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"Stiles, sembriamo due idioti. E anche stalker lo sai?" 

Stiles si sporge verso Scott che sta guidando la moto, parlandogli (urlandogli) in un orecchio. "MA SIAMO DUE IDIOTI STALKER MOLTO, MOLTO CARINI!" 

Scott ride. 

Stanno passando per la terza volta davanti a quel ristorante quel giorno (e per il quarto giorno consecutivo, in generale), solo perché Stiles, per caso, aveva visto un meraviglioso (a suo dire) ragazzo che sicuramente lavorava lì. E la supposizione si era rivelata fondata, dato che lo avevano visto uscire di lì altre volte, spesso reggendo piatti o bicchieri. 

Stiles aveva deciso di passarci nel pomeriggio perché "così non sta lavorando e magari ci nota" aveva detto e, quindi, ora stanno girando di nuovo intorno al quartiere per cercare di farsi notare. 

"Sì, per quanto possano essere carini due ragazzi in moto col casco integrale" risponde Scott, svoltando a destra e passando di nuovo di fronte al locale. 

"Oddio, Scottino! GUARDALO, STA APPOGGIATO AL CANCELLO!" urla ancora Stiles. 

"Ehi, così ci fai cadere!" lo riprende Scott, ma rallentando di poco. 

Sono quasi davanti al ristorante, quando Stiles vede l'uomo scostarsi dal cancello, mettersi sul marciapiede e alzare una mano in loro direzione, come volesse fermarli, urlando "VOI DUE, FERMI!" 

Nonostante le esortazioni di Stiles a proseguire ocn indifferenza, Scott rallenta e si accosta al marciapiede. 

"Dice a noi?" chiede con ingenuità, mentre Stiles comincia a muoversi freneticamente, rischiando di far cadere tutti e due e la moto. 

"Sì, a voi due che state studiando il mio locale da quasi una settimana. Sapete che la polizia non impiegherebbe molto ad arrestarvi se state cercando di capire come rapinarmi?" chiede il ballissimo ragazzo, con sguardo duro, ma con due occhi verdi fantastici. 

"mio padre è lo sceriffo!" si intromette Stiles, ricevendo una gomitata da parte di Scott. 

"Ancora meglio" risponde l'altro. 

"Questo locale è tuo?" continua Stiles, sfilandosi il casco, ricevendo un'altra gomitata. 

"Sì, Stiles, è mio."

Stiles spalanca gli occhi. "Come fai a conoscere il mio nome? Sei uno stalker?" altra gomitata. 

"I nostri genitori si conoscono e so come si chiama il figlio dello sceriffo. Sono Derek Hale." 

"Il figlio di Talia? Quello che viveva a New York?" Stiles chiede, scendendo dalla moto e lasciando il casco tra le mani di uno sbigottito Scott. 

"Sì, io" risponde l'altro. 

"Oddio, io avevo una cotta per te anche quando avevo otto anni!" si lascia scappare Stiles, portandosi poi una mano a coprirsi la bocca, pentito. Sente chiaramente Scott pronunciare un "imbarazzante" e Derek sorridere. Ghignare, in realtà. 

"Anche ad otto anni? Quindi è per questo che sei qui ogni giorno? PErché ce l'hai anche ora?" 

Stiles balbetta qualche parola confusa, arrossendo e abbassando la testa. 

"Tu come ti chiami?" dice Derek rivolto a Scott. 

"Scott McCall."

"Scott, puoi andare, riporto io il tuo amico  a casa più tardi."

Stiles alza la testa di scatto, guardando Scott, poi Derek, poi di nuovo Scott. 

"Se lui è d'accordo" aggiunge Derek. 

Stiles annuisce, dando una pacca a Scott. "Sentito, Scottino? Mi riporta lui a casa. Via, sciò!" 



La parola era "RISTORANTE". 

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now