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"Ehi, piccola polpetta!" 

Stiles si abbassa verso la bambina che gli è gattonata fino alle caviglie. La bimba sorride e sbava un po', facendo teneri versetti. Ha dei grandi occhioni verdi, espressivi e felici e capelli neri; ha le guanciotte rosa e delle gambe tutte da mordere. Stiles si abbassa sulle ginocchia per prenderla in braccio, quando lei si siede e alza le braccine verso l'alto. 

Stiles fa volontariato ogni settimana nel nido dell'ospedale e ci sono sempre bambini diversi. Figli di medici, infermieri, dei pazienti o di chi è lì per una visita. 

La bambina sorride ancora, mentre gli appoggia una manina paffuta sulla guancia, poi lo guarda corrucciata e... gli starnutisce in faccia. 

"Oh, sei proprio una principessina" dice il ragazzo, sorridendo e pulendole il nasino con un fazzoletto. Si siede su uno dei divani, di fianco a Josh, il figlio del primario di ortopedia. 

"Chi è lei?" chiede il bambino. 

"Non lo so. Questa polpettina è la prima volta che la vedo, ma sembra simpatica" risponde, mentre la bimba gli afferra una ciocca di capelli e tira forte. Poi ride ancora. 

Stiles le fa il solletico, perchè è davvero davvero carina quando ride e strizza quei grandi occhioni. Anche Josh ride con lei. 

"Sì, sembra simpatica. Si chiama Arya, secondo te?" chiede, indicando il ciuccio. 

"Sì, penso di sì. Arya è proprio un bel nome, sai, piccola?" lei ride ancora. 

Poi gli starnutisce di nuovo in faccia. 

"Qualcuno deve avere il raffreddore e ha tutte le intenzioni di passarlo a Stiles" dice, pulendola e facendo sbellicare Josh. 

"Stiles?" lo chiama Giulia, l'altra volontaria. "Mi dicono che c'è il suo papà che è venuto a prenderla" dice, indicando la bambina. Stiles annuisce. 

"La riporto al papà e poi torno da te a colorare, okay?" chiede a Josh che annuisce. 

Si alza, mentre la bambina appoggia la faccia contro la sua spalla e il suo collo, mettendosi comoda. 

"Sei stanca?" chiede, accarezzandole la schiena. La bimba sembra fare un verso di apprezzamento.

"Dalla a me, Stiles, tranquillo, torna da Josh" lo intercetta Giulia. Stiles schiocca un bacio sulla guancia di Arya, poi la passa alla ragazza. 

"Ciao, ciao, polpettina!" la saluta con la mano, mentre la sua collega si allontana. Poi passa tutta la mattinata a colorare disegni degli Avengers con Josh. 

Il pomeriggio va all'università per consegnare dei libri, ma non ha corsi da seguire, così se ne sta un po' in biblioteca a studiare tranquillo, prima di tornare a casa. Per fortuna Lydia è abbastanza ricca da avere una casa a New York, o Stiles non avrebbe saputo come poter gestire il caos del dormitorio del college. 

MEtte piede in casa, scalzando via le scarpe e lasciandosi cadere a peso morto sul divano. Sta per addormentarsi, dato che la sua coinquilina è fuori per il weekend, quando squilla il telefono. Non conosce il numero, ma risponde lo stesso. 

"Sì, pronto?" dice, mettendosi a sedere, sbadigliando. 

"Stiles." 

Il respiro gli si blocca a metà strada tra i polmoni e la gola. Non sente quella voce da quattro anni, da quando entrambi hanno lasciato Beacon Hills. 

"Dimmi che non devo di nuovo salvarti dall'FBI, che l'ultima volta è stato abbastanza complesso" dice, perché ad essere serio non ci riesce proprio. Dovrebbe pensare a cosa prova per Derek, altrimenti, e non riesce. 

Solo che Derek non ride e sembra voler essere serio. "Ho avuto una bambina, grazie ad un programma di utero in affitto. Stamattina aveva il raffreddore e l'ho portata dal pediatra e, mentre aspettavo che la farmacia dell'ospedale mi desse i farmaci, l'ho portata al nido. Quando sono andato a prenderla, era ricoperta dal tuo odore." 

Stiles non riesce a crederci. "La polpettina con gli occhioni verdi..." dice, quasi sovrappensiero. 

"Cosa?" chiede Derek. 

"Oh, nulla. L'ho chiamata polpetta quando mi è gattonata contro. Arya è tua figlia, quindi. Beh, gli occhi sono i tuoi." 

"Già, sì, mi somiglia. Si è avvicinata a te?" 

"Mh. Gattonando, poi ha alzato le manine per farsi prendere in braccio, è una bimba bellissima e socievole, sai?" 

"Arya non vuole stare mai con nessuno, in realtà..."

"Oh." Stiles non sa cosa dire. Le starà simpatico. 

"Mi farebbe piacere offrirti un decaffeinato, un giorno" dice Derek. 

Stiles sorride perché si ricorda ancora che non beve caffé. "Facciamo un gelato, così ne diamo un po' alla meraviglia?" chiede, senza sapere nemmeno come gli sia venuta uell'idea. MA con Derek è sempre stato così: istinto, zero ragione. E il suo istinto gli sta dicendo di conoscerlo di nuovo, di conoscere Arya, di prendere quel gelato. 

"Vada per il gelato. Domani?" 

Derek sembra quasi impaziente. 

"Sì, sono libero nel pomeriggio." 

Bene." 

Stiles sa che dovrebbe salutare e sta per farlo, ma Derek parla ancora. 

"Stiles?" 

"Mh?" 

"Sentire il tuo odore su mia figlia oggi è stato...bello. E sono stato invidioso perché lei ti aveva visto e io no." 

"Oh. O-okay."

"Ne parleremo domani." 

"Se tua figlia non mi ha passato il raffreddore. Mi ha starnutito diritto in faccia. Ben due volte!"

Stiles sente Derek sbuffare un sorriso.

"Va bene, ne parliamo domani."

"Certo. Ciao, Derek."

Stiles mette giù, poi si lascia di nuovo cadere sul divano. Il cuore a mille, le mani sudate e un enorme sorriso sul volto. 





La parola era "POLPETTA". 

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now