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Il profumo di lavanda soffia da sotto la porta, o forse sono le stesse mura a esserne pregne; l'hanno bevuto come linfa in ogni centimetro di intonaco e non mi stupirei se, infilando un ago attraverso la parete, vedessi fuggire via uno sbuffo di questo odore meraviglioso.
Poso le dita sulla maniglia e la abbasso con estrema lentezza. Ho fatto di tutto per non inciampare o sbattere contro gli oggetti nel corridoio, quindi non posso fallire nell'ultimo tratto.

Uno spicchio di luce filtra dalle persiane, illumina le pareti e si espande sulle coperte leggere. Al suono di un respiro pesante le mie labbra si sollevano e formano un vittorioso.
Sono ancora in tempo.
Mi avvicino e cerco di calarmi nei panni del migliore dei ninja. Certo, sarebbe più facile se conoscessi il perimetro alla perfezione, però sono stato qui dentro più di una volta e posso vantarmi di aver memorizzato gli angoli fino al letto.
La mappa è nella mia testa. Basterà tracciare le linee rosse che portano fino all'obiettivo e i giochi saranno conclusi.
Un mugugno contrariato si solleva quando sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Amelia. Mi chino all'altezza del volto, respiro la sua essenza e scocco un bacio delicato sulla fronte.

«Buon compleanno, piccola» sussurro dolcemente e la vedo dischiudere gli occhi, sbatte le palpebre e infilza lo sguardo nel mio come una freccia fino al cuore.

«Cosa...?» domanda incredula, fatica ancora a connettere e a uscire dalla fase di sonno.

Rido piano e stavolta le assaporo direttamente le labbra. «Tua madre mi ha permesso di entrare e farti una sorpresa» spiego ritagliandomi uno spazio accanto a lei, avvolgendole i fianchi con un braccio.
In verità temevo proprio di non riuscire a portare a termine la sorpresa, e lo scoglio maggiore dato dal mio timore è stato chiedere il consenso a Rosa. Tuttavia, lei si è mostrata favorevole, e ha commentato persino con un: -Se avessi avuto anch'io un fidanzato come te quando avevo vostra età, non mi sarei sognata di lasciarlo per nessuna ragione al mondo!-
Be', lì per lì l'ho trovata un pelo esagerata, eppure anche Rochelle ha reagito allo stesso modo lamentandosi di Jason e dei suoi modi ormai per nulla romantici.
Non l'avesse mai fatto! Mio fratello, per vantarsi, ha tirato fuori il suo lato perverso con tanto di occhiata maliziosa, alimentato anche da Daniel, e mi hanno costretto a sbuffare e fuggire nella mia stanza per non dover soffocare dall'imbarazzo.
Quando quei due iniziano a chiacchierare e a entrare in argomenti "piccanti", non si lasciano scappare nulla.

Amelia si volta nella mia direzione e sorride nella penombra.
Scuoto un pacchetto di carta da cui si solleva un profumo dolce. «Oggi è domenica, giusto? Devi saltare la pastiglia per la tiroide, il che rende la tua colazione anticipata e gustosa» propongo vedendola tirarsi su a sedere, decisamente molto curiosa.
Scosta le coperte e mi fa cenno di mettermi accanto a lei, un gesto che accetto di buon grado dopo essermi sfilato le scarpe.
Le lenzuola sono roventi, il suo tepore mi scalda e la sua presenza è quanto di più inebriante esista.

«Mi stai viziando» dice e addenta un lato della ciambella ripiena di cioccolata, lasciando una scia di zucchero sull'arcata superiore della bocca.
Davvero invitante.
Peccato che lei lo lecca via anticipando le mie mosse.
Dannazione, sono sempre troppo lento.

«Oggi è il tuo compleanno», ribatto mentre spezzo a metà una parte del mio cornetto semplice, «puoi permetterti qualche sfizio» concludo rubandole un po' di cioccolata sotto il suo sguardo attento, quasi severo.

«Oh, in realtà no. Mia zia Iris porterà con sé tutta la sua cucina, questo è assicurato. Preparati anche tu ad essere riempito così tanto da sperare con tutto te stesso di riuscire a sopravvivere al suo attacco» commenta ironica, o almeno spero sia così.
Non sono il tipo che ama ingozzarsi di cibo fino a scoppiare, anzi, in realtà sono piuttosto selettivo e, non appena percepisco un lieve senso di pienezza, tendo ad abbandonare il piatto.

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