365 Sterek (2)

#299

Scott ha sempre avuto paura dei medici. Non sa perché, non sa se si tratta di un trauma dell'infanzia o cosa, ma ha paura e, ogni volta che gli tocca andarci, rimanda. 

Solo che ora non può proprio rimandare, è caduto dalle scale quella mattina e un dito del piede è così gonfio e nero che sembra poter esplodere da un momento all'altro. Quindi si è messo l'anima in pace e ha deciso di vedere un medico. Solo che il medico che Scott riesce a vedere è solo uno, il suo migliore amico (dopo il migliore miglior amico che è Stiles, che altrimenti si offende). 

Arriva a casa di Derek zoppicando, per fortuna abitano nella stessa strada. Spera non stia facendo il turno di mattina o, peggio, che non sia tornato da quello di notte, dato che sono le otto e potrebbe star dormendo. 

Suona il campanello appoggiandoci il dito sopra, velocissimo, sperando comunque di essere sentito, mentre stringe i denti a causa del dolore. 

Derek ci mette un minuto ad aprire, l'espressione assonnata, solo i boxer addosso e sbadigliando. 

"Scott, cosa ci fai così presto qui?" chiede, facendolo passare. Scott entra saltellando sul piede sano. "Ti sei fatto male?" 

"Sono caduto dalle scale a casa e credo di essermi disintegrato un dito del piede. Si è gonfiato, è nero... dici che me lo staccano?" chiede tutto d'un fiato. 

Derek non risponde, ma lo sorregge accompagnandolo in salotto e facendolo sedere. 

"Fammi vedere" dice, abbassandosi e prendendo il piede di Scott tra le mani, senza però toccare il dito. "Riesci a piegarlo?" 

Scott muove il piede. "Sì, ma mi fa malissimo." 

Derek lo lascia andare. "Lo sai che sono un cardiochirurgo, vero? Devi andare al pronto soccorso per una radiografia, non posso dirti se è rotto o se è solo per la botta che si è gonfiato." 

Scott cerca di guardarlo con occhi da cucciolo. 

"Inutile, McCall, ti tocca andarci. Tua mamma è infermiera, perché non vai con lei e lasci in pace me?" dice, ma con tono scherzoso. 

"Lo sai che ho il terrore degli ospedali. Mi ci accompagni tu? Mamma non c'è stamattina, è con il padre di Stiles non so dove." 

Derek sembra pensarci. "Ma mi devi dare almeno un'ora, non posso uscire ora con te." 

Scott alza il piede sul divano e si stende. "Okay, fai quello che devi fare, ti aspetto qui." 

Derek sembra titubante. Poi guarda verso il piano di sopra. "Non puoi aspettare qui" dice, eloquente. 

Scott scatta a sedere. "Oh! Oooooh! Sei in dolce compagnia? Okay, okay, saltello fino a casa e poi passi tu? Un'ora?" 

"Un'ora" conferma il medico, aiutandolo ad alzarsi e accompagnandolo alla porta. Scott sta per uscire, quando si ferma sull'uscio. 

"Quella felpa rossa..." dice, indicando una maglia appoggiata sul mobile nell'ingresso, come se fosse stata lanciata lì, rischiando addirittura di far cadere il vaso. Si guarda intorno e vede anche una scarpa e una confezione di patatine ricce. "STILES E' QUI?" dice, sconvolto. 

"CIAO, SCOTTINO!" urla una voce dal piano di sopra. "SCUSA SE NON SCENDO A SALUTARTI. MI DISPIACE PER IL PIEDE E PER NON AVER SENTITO I TUOI MESSAGGI, VENGO CON TE DOPO ALL'OSPEDALE!"

Scott non risponde, ma guarda Derek, sconvolto. Derek che è anche arrossito. 

"Tu scopi con Stiles? Il mio Stiles?" gli chiede. 

"Io...io non scopo con lui" risponde Derek. 

"Derek, ci sono i suoi vestiti lanciati in giro, come se foste entrati dalla porta e vi foste saltati addosso, sai?" 

"Ed è così" conferma l'altro. "Ma intendevo che noi non scopiamo. Noi...beh, facciamo l'amore." 

Scott vede Derek arrossire. "SEI INNAM-" non riesce a finire la frase perché Derek gli ha coperto la bocca con la mano. 

"Taci! Vai a casa, metti del ghiaccio e aspettaci." 

Scott annuisce e Derek lo libera. "Però poi mi racconti e STILES, MI DEVI DELLE SCUSE PER AVERMI TENUTO NASCOSTA QUESTA COSA!" 

"SEI TU CHE NON TI ACCORGI MAI DI NIENTE, SCOTTINO!" 

Scott sorride, alzando gli occhi al cielo. "Forse ha ragione" dice, salutando Derek e chiudendosi la porta alle spalle. 

La parola era "MEDICI".