#213

2.7K 150 16
                                    

Derek scende dall'auto e si guarda intorno. Quell'edificio è sempre uguale: un po' cadente, ma robusto. Prend eil borsone dal portabagagli e si dirige verso il portone. Guarda l'ascensore, sempre fuori uso, quindi si avvicina alle scale. Quelle sembrano diverse, più pulite, forse si è trasferito qualcun altro e ogni tanto dà una rinfrescata. 

Sale lentamente, non ha nessuna fretta e nessuno ad aspettarlo, come sempre. Si sente come un lupo che sta tornando nella sua tana, ma senza una famiglia ad attenderlo. 

E come potrebbe essere diversamente? >Ha allontanato tutti, il suo branco e quello di Scott. Ha allontanato suo zio Peter e sua sorella Cora, per partire con una mercenaria alla quale non doveva nessuna spiegazione. Sono stati due lunghi anni, ma stare con Braeden ch enon fa domande e non chiede spiegazioni è stato semplice. Hanno fatto alcune missioni, hanno definitivamente eliminato i Calavera e poi si sono separati. Ognuno per la propria strada. 

Non sono mai stati una vera coppia, Derek nemmeno hai mai pensato di andarci a letto e lei doveva pensarla allo stesso modo, ma erano ormai quasi amici. O almeno avevano cominciato a fidarsi. 

Derek, intanto, è arrivato all'ultimo piano, al suo vecchio loft e qualcosa gli sembra ancora più strano. Il portone in ferro non è più grigio, ma rosso scuro. Il pianerottolo è lucido, pulito e le pareti sono di un pulitissimo bianco. 

Anche l'odore è diverso. Sente ancora quello di casa, quello che c'è semrpe stato, ma qualcosa è in più

Derek scatta in avanti, spalancando il portone che, per fortuna, è sempre aperto e gli si blocca il respiro. 

Il loft è luminosissimo, le vetrate sono tirate a lucido e ridipinte di bianco. Le pareti sono bianche e verdi, verdi come il divano che è al centro. 

Contro la vetrata c'è ancora il grosso tavolo in legno, anche quello tirato a lucido e, dove prima c'era un grosso buco sulla parete, ora c'è una enorme libreria, alta fin sotto il soffitto. 

Il pavimento è un parquet scuro, che contrasta con la luce che inonda tutto lo spazio, ma che a Derek piace tantissimo. Dà calore. C'è anche un grande tappeto ai piedi del divano e una tv accesa su un videogioco messo in pausa. 

Si sente l'odore del branco, di pasta che cuoce, delle orchidee in un vaso in fondo alla stanza. Si sente odore di casa e, soprattutto, c'è un odore che padroneggia sugli altri. 

"Erica, ti avevo detto che avrei potuto fare a meno dei pomodorini, preparo il pesto!" 

Stiles lo dice uscendo dalla cucina, per poi bloccarsi e lasciar cadere uno strofinaccio ai suoi piedi. 

Derek lo osserva: è cresciuto, è ancora più bello di prima. Un po' più alto, ha il fisico più robusto e sembra molto sicuro di sé. Derek vorrebbe dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma si sente un intruso, nonostante quella sia casa sua e potrebbe anche arrabbiarsi per tutto quello. Solo che non ci riesce, nessuna parte di lui riesce ad arrabbiarsi. 

Stiles vive lì, è evidente. Il suo odore ricopre ogni superficie, la sua personalità è nel giallo delle pareti, nelle action fugures di Star Wars e nella luce che inonda tutto. 

Il ragazzo sembra riprendersi dallo shock e arrossisce di botto, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo. 

Il sorriso che si apre sul suo volto, scioglie ogni pietra che si è posata sul cuore di Derek. 

"Bentornato a casa, Derek" dice solo e Derek fa un passo, poi un altro e un altro ancora. Fino ad essergli di fronte e ad avere le mani ad incorniciare le guance calde del ragazzo. 

"Grazie per averla resa casa, Stiles" dice, per poi abbracciarlo forte. 



La parola era "TANA". 

365 Sterek (2)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora