#269

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Sai, e hai sempre saputo, che mettere in pratica tutte le tue folli idee non è sempre una buona idea. 

Come la volta in cui, a otto anni, hai deciso di vedere se ti illuminavi, inserendo le dita nella presa della corrente. O come quando a sedici anni hai regalato una tv di settantadue pollici a Lydia per il suo compleanno. 

Lo sai e, ormai, a trentadue anni dovresti aver imparato la lezione. Ma a quanto pare con te non funziona così. 

Eri a lavoro, nel tuo laboratorio, quello che il figlio di Scott chiama "laboratorio degli 'perimenti" e sapevi che quello che stavi facendo aveva depotenziale minaccioso. Sapevi che solo un tremolio avrebbe procurato una fiamma alta, solo che ti sei fidato di te stesso. 

E non avevi torto, perché davvero sei bravo e davvero avresti eseguito tutto alla perfezione, se solo non fosse entrato Tom, salutandoti e sbattendo contro il tuo tavolo. LA fiamma, per fortuna, ti ha bruciato solo la mano sinistra. PEr poco non ti ha ustionato l'intera faccia. 

Ora sei in ospedale, Tom nella sala d'attesa, disperato, e sei lì già da mezz'ora, con la mano che brucia e solo un infermiere che ti ha controllato, per poi dire "il chirurgo arriva subito". Un subito abbastanza relativo, a quanto pare. 

"Cos'ha il diciotto?" senti chiedere da una voce fin troppo familiare, mentre una donna risponde "ustioni di secondo grado ad una mano" e, due secondi dopo, la tendina che circonda il tuo letto viene spostata. 

"Cos'hai combinato?" ti chiede Derek Hale, dall'alto del suo camice bianco aperto su una bellissima camicia azzurra e dei pantaloni eleganti che ti fanno sbavare già. 

"Tu cos'hai combinato!" urli quasi. "Cos'hai fatto per diventare medico?" 

Vedi Derek, Derek Hale, il tuo ex Derek HAle, alzare gli occhi al cielo come faceva anni prima. 

"Quando ero qui con Laura, studiavo, ricordi? Ho solo finito gli esami."

Lo guardi, non sai cosa dire e lui avanza, prendendo la tua mano fasciata tra le due. Comincia a togliere piano le garze, delicatamente e tu distogli lo sguardo dalla tua povera mano tutta arrossata. 

"Tornerà come prima?" chiedi, strizzando gli occhi. Solo che Derek non risponde, ma senti un leggero soffio sulla pelle che brucia e ti giri a guardarlo. 

Ha il viso accostato al tuo arto e sta soffiando, alleviando di poco il dolore, ma distraenditi abbastanza da esso. 

Rimani incantato dalla scena, fino a quando non lo vedi prendere quella che sembra una pomata e comincia a spargerla con tocchi leggeri. 

Senti subito una sensazione di fresco e tiri un sospiro di sollievo. 

"Devi mettere questa fino a quando non guarisce del tutto. Fai attenzione, lascia macchie sui vestiti" ti dice, prendendo poi delle garze pulite e fasciandoti di nuovo. "Tornerà come prima" dice, poi, alzandosi. 

"Derek?" lo chiami, mentre è di spalle che scrive qualcosa. 

"Mh?" ti dice, senza girarsi. 

"Sono felice che tu abbia trovato la tua strada" dici tutto d'un fiato, mentre il cuore ti batte furioso. Lo senti prendere un netto respiro, poi si gira. 

"Io l'avevo già trovata la mia strada" ti dice, guardandoti negli occhi, ora, serio. 

Tu abbassi lo sguardo, cominciando a giocherellare con i bordi della garza, senza sapere cosa dire. 

"Ehi, non toccarla che si sporca e puoi prendere infezione" Derek te lo dice prendendo le tue mani tra le sue, inginocchiandosi davanti a te. Lo guardi dall'alto del lettino e l'amore che provavi e che provi ancora per lui ti esplode così forte dentro, che ti si blocca il respiro. 

"Ero un ragazzino insicuro" dici. "Ero fragile, volevo capire cosa fare nella vita e ho distrutto quello che invece mi rendeva forte e felice." 

Derek ti porta una mano sulla guancia 

"Vuoi uscire con me, una di queste sere? Magari facciamo due chiacchiere?" 

Annuisci di scatto, subito. "Quando vuoi" dici tra l'entusiasta e l'agitato. "Come un appuntamento, vero?" chiedi, così, per sicurezza. 

"Come un appuntamento" ti conferma l'amore della tua vita, sorridendoti. 


La parola era "IDEE". 

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