-91-

1.5K 74 49
                                    


Il suono delle portiere sbattute risuona nell'aria, i sassolini sotto le scarpe producono un debole attrito.
Sollevo lo sguardo verso l'alto e porto gli occhiali scuri tra i ciuffi di capelli, schermo la luce del sole con le dita e respiro a pieni polmoni.
Il profumo del mare ci avvolge, il calore dei raggi batte sulla pelle nuda delle braccia e dona quel lieve pizzicore piacevole.
I nonni hanno proposto di farci alloggiare in una piccola pensione gestita da alcuni loro cari amici tutto a conduzione familiare.
Mi concentro sui tratti dolci del portico di legno chiaro, i fiori rigogliosi alle balconate, le tende mosse dalla brezza gentile, un'area ristoro poco più avanti coperta da un gazebo colorato.

Calma e tranquillità.

Ci voleva un momento del genere nella mia vita piena di rincorse e cadute, un po' di tempo per staccare la spina ai pensieri e godermi un meritato riposo.
L'ultima volta in cui sono andato in vacanza è accaduto otto anni fa e la rammento come la settimana più bella della mia infanzia, sebbene la bruciatura sulle spalle a causa del sole forte unita alla mia negligenza nel mettere la crema di protezione. Cavolo, per svariati giorni non riuscii neppure a indossare la maglia senza provare dolore.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a udire le mie lamentele di quel pomeriggio: diedi la colpa a Jason per non aver spalmato bene la crema, e decantai in lungo e in largo la sua ripicca maligna dopo le mie battute ironiche a proposito della sua paura dell'acqua.
Una vera ragazzata, tuttavia il mio comportamento scorretto mi fece ottenere un ghiacciolo alla menta e un abbraccio consolatorio da parte di mia cugina.
Che trionfo.
Sorrido e mi lascio strappare dai ricordi per ascoltare le voci della mia famiglia del presente.

«Possiamo già fare il bagno?» domanda Daniel avvicinandosi, mostrando con orgoglio il suo paio di occhiali da sole con le bordature più bianche della neve. Un vero tocco di classe, a detta sua.
Tiene i capelli raccolti in una coda alta, la camicia azzurro chiaro sbottonata quasi fino al collo che tanto valeva non portarla, e i pantaloncini larghi a mostrare le gambe con quel filo di muscoli appena accennato.
Inutile dire che i suoi vestiti provengono direttamente dal mio armadio, però lo ammetto, stanno meglio a lui.

Dave si unisce al mio amico, ed entrambi fissano Jason come se fosse il genitore comune, gli occhi brillanti in attesa di un consenso.
Un padre per tutti noi, a quanto sembra.
Mio fratello si esprime con una smorfia scontenta. «Non se ne parla. Filate a disfare le valigie, al mare ci penserete più tardi» li rimprovera udendoli sbuffare, Dave lo indica persino con un gestaccio.

Quei due sono una mina assieme.
Così simili, quasi letali.
Per fortuna non ho dovuto ascoltare la loro musica orribile, trovandomi in una macchina differente, e ringrazio il cielo per questo regalo.
Fisso Nathan a pochi passi e lo ascolto sospirare piano, i capelli come il grano brillano colpiti dalla luce e fanno quasi male agli occhi.
Mi scappa un mezzo ghigno, un sorrisetto per nulla carino, me lo riconosco, eppure inevitabile.
La mia stessa buona sorte non è toccata a lui, e il fatto è che sapevo a cosa andava incontro entrando in auto con Daniel, però non l'ho aiutato. Il destino chiederà il riscatto di questa mia cattiveria, me lo sento.
Ci penserò quando arriverà il momento.

Mi offro volontario nel portare la borsa di Amelia e, quando ne afferro la tracolla, mi chiedo se non abbia trasferito tutti i suoi averi in questa sacca gonfia a dismisura.
Pesa un accidenti.
Corrugo la fronte, tuttavia mi trattengo dal lamentarmi e la porto a fatica fino all'ingresso.

William ci accoglie con un largo sorriso. In quel semplice particolare ci rivedo le espressioni di mio padre.
Sento un po' di agitazione, eppure sto provando a tenerla a dei livelli bassi, imponendomi la calma.
Questa è la prima volta in cui presenterò Amelia come la mia fidanzata ufficiale e sì, ho parlato molto di lei con la nonna, però un conto è raccontarlo, un conto è viverlo.
Sono ancora frastornato, una piacevole sensazione di benessere che vorrei tenere per me soltanto.
Geloso persino dei miei stessi sentimenti? Oh, Damien, non cambierai mai.

DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora