#337

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Sono solo. 

Sono in discoteca, c'è folla e sono solo. 

C'è questo bellissimo ragazzo che sta cercando di avvicinarsi a me. Non è come gli altri, sta prima cercando di capire se voglio, se sono disponibile e interessato. Vuole sapere se mi infastidisce. 

E mi piace. Quasi nessuno si comporta così. Tutti si strusciano, pensano di avere il diritto di farlo, solo perché sei in discoteca, al centro della pista e stai ballando. 

Quasi nessuno, lì dentro, si chiede mai se sei lì per la musica. Per la danza. O solo per l'alcool. Quasi nessuno pensa che tu sia lì  e che non voglia del sesso occasionale. 

Il ragazzo continua a ballare a distanza, continua a guardarsi e, impercettibilmente, ti sorride. Lo fa in maniera così spontanea, che sai di essere arrossito. Ormai non ti capita di arrossire da anni, perché mai più ti è interessato degli sguardi o dei complimenti altrui. 

Non che qul ragazzo ti interessi, ma è diverso, quindi ti coglie inaspettato e abbassi gli occhi. E arrossisci. 

Quando rialzi lo sguardo, lui sta ancora sorridendo e con un leggero cenno della mano ti chiede se può raggiungerti. 

Te lo chiede. Assurdo. 

Sei così preso alla sprovvista che annuisci e lui, in pochi passi è lì. Continua a ballare, senza mai sfiorarti, nemmeno per sbaglio. La cosa quasi ti lusinga. 

"Io sono Albert" dice, urlando per sovrastare la musica. 

"Stiles" rispondi. 

Ballate lì, a debita distanza, ma comunque troppo vicini per essere due estranei. Il ragazzo, albert, dopo un po' ti chiede se ti va di prendere una boccata d'aria e tu, ancora una volta, annuisci e lo segui. 

Il freddo di gennaio ti colpisce in piena faccia. Scaccia via la musica, il caldo, la gente ammassata in pista e al bar e, soprattutto, scaccia via il torpore dato dal posto e dal cocktail che hai bevuto poco prima. 

Ti senti preso a schiaffi dal freddo gelido, ti senti risvegliato e guardi Albert, che forse ti ha chiesto qualcosa. 

"Tutto okay?" ti chiede, guardandoti stranito. 

Tu annuisci, ti scusi, ma volti le spalle e corri via. Corri al parcheggio, alla tua auto e poi corri verso il bosco. Speri che non ti spunti nessun animale davanti all'auto e per fortuna non succede. 

Parcheggi davanti ad una bellissima villa che ha le luci tutte spente. 

Corri alla porta e non fai nemmeno in tempo a bussare, che si apre e un uomo ti guarda circospetto. Non ti importa, non ce la fai più. 

Scoppi in lacrime e ti lanci tra le sue braccia. 

"Aiutami!" urli, disperato, piangendo e stringendo il suo maglione tra le mani. Lui ti stringe e ti porta dentro, senza lasciarti. Ti fa sedere su un divano, continuando ad abbracciarti e ad accarezzarti la schiena, fino a quando i singhiozzi non si fanno meno frequenti e il tuo respiro si regolarizza. 

"Mi spieghi cosa è successo?" ti dice, passandoti un fazzoletto. 

Ti soffi forte il naso, sorridendo alla sua espressione contrariata, poi cominci a spiegargli. 

"Ero a ballare, al Jungle, come ogni venerdì. Ero lì, ballavo, cercando di evitare le mani dei sudici tipi che ci provavano e poi noto questo tipo. Biondo, alto, molto carino. Che mi guarda e non si avvicina. sembrava così un bravo ragazzo, così educato..." 

"Ti ha fatto del male?" chiede l'uomo agitato. 

"Oh, no, no! Non mi ha nemmeno sfiorato. Gli ho fatto capire che poteva avvicinarsi, abbiamo ballato un po' e poi mi ha chiesto di prendere aria. E appena siamo usciti fuori al freddo, sono scappato lasciandolo lì. Dio, che figura di merda!" 

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now