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Amelia non lascia la mia mano neppure per un istante. Persino quando due persone mostrano la chiara intenzione di passarci in mezzo, lei mi tira a sé e non mi abbandona.
È normale che io mi senta tornato ragazzino? Dovrei fare qualcosa per il mio sorriso da stupido, ma non posso farci nulla.

Mi sento felice, come non lo ero da tempo.

Oddio, se dovessi rivelare una cosa del genere a Daniel, non oso immaginare tutti i suoi "te l'avevo detto."
Amelia mi lancia uno sguardo fugace e posso vedere sul suo viso il mio stesso sorriso, angoli della bocca tirati esageratamente verso l'alto e occhi scintillanti.
Scorgo il centro commerciale da lontano e il mio cuore inizia a palpitare.
Non pensavo fossimo già arrivati. Credo che i nostri piedi abbiano camminato più veloce di quanto ci aspettassimo.
Dalla volta in cui il mio migliore amico ci ha chiusi nello stanzino dell'hotel, è accaduto solo un'altra volta di restare completamente solo con lei, ma il momento alla spiaggia è stato diverso.
Non c'era felicità, non subito, almeno.

«Che tipo di film ti piace?» domanda lei di punto in bianco e, per qualche secondo, mi ritrovo a fissarla confuso.
Ero così immerso nei miei pensieri da avere udito solo la parte finale della frase.
Si starà informando sui miei gusti, spero.

Eh, bella domanda.

Il genere d'amore mi annoia; gli horror mi mettono troppa tensione; quelli d'avventura sono solo effetti speciali e, nella maggior parte dei casi, niente contenuto.
Dovrò pur dirle qualcosa.

«Lascio scegliere a te» ammicco. Di solito me la cavo così, lanciando la palla nel campo degli altri.
La vedo alzare gli occhi al cielo.
«Damien, mi hai invitata a uscire, il film lo scegli tu» dice, tornando a fissare dritto davanti a sé.
Già, di solito me la cavo così, ma non con Amelia. Lei riesce a capire ogni mia singola mossa. Ha compreso quanto io sia l'eterno indeciso o meglio, il ragazzo al quale non piace quasi nulla.
E se dovessi deluderla? Se dovesse comprendere che non sono di compagnia o anzi, mi giudicasse persino noioso?

Deglutisco.
Andrà bene, basterà solo scegliere il primo film sulla locandina e i giochi saranno conclusi.

«Ci sarà pure un genere che ti affascina. Mi rifiuto di credere che, nella tua mente da artista, non ci sia spazio per il mondo del cinema.» Sembra dura, tuttavia, sorride dolcemente.
Faccio una smorfia e lascio andare il respiro.
Come riesce sempre a dire la frase giusta al momento giusto?

«Ci sono delle categorie specifiche che non sono mai riuscito a guardare sin da piccolo, come gli horror e quelli fatti con la plastilina. Per il resto, giudico tutto alla stessa maniera. Alcuni valgono di più, altri di meno» spiego, cercando di esprimermi in modo vero e senza mentire. «Per questo, non possiedo un genere preferito, solo la fantascienza mi attira e mi tiene con il fiato sospeso» concludo.
La osservo corrugare per un attimo la fronte e annuire tra sé e sé.

«Allora lo sceglierai in base alla locandina. Dopotutto, è quello che attrae sempre le persone, un po' come i libri» risponde.

Niente, non sono riuscito a tirarmi fuori dalla scelta.
Eppure, sebbene fosse il mio pensiero reale , ho cercato di usare parole molto colorite e affascinanti.
La vedo rimuginare.
Chissà a cosa starà pensando.
Sorpassiamo le porte del centro commerciale e il vociare dei presenti si spinge contro di noi come un muro pesante.
Non pensavo ci fossero così tante persone. Un po' mi sento a disagio, ma cerco di non farlo notare ad Amelia.

«Cosa c'è di male nei film fatti con la plastilina?» mi chiede.
Sollevo le sopracciglia.
Possibile le sia rimasta impressa solo quell'informazione?
Rido e lei lo fa con me, senza neppure comprenderne il vero motivo.

DestinoWhere stories live. Discover now