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Stesso paesaggio, solita situazione.
Eppure... stavolta è diverso, lo riesco persino a percepire nelle minuscole particelle invisibili impresse nell'aria. Non provo la solita agitazione di quando devo andare in ospedale, il sudore a rovistare tra le nocche delle dita per spingersi sotto e allagare i palmi delle mani.
Qualsiasi sentimento è stato posto in secondo piano dall'aspettativa maggiore: il chiedermi come andrà con Amelia al mio fianco.

Sarà strano, decisamente strano.

Lancio un'occhiata distratta allo specchietto di destra dove c'è uno scorcio dei sedili di dietro e la sua unica passeggera. Amelia ha il viso disteso, ogni tanto canticchia una canzone racchiusa dentro la sua testa usando la mimica labiale.
Non sembra pentita di avere accettato la mia proposta, è tranquilla e rilassata come sempre, però potrebbe cambiare idea una volta messo piede in ospedale, giusto? Dopo essersi immersa nella mia vita fino ad adesso sconosciuta, nelle conseguenze tangibili della mia patologia, nel fatto di avere accanto un tipo non troppo sano di salute e la possibilità di doversi accollare un fardello pesante, le sembrerà saggia l'idea di fare dietro front.
No, Damien, non ricominciare con il tuo dramma interno e i viaggi su uno stupido treno senza ritorno.
Sospiro piano per non farmi sentire e riporto lo sguardo in avanti, dritto sulla strada.
Jason è calmo, potrei quasi dire stia guidando meglio, data la presenza di Amelia. Rammento ancora il suo sorriso sincero nel momento in cui gli ho comunicato la mia intenzione di portarla con me. Per mio fratello deve essere stupendo vedermi cambiato, soprattutto nei suoi confronti.
Certo, la sua incredibile somiglianza con mio padre suscita ancora dolore nel mio stomaco, tuttavia, in qualche modo lo sto superando.

Scorgo in lontananza la struttura ospedaliera, le finestre su ogni piano, il cielo a specchiarsi sopra ai riflessi del vetro.
Impongo a me stesso di stare calmo, anche se è da una decina di minuti che ho preso a torturare la cartellina tra le mie mani, quella contenente tutta la documentazione a proposito della patologia. Tiro e tiro l'elastico, tanto che un lato si è ammosciato e non vuole più stare al suo posto.
L'agitazione non deriva solo dall'aver portato Amelia: si è aggiunto l'ignoto di non sapere quali saranno gli esiti della mia ricaduta in una malattia imprevedibile e bastarda.
E se dovessi cambiare terapia? Se ci fossero delle nuove complicazioni? Se mi toccasse di peggio che due semplici stampelle?

Faccio un sorriso mesto tra me e me, gli angoli della bocca piegati in basso.
Conoscendo la mia grande sfortuna mi sarà capitato un inconveniente privo di soluzioni tangibili. Dio, fa' che mi diano soltanto il cortisone, mi andrebbe bene anche la scomodità di tornare nella struttura per le flebo. Tutto va bene, ma non sparpagliate le mie carte così da essere costretto a ricominciare da capo, a stare male per le cure diverse, a trascorrere notti insonni piegato dal dolore.
Jason accosta l'auto nei parcheggi secondari, quelli vicino agli ascensori così che io non debba camminare per troppo.

«Siamo arrivati» dice spegnendo il motore.

Ah, sì, genio? Non l'avevamo capito.
A volte espone delle frasi così ovvie, ed è impossibile non rispondergli male.
Esco dalla macchina ed è Amelia a darmi una mano, tiene le stampelle e la cartellina al posto mio, sempre pronta ad agire qualora serva.
Le sorrido, la ringrazio e mi ritrovo a fissare la sua figura ancora un po' stupito.
Sì, è decisamente strano vederla qui.

L'odore tipico dell'ospedale mi investe con prepotenza, sarà anche colpa del vento che ulula tra gli spifferi delle finestre.
Non lo sopporto, fa riaffiorare troppi ricordi fantasma. Cerco di virare la mente verso altri pensieri, ma l'immagine di mio padre steso su un letto bianco mi colpisce come un attacco da parte di un nemico di cui si conosce la presenza, ma non le sue tempistiche.

Non è il momento Damien, non è il momento.

Amelia mi resta vicina e il suo profumo di lavanda in qualche modo combatte quello della struttura, è la mia guerriera posta a difesa di un fortino malconcio quale sono.

DestinoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora