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Stiles lascia la sua tisana della sera in infusione, poi va a mettersi il pigiama. Sale al piano di sopra, scalcia via le scarpe e, finalmente, si mette comodo. 

A lavoro è stata una di quelle giornate senza sosta, un sacco di cose da fare e l'impressione di avere troppo poco tempo per farle. Al ritorno è stato bloccato nel traffico per un'ora, a causa di un indicente e, appena messo piede in casa, si era fulminata la luce nell'ingresso. Ora, finalmente, può riposarsi. Ha pur sempre trentadue anni, non ha più l'età per fare una vita così frenetica! 

Scende di nuovo in cucina, prende la tazza e si siede comodo sul divano, afferrando il telecomando. Sta per mettere play all'ennesima serie tv di cui sta ossessionarsi, quando suonanl il campanello. Non è tardi, sono solo le nove di sera, ma è strano che qualcuno vada a fargli visita. Soprattutto considerando che Lydia è fuori New York e i suoi colleghi erano tutti impegnati. 

Si trascina fino alla porta e, quando guarda dallo spioncino, il sangue gli si gela nelle vene. Apre di scatto, già con il cuore a mille. 

"Cosa è successo?" chiede solo,, sicuro che se lui è lì, il motivo non è sicuramente piacevole. 

"Ha avuto un incidente frontale con un Alpha, ora l'abbiamo portato dal druido di qui, ma lo sai che lui non può aiutarlo fino in fondo." 

Stiles fa cenno a Peter di entrare e corre al piano di sopra per rivestirsi. Afferra una tuta, una maglietta a caso e le scarpe: in due minuti è di nuovo di sotto. 

"Andiamo" dice e Peter lo segue. Entrano in auto del mannaro, la sua guida veloce e spericolata non spaventa minimamente Stiles che ha nella mente un solo, unico pensiero. 

Derek. Derek. Devo salvare Derek. 

Non vede Derek da sette anni, da altrettanti anni non vede Peter. Stiles se n'era andato da Beacon Hills dopo l'ennesimo nemico sconfitto, con Derek che era tornato Alpha e con delle scintille viola luminescenti che uscivano dalle proprie mani. Nessuno si era spiegato il perché, ma, come in automatico, Stiles era diventato il druido di quel nuovo Alpha, legato a lui per sempre. Come se non lo fosse già. 

Solo  Peter aveva capito tutto: che Stiles era il compagno del lupo di Derek, che le loro parti sovrannaturali (druide e mannare) si erano scelte in modo del tutto naturale e, soprattutto, aveva dato l'opportunità a Stiles di andare via da tutto quello. 

Derek erano due anni che lo rifiutava, ch elo trattava male e, a quanto pare, suo zio aveva notato la sofferenza di Stiles. Quindi, Stiles aveva accettato, ma ad una condizione: Peter sarebbe dovuto correre da lui, se Derek fosse stato in pericolo e avesse avuto bisogno del loro legame. 

Per questo, ora, stanno entrando in quella sorta di clinica e stanno correndo lungo il corridoio. Peter si ferma davanti ad una porta bianca. 

"Qui" dice solo e si sposta, lasciando che Stiles apra la porta ed entri. 

Derek è in un letto, mentre si contorce da un evidente atroce dolore, mentre cerca di non urlare. Attorno a lui ci sono due donne e un uomo, il druido della città, che, però, non può fare tanto. 

"Sei il suo druido?" chiede infatti, e Stiles annuisce, avanzando. 

Derek deve aver sentito, perché si volta di scatto verso Stiles e, sicuramente, perde per un attimo il controllo del dolore, perché un ringhio profondo gli esce direttamente dal petto. 

Stiles si avvicina, appoggiando le mani sulla profonda ferita che gli squarcia l'addome, che non sembra volersi richiudere, poi si rivolge alle altre persone. 

"Lasciateci soli" ordina. 

Passa lì tutta la notte e tutto il giorno seguente. Derek soffre, urla, delira e, finalmente, dopo più di dodici ore, comincia lentamente a guarire. Stiles non si è mosso, non ha mosso le proprie mani e gli fanno male tutti i muscoli, ma va bene così. Se Derek sta guarendo, ne vale la pena e la varrà sempre. 

Sposta le mani solo quando la ferita è una grande cicatrice rossa, fresca, ma che a breve sarà sparita. Sposta le mani e, per un attimo, la stanza gira e Stiles si lascia cadere in avanti. 

"Ehi."

Stiles lo sente, il respiro di Derek contro i capelli, le braccia che gli stringono la vita e il suo profumo di sempre. Sa di essere sdraiato con lui, che è svenuto e che probabilmente qualcuno lo ha steso lì. Forse lo stesso Derek. 

"Sei un deficiente" dice solo, senza spostarsi, beandosi ancora un po' di quel calore. 

"Doveva essere fatto e per fortuna c'eri tu" risponde Derek. La voce roca di chi non parla da tante ore. 

Stiles alza la testa, specchiandosi in quegli occhi verdi che gli sono mancati come l'aria nei polmoni. 

"Sei comunque un deficiente."

Derek sbuffa un sorriso. "Stai bene?" chiede ed ora è Stiles a ridere. 

"Sei tu quello che fino a poche ore fa urlava e perdeva sangue, sai?" 

"E sei tu quello che ha esaurito ogni sua energia pur di salvarmi." 

"Sto bene, Derek. Tu come ti senti?" 

Derek lo stringe ancora un po'. "Mai stato meglio di così" dice. "Mi dispiace." 

Stiles ricambia la stretta, avvolgendo il busto del suo compagno come può, senza stringere troppo. "Ci teniamo in vita a vicenda, non ci uccidiamo. Non mi metti tu in pericolo, Der"dice con un tono di supplica. 

"Lo so, ora lo so bene" risponde Derek, baciandogli i capelli. 



La parola era "INFUSIONE". 

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now