365 Sterek (2)

#330

Stiles scende al piano inferiore, strisciando i piedi sui gradini e annusando l'aria. 

"Frittelle?" chiede, entrando in cucina e trovando Scott ai fornelli. "Da quando sai cucinare?" gli chiede. 

"Amico, ti ricordo che anche io sono figlio di un genitore single che lavora e che da due anni sono fuori per il college."

Stiles sorride, abbracciandolo poi da dietro, affondando il viso contro la sua schiena. 

"Grazie, Scottino" dice. 

Scott toglie le frittelle dalla padella, poi si gira nell'abbraccio. 

"Non devi ringraziarmi, sei mio fratello." 

Scott gli stringe le spalle, poi si separa.

"Che ne dici se stiamo tutto il giorno a giocare con la play?" Chiede, servendo la colazione.

Stiles comincia a saltellare. "Davvero? Non devi studiare o fare qualche commissione?"

"Anche tu dovresti studiare, ma direi che se saltiamo un giorno non succede nulla."

"Ho vinto di nuovo!"  Stiles alza il controller al cielo, facendo una linguaccia ad un povero Scott sconfitto. "Puoi essere lupo quanto ti pare, ma ai videogiochi sono sempre il più bravo!"

"Scemo" risponde Scott, tirandogli il cuscino. "Stai meglio?" chiede. 

Stiles abbassa lo sguardo. "Mh, direi di si."

"Vuoi parlare di ieri sera?" 

Stiles sbuffa una risata. "Scott, di cosa dovrei parlare? Di me che entro in un locale gay e ci trovo Derek? Derek che conosco da dieci anni e che ho sempre creduto etero e amato in silenzio?"

"O del fatto che ti sei sentito tradito perché tu ti sei sempre aperto con lui, è stata la seconda persona con cui hai fatto coming out e lui invece sembrava nascondersi anche con te?" 

Stiles si lascia cadere contro lo schienale del divano. "E se era lì solo per bere e la musica?" chiede, per poi agigungere allo sguardo di Scott "Hai ragione, era seduto con quel tipo e sembravano ad un appuntamento. Che poi chi cazzo era quello? Dio, avrà avuto quarant'anni!" 

"Stiles?" 

Stiles si gira verso Scott che sembra stranito. 

"Non dirmelo. E' fuori casa mia, vero?"

"Mh."

"Ed è incazzato, vero?" 

"Mh, mh."

"E ora tu te ne vai per farlo entrare perché sei un bravo amico per entrambi, vero?"

Scott sorride. "Dovere. Ci vediamo dopo."

Stiles si sporge per ricambiare l'abbraccio, Scott gli bacia i capelli, poi se ne va. Stiles sente la porta di ingresso chiudersi e, dopo un po' Derek entra in salotto. 

"Ciao, Derek."

"Ah, ora mi saluti?" 

Colpito. 

Stiles non sa come spiegare che ieri si è incazzato non perché Derek non gli abbia detto dei suoi gusti sessuali (nessuno è obbligato a farlo, anche se con amici stretti e se Derek non ha voluto va bene così), ma si è arrabbiato per gelosia. Perché è fottutamente innamorato di lui. 

"Eri in compagnia."

"Anche tu eri con Danny, ma non avrei avuto problemi a salutarti." 

"Forse perché tu sei maleducato."

Derek fa qualche passo, poi si siede di fianco a Stiles. 

"Non vuoi chiedermi perché ero lì?" 

Stiles lo guarda negli occhi. "No, Derek, davvero. Non devi spiegarmi perche fai quello che fai." 

"E allora perché hai fatto finta di non vedermi e poi ti sei lanciato in pista strusciandoti su chiunque?" 

"Non mi sono strusciato, Der...Aspetta, sei infastidito?" 

Derek volta lo sguardo. "Non devi spiegarmi perché fai quello che fai."

"Derek che ti prende?" 

"Niente. Non ti avevo mai visto...così."

"Così come?" 

"Eri lì, ballavi. tutti ti guardavano e... Okay, sì, ero infastidito." 

Stiles si alza di scatto, non iesce a stare in piedi. 

"Infastidito per?" 

"Tu perché eri infastidito?" ribatte Derek, guardandolo dal basso. 

Stiles abbassa lo sguardo, non risponde e Derek si alza avvicinandosi. 

"L'uomo che era con me ieri era Peter, Stiles. Se ti fossi degnato di venire a salutare, lo avresti visto in faccia." 

"Perché eri infastidito, Der?" 

Derek si avvicina, accarezzandogli una guancia. 

"Perché il mio lupo impazzisce quando qualcuno ti ronza intorno, al solo pensiero di poterti perdere."

La parola era "FRITTELLE". 

Sì, lo so, fa particolarmente schifo, ma ho mal di testa da due giorni e zero fantasia. Anzi, se avete qualche richiesta, è il momento di farla! (Anche perché manca solo un mese, circa).