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La sveglia segna le sette e trenta, i numeri rosso brillante e perennemente fastidiosi fanno da padrone nel buio.
Mi sento meglio, davvero meglio, e l'influenza sembra essere scomparsa.
Non ci credo, è successo proprio come dice mio fratello: "Una buona notte di sonno, e tornerai come nuovo."
Meglio non dirglielo, o altrimenti dovrò vederlo gonfiare il petto e ascoltarlo blaterare stupidaggini per ore.

Sospiro togliendomi di dosso le coperte. Il dolore alle ossa c'è ancora, però è meno forte, e almeno adesso riesco ad alzarmi senza alcun problema, anziché soffrire per ogni passo compiuto.
Entro in bagno, la luce sul soffitto scoppietta giusto un po', e lo specchio mi lancia la solita occhiata storta.

Un morto avrebbe più colorito di me.

Mi do una sciacquata alla faccia e provo a provo a ravvivare i capelli con un gesto veloce, eppure rinuncio quasi subito. Sono indomabili.
Come attratto da un desiderio inconscio, volgo il corpo in direzione della finestra, alzo la mano e la blocco a mezz'aria.
Non dovrei più ascoltare Amelia cantare, giusto?
Abbiamo chiuso tra noi. Finita l'amicizia. Concluso il capitolo.

Fisso la maniglia. Posso sentirne il richiamo a un soffio dai miei polpastrelli. Diavolo tentatore.
Cosa troverò, una volta aperto il vetro? E se lei non avesse perso la voglia di cantare? Se dall'altra parte mi accogliesse solo un silenzio ostile?
Diamine, è inutile stare qui ad arrovellarsi la mente; se non mi decido a fare qualcosa, non scoprirò mai la verità.

Afferro il metallo e lo stringo quasi fino a procurarmi male alle ossa. E pesa, pesa terribilmente.

Chiudo le palpebre, poi, con uno scatto deciso, tiro giù la maniglia spalancando la finestra. Oltre all'aria gelida, mi sbatte contro il suono della musica.
Sorrido sollevato senza neppure accorgermene. Mi siedo e poggio le braccia al davanzale, gli occhi infilati a forza nel cielo plumbeo e arrabbiato.
Persino lui sembra avercela con me, giudicandomi con la sua severità.

Conosco la canzone: Speeding Cars.
I gusti di Amelia sono accurati e ricercati, segno di una personalità che non si accontenta del primo cantante trovato (magari uno di quei cani usciti da chissà dove, pieni di tatuaggi anche negli occhi e incapaci di creare testi importanti.) Lei desidera una ricerca più profonda, e l'ammiro per questo.

«Damien, cosa stai facendo?»

La voce di Jason alle mie spalle mi fa sussultare, ed è peggio di una freccia conficcata nella schiena, proprio in mezzo alle scapole.
Spalanco le palpebre, colto in flagrante come un ragazzino con le mani sporche di marmellata nel barattolo dei biscotti.

«Prendevo aria. Prendevo solo aria.» Mi affretto a specificare e, nel mentre, chiudo il vetro.
Il vento, però, rema contro di me e la finestra si chiude più forte di quanto volessi, sbattendo con un rombo assurdo.
Dannazione.

Jason scuote la testa e mi riserva un'occhiata di traverso. «Sei stato male e ti metti a prendere freddo? Forza, togliti dal bagno che devo prepararmi per andare al lavoro» mi incita e inizia a trafficare con il mobile degli asciugamani.

Non me lo faccio ripetere e fuggo da lì in pochi secondi, rifugiandomi in camera.
Ok, mio fratello non ha sospettato nulla a proposito dei miei ascolti clandestini alla finestra. Perché... Sono sembrato piuttosto convincente, giusto?
E invece Amelia? Avrà sentito il colpo alla finestra? Ovvio, l'avrà percepito l'intero vicinato, tale la potenza del suono.
Va bene, Damien, ti stai ponendo troppi problemi. Riprendi in mano la tua maschera e sfoggia il sorriso migliore, quello di sempre.
Andrà bene.
Andrà tutto bene.
Afferro il telefono e scrivo un veloce messaggio a Daniel: -Vengo a scuola, ci vediamo più tardi.-

Rapido e conciso.

Indosso un paio di jeans strappati sul ginocchio, un maglione di lana color panna a collo alto, le scarpe da ginnastica con i lacci verdi e una sciarpa marrone a righe bianche.
Ho preso l'influenza, meglio essere prudenti.
Con la borsa a tracolla mi avvio verso la porta e sento Jason trafficare ancora in bagno.
Faccio una smorfia.
Deve essere sempre perfetto, non sia mai vada in giro con un capello fuori posto.

DestinoWhere stories live. Discover now