#275

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Stiles impreca tra sé e sé e contro Cupido o chicchessia, mentre cammina e cerca di non inciampare e morire. 

Era tranquillo, in camera sua come quasi tutte le sere, quando aveva cominciato a piovere. Tutto normale, no? Certo. 

Solo che la leggera pioggia si era poi trasformata in una forte pioggia, poi in un temporale con tuoni fortissimi, poi in una sorta di tempesta di fulmini. Stiles si era affacciato alla finestra per osservare quello spettacolo naturale, ma si era spaventato a morte quando un fulmine gli era sembrato vicino, troppo vicino e aveva fatto un rumore assordante impattando contro la terra. 

Stiles era rimasto imbambolato, fino a quando non aveva visto del fumo e poi del rosso, fiamme rosse, in quello stesso punto. L'acqua non gli aveva fatto capire bene dove fossee quell'incendio, ma Stiles sapeva che lì, di fronte camera sua, c'era in lontananza la riserva di Beacon Hills. 

Non ci aveva messo più di un minuto ad infilarsi gli scarponi e a prendere le chiavi della Jeep, per poi metterla in moto. In testa aveva solo quelle fiamme lì, in quel punto. 

Si era addentrato il più possibile nella riserva, dopo aver percorso la statale deserta, solo che, ad un certo punto, si era impantanato e la Jeep aveva cominciato a far girare le ruote a vuoto nel fango. Da lì, nel pieno della natura e a causa della pioggia ancora fortissima, Stiles non riusciva a vedere più le fiamme o il loro bagliore, ma voleva solo arrivare nel posto a cui stava pensando e farlo il prima possibile. 

Quindi era sceso dall'auto, infangandosi fino alle ginocchia, e aveva comiciato a camminare a piedi, imprecando. 

Ora è a metà del sentiero che di solito percorre in auto, per arrivare a Villa Hale, con l'acqua che gli ha bagnato ogni parte del corpo e il freddo fin nelle ossa. Si ferma, si guarda intorno per capire se sta andando nella giusta direzione, capisce che non ha la minima idea di dove sia, ma non fa nemmeno in tempo a gridare aiuto perchè sta andando in panico, che una figura gli impatta contro e Stiles si sente sollevare per il colletto della camicia. 

"Cosa cazzo stai facendo, idiota?!" tuona quello che a quanto pare è Derek, a due centimetri dal suo viso. 

"Cosa cazzo fai tu con la mia camicia! Lasciami!" cerca di divincolarsi Stiles e Derek lo lascia andare rudemente. 

"Scott mi ha chiamato in panico, perché ha visto passare la tua auto davanti casa sua così veloce che credeva ti fosse successo qualcosa. E non rispondevi al telefono. Idiota!" urla Derek, gli occhi accesi di rosso. 

"Smettila di darmi dell'idiota!" urla di Rimando Stiles, sbattendo un piede nel fango. 

"Lo sei!" Derek ora sta proprio ringhiando.

"Oh, allora ti sei scopato un idiota tre giorni fa? Complimenti!" Stiles non riesce a trattenersi. E' sotto la pioggia e i fulmini per lui, e lui lo tratta anche di merda. Come al solito, tra l'altro. 

Derek emette un fortissimo ringhio, gli occhi ancora rossi e Stiles lo vede fare il passo che li separa e....

E Derek gli porta le mani ai fianchi, sollevandolo. Stiles allaccia di istinto le gambe intorno ai suoi fianchi, per poi rispondere al bacio che Derek gli sta dando. 

La pioggia scorre fredda, ma Derek, le sue labbra, le sue mani, i sui occhi, è tutto fuoco. Stiles si aggancia alle sue spalle con le mani, poi gliele infila nei capelli, glieli strattona quando Derek comincia a baciargli e mordergli il collo. 

Stiles geme, muove come può il bacino, mentre Derek ha le mani sul suo culo e gli fa sentire gli artigli anche attraverso i jeans. Sente nettamente il rumore della stoffa che cede, assieme ai boxer, per poi sentire sulla pelle quei graffi che potrebbero anche squartarlo, ma che sono così delicati. 

"Derek..." geme, quando riesce a ritrovare più o meno l'uso della parola. Reclina la schiena all'indietro, mentre Derek porta una mano al suo petto e fa a pezzi anche la camicia. La pioggia gli scorre sulla faccia, sulla pelle, ma tutto quello che sente è la mano di Derek che gli graffia il petto, poi i suoi baci su quelli che sono sicuro segni rossi. 

"Io ora ti porto in casa e ti scopo contro la prima superficie che trovo, okay?" 

Derek glielo dice con voce roca, vicino all'orecchio. Stiles rabbrividisce e annuisce. 

Derek non lo lascia scendere, ma cammina fino alla villa, apre la porta con un calcio, poi la richiude e vi sbatte Stiles contro. 

Stiles che non ci sta a starsene fermo, quindi mette i piedi per terra e afferra i lembi della maglio di Derek per sfilargliela, nonostante si sia attaccata a dosso a causa dell'acqua. 

La pelle bagnata del mannaro gli fa venire l'acquolina e si sporge a leccare il suo petto, poi si abbassa verso gli addominali, fino a ritrovarsi in ginocchio, sul pavimento. 

Derek lo guarda dall'alto, gli occhi che non hanno mai smesso di essere rossi. Stiles prende una sua mano e se la porta dietro la testa. 

"Voglio che mi guidi tu, mi piace" gli dice, mentre gli apre i pantaloni e glieli abbassa. Derek ringhia, ancora. 

Stiles non sa come sia finito nel letto di Derek, ma sa che ad un certo punto lui lo ha interrotto. Ora sono lì, nudi, Derek dentro di lui, che si muove piano. 

"Più forte..." gli dice il ragazzo, mentre si porta le ginocchia al petto, sempre più esposto e senza freni. Con Derek sente di non doversi trattenere, di poter dire e fare quello che vuole. Di poter essere se stesso. 

E Derek obbedisce. Le spinte più forti, precise. Stiles sente così tanto piacere che quasi gli si rivoltano gli occhi all'indietro, mentre viene copiosamente. Derelk lo segue dopo pochi movimenti, per poi accasciarsi su di lui. 

Stiles gli stringe le braccia intorno, gli sfiora la schiena e i capelli, mentre Sente Derek riprendere fiato, con il viso contro il suo collo. Gli stinge anche le gambe intorno alla vita perchè non vuole che esca da lui. 

Quando anche lui riprende fiato, Derek ancora lì, su di lui, Stiles sbuffa una risata. 

"Ero incazzato con te perché l'altra sera, dopo che ci siamo saltati addosso, te ne sei andato. Ero incazzato con te e sono venuto comunque qui di corsa, sotto un temporale, perché avevo visto un incendio nella riserva ed ero terrorizzato al pensiero che tu fossi ferito o anche solo spaventato. Ero incazzato con te e ora sono comunque qui. Sono un debole." 

Derek si muove, puntellando le mani sul cuscino su cui è appoggiato Stiles, per sollevarsi e guardarlo negli occhi. 

"Ero spaventato a morte perchè ti avevo mostrato il mio interesse per te, rischiando di farti del male. Ero spaventato a morte perché Scott mi aveva chiamato e sono uscito a cercarti, nonostante la puzza di bruciato che arrivava da ovest. Ero spaventato a morte eppure sono qui, perché non ne posso fare a meno." 

Stiles muove un braccio, fino ad infilare una mano tra i capelli di Derek, alla base della nuca. "Eri spaventato perché mi avevi dimostrato di essere attratto da me?" chiede. Ha bisogno di certezze e chiarezza. 

"Stiles" risponde Derek, abbassandosi poi verso il suo collo. Stiles lo sente prendere un respiro, come lo stesse annusando. "Stiles, sono spaventato perché sono innamorato di te. E le persone che amo, muoiono." 

Stiles sente il proprio cuore mancare qualche battito e gli occhi farsi lucidi. Stringe forte le braccia intorno a quel grosso lupone che gli è ancora steso addosso, lo stringe più che può. 

"Mi senti? Non sono forte, non sono un essere con poteri magici, ma mi farò sempre sentire con tutta la forza che ho. E non morirò, Derek. Non voglio abbandonarti." 

Derek rotola sul fianco, invertendo le posizioni. Stiles si ritrova appoggiato al suo petto, le braccia che gli congono la schiena. 

"Ti sento" risponde Derek. "Ti sento dentro di me." 





La parola era "CUPIDO". 

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now