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Amelia resta per qualche istante a bocca aperta nel vedere la casa dei miei zii.
In realtà, anch'io sono un po' stupito.
Il giorno del nostro incontro, non credo possedessi le mie intere facoltà.
Non rammentavo fosse così grande: una villetta a due piani attorniata da alberi e siepi.
No, forse le siepi non c'erano. Deve essere stata opera della passione di mio zio.

Mi sento agitato.
Ho cercato di non pensare durante il viaggio per arrivare sin qui, ma l'ansia non mi ha lasciato neppure per un secondo.
Dopo avere allontanato Jessica in un modo poco carino, e fornito nessuna notizia per mesi, giungo in cerca di un favore.
Saranno disposti ad aiutarmi?
Cavolo, la mia idea sembrava così perfetta sino a un attimo fa. Come mai ha invece assunto toni così complicati?

Amelia intreccia le dita con le mie. «Qualunque cosa sia accaduta tra voi, la tua famiglia capirà il tuo bisogno» mi rassicura e io provo ad aggrapparmi a quella frase con tutte le mie forze, sebbene sembri difficile crederci.
Fisso il campanello e prendo un bel respiro.
Un solo gesto mi separa dalla verità.
Mia zia sarà in grado di aiutare Daniel?
Deglutisco e suono, ritraendo in fretta la mano come se mi fossi scottato.

Ormai ho compiuto il passo, impossibile tornare indietro.
Fa' che sia una voce maschile a rispondere.
Fa' che non sia proprio Jessica.

«Chi è?» gracchia il citofono. Lascio andare il fiato.

Thomas.
Cosa dovrei dire? "Ciao zio, sono venuto solo a chiedere un favore per poi non farmi vedere o sentire per altri mesi."
Inizio a sudare freddo.
Mi trovo nella mia zona sicura, con gli amici che ho imparato ad apprezzare e il mio ritrovato rapporto con Jason. Ma come la mettiamo con i parenti?

E se parlassero con Amelia rivelando la vera situazione di mia madre? O peggio, il fato toccato a mio padre?
Non desidero che lei apprenda il mio passato da altri.
I miei demoni sono miei, e solo io posso parlarne.

«Chi è?» Sento di nuovo quella domanda e mi riscuoto, schiarendo la voce. Ho la gola secca.
«Ciao zio, sono Damien» rispondo. Sono riuscito a mantenere un tono neutro, oppure ho tentennato?
Forse, è solo il mio corpo a tremare dall'interno.

«Damien! Che bello vederti, entra pure» esclama, la gioia in ogni parola.

Vorrei scappare, lo vorrei davvero. Però, sono qui per una causa più importante della mia paura.
Ne va della vita del mio migliore amico e, per una volta, voglio essere io ad aiutarlo, e se questo significa costringermi a superare questa prova, sarò più che felice di passarla per lui.
Amelia mi volta nella sua direzione e cinge il mio volto con entrambe le mani.
Ha la pelle fresca e profumata, mi appoggio a quei particolari con estremo piacere.

«Puoi farcela, Damien. Sei forte e, se dovessi sentirti indeciso, guarda me. Io ti sarò sempre accanto» sussurra con dolcezza, fissandomi negli occhi.

Ha ragione.
Le ho chiesto di venire con me proprio per questo motivo: per sentirmi più sicuro.
Lei è la mia forza e la mia calma, non devo dimenticarlo.
Sorrido e annuisco, percependo il tuo tocco allontanarsi dal mio viso.
Affrontiamo il vialetto e Amelia non fa altro che indicare la mole di fiori nel prato. Li nomina accuratamente uno ad uno.
Non pensavo fosse così ferrata sull'argomento ma, d'altronde, ogni angolo della loro casa è piena di vasi colmi di fiori. Avrei dovuto capirlo.

Deve avere ereditato la passione da sua madre.

«Hanno anche la lavanda. Oh, come vorrei possedere anch'io un campo così» dice, portando una mano sul petto in una delle sue pose teatrali.

«Io pensavo lo avessi già in stanza il tuo campo di lavanda, visto che il tuo profumo è come questo fiore meraviglioso» le rispondo, prendendo distrattamente una sua ciocca di capelli tra le dita.

DestinoWhere stories live. Discover now