<97> Amelia.

1.5K 84 39
                                    

Il petto di Damien si alza e si abbassa, ascolto il cuore battere lento e calmo.
Così tranquillo e sereno.
Assimilo ogni centimetro di quel profilo perfetto, passando lo sguardo minuziosamente sui dettagli.
La mia testa è posata sul suo braccio, la sua mano abbandonata nella mia.

Non l'ha lasciata neppure per un singolo istante.

Un accenno di sorriso riscalda le sue labbra, le palpebre chiuse mi forniscono un ottimo momento di riflessione della sua bellezza.
Damien è meraviglioso, sia all'interno che all'esterno.
Possibile che io sia stata davvero così fortunata a incontrarlo?
Sfioro la sua clavicola, soffermandomi su una minuscola cicatrice impressa nella pelle.
Il suo sorriso si allarga, tuttavia, non è ancora disposto a regalare il suo nocciola al mondo esterno.

«Un piccolo incidente di quand'ero bambino», spiega con il tono caldo che tanto amo, e di cui non potrei più fare a meno, «ero molto più spericolato di come sono adesso» aggiunge, il petto si muove in seguito a una breve risata.

«Ho la sensazione che ci sia ancora molto da scoprire sul vecchio Damien» mormoro affascinata, ammirando il sole filtrare attraverso le persiane chiuse.
La stanza si fonde con il giallo, divenendo quasi magica.
Una scena solo per noi due: gli unici padroni di questo istante.
Sono trascorse molte ore, eppure sembrano volate in un battito di ciglia.

«Come stai?» domanda aprendo finalmente le palpebre, scrutando nel mio verde a caccia della verità.

«Mai stata meglio» rispondo subito, incapace di tenere a freno il rossore sulle mie guance dettato dall'emozione e dall'intensità del suo sguardo.
È tutto impresso nella mia mente: la dolcezza; la magia; il piacere di riscoprirci e quel pizzico di imbarazzo.

Sarei pronta a riviverlo ancora.

Damien si scioglie nel migliore dei sorrisi, bloccandomi il fiato nella gola. Ha il potere di ingarbugliare la mia testa con uno dei gesti più basilari dell'essere umano.
Tende il viso e mi bacia dolcemente, passando poi al neo sul mio labbro superiore e infine alla fronte.
Lo stomaco si aggroviglia come uno dei peggiori nodi mai stati creati.

Cavolo, sono davvero innamorata persa.

Mi ha stregata, gettando su di me un incantesimo potente e indissolubile.
E pensare che avevo solo intenzione di salvarlo da se stesso; alla fine è stato lui a intrappolarmi nel suo bozzolo intricato.
Sono caduta in trappola, eppure, se me lo chiedessero, mi butterei nuovamente in questo fuoco.

Damien lascia andare il respiro, uno sbuffo lungo.
«Ero così nervoso», ammette con un mezzo sorriso, «ma non avrei fatto una bella figura se di colpo fossi svenuto, giusto?»
Adesso ride e io lo faccio con lui, grata di poter spezzare il velo di tensione tra noi.
Lo rendo partecipe delle mie preoccupazioni che tanto non differivano dalle sue, e mettiamo a nudo le nostre sensazioni.
In realtà sono più io a parlare; Damien su questo lato è ancora un frutto acerbo, sebbene abbia compiuto grandi passi in avanti.

Bastano il sorriso e l'espressione a gridare i suoi sentimenti.

Rammento i suoi "ti amo" sussurrati accanto al mio orecchio e rabbrividisco.
La sua intonazione è bassa, davvero simile a quella del fratello, ma in Damien c'è quella inspiegabile nota profonda, quasi misteriosa.

Vorrei restare così per un tempo infinito.
Io e lui sulla stessa lunghezza d'onda.

Ci ritroviamo a chiacchierare di tanti argomenti, le sue dita tra i miei capelli e il mio braccio attorno al suo stomaco coperto dalla stoffa del lenzuolo.
Mi blocco quando lo vedo mostrare una smorfia di dolore, scoprendo poi le bende alla caviglia che, in tutto il trambusto, non avevo notato.
Amelia, hai proprio un grande occhio, non c'è che dire.

DestinoWhere stories live. Discover now