la indica con la mano, poi sogghigna.

Lei fa una risata, come uno scoppio improvviso. «Ah, questa è bella, Daniela» lo canzona, storpiando il suo nome.
«Forse quella servirebbe a te, visto che il tuo coso nelle mutande pende moscio da secoli. Però potresti chiedere al tuo amico accanto: ha l'aria di uno che una bella botta te la darebbe» conclude, lo sguardo scintilla di furbizia.

Alzo le sopracciglia, sorpreso.
Io?
Qualcuno ha spesso fatto notare come io e Daniel sembriamo quasi una coppia, ma da qui a insinuare questo, c'è un grande abisso.
Il mio amico abbassa le braccia, e potrebbe dare l'impressione di essere stato sconfitto, eppure ha i pugni serrati, l'espressione un misto tra dolore e rabbia intensa.
Un guerriero ferito.
Qualcosa dentro di me si accende, come una lampadina interna adatta a suonare l'allarme.
Afferro Daniel poco prima di vederlo scattare in avanti per picchiare la ragazza.

«Lasciami, Damien» sussurra a denti stretti e cerca di divincolarsi.

Se fosse stata una disputa con un ragazzo, glielo avrei permesso. Insomma, sono cose che succedono, anche se trovo ridicolo risolvere le situazioni in un modo così primitivo, però sono contro la violenza sulle donne, sebbene Noel dia la sensazione di non aspettare altro se non una bella scazzottata.
La ragazza, difatti, fa una smorfia poco soddisfatta, gira i tacchi e si allontana.

DestinoWhere stories live. Discover now