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"Ehi, Stiles! Derek ed io questa estate facciamo un viaggio on the road per la California. Vieni con noi? A lui sta bene!"

Era iniziata così. Una semplice domanda di Scott, il suo migliore amico, che lo invitava in vacanza con lui e Derek.
Derek. Il fratello maggiore adottivo di Scott, per il quale Stiles aveva una cotta da quando aveva cinque anni e Derek dieci. Ora ne aveva diciassette e lui ventidue.

Avrebbe dovuto rifiutare. Avrebbe dovuto dire "No, grazie Scott, ma non ho tanti risparmi". E invece, ovviamente, aveva accettato.

Erano partiti di mattina presto, Derek alla guida e Scott al suo fianco. Avevano guidato per due ore, poi si erano fermati a fare colazione su una spiaggia.

E poi avevano continuato a guidare per ben quindici giorni. Si alternavano al volante, chiacchieravano e scoprivano posti nuovi.

Dopo tre giorni, Stiles era rimasto per un po' solo con Derek, mentre scott era al telefono con la sua ragazza.
Erano seduti sul cofano della Camaro del maggiore, rivolti verso una vallata, quasi all'ora del tramonto. Se ne erano stati lì, in silenzio, a guardare davanti a loro, fino a quando il silenzio era stato troppo e Stiles aveva cominciato a parlare.
Gli aveva raccontato della scuola, di Lydia e della dieta dello sceriffo. Gli aveva detto di voler entrare nell'FBI, del dieci in matematica e di quando era caduto dalle scale due settimane prima.
Derek non aveva quasi parlato, a parte qualche risata abbuffata o alzata di occhi al cielo.
Mentre Scott si avvicinava, dopo aver staccato la telefonata, Derek era sceso dal cofano e, prima di allontanarsi, aveva detto solo "Sei cresciuto". Stiles non aveva parlato per dieci minuti.

Il settimo giorno erano andati di nuovo in spiaggia. Avevano fatto il bagno, Stiles e Scott, mentre Derek era al telefono er chissà cosa. Aveva staccato quando Siles era tornato sulla spiaggia, bagnato e col respiro corto.
"Cavolo, devo fare più attività fisica, se dieci minuti di nuoto mi rendono così!" Aveva detto, lasciandosi cadere sulla sabbia.
Derek lo aveva guardato dall'alto, aveva alzato gli occhi al cielo come suo solito.
"Non che tu ora sia messo male."
Stiles, di nuovo, non aveva parlato per un po', ma aveva pensato.
Aveva pensato a Derek che la mattina comprava i cornetti a tutti e tre, ma che a Stiles lo prendeva vuoto perché le creme di mattina gli facevano male allo stomaco. E lui non glielo aveva mai detto. Aveva pensato alla sera prima, quando aveva trovato un bicchiere di latte col cioccolato in camera, e aveva pensato l'avesse messo Scott.
Aveva pensato a tutte le volte che si erano trovati a parlare in quei giorni, alle battute sarcastiche e agli sfottò di Derek.
Aveva pensato a tutto quello e aveva sorriso.

Ora sono passati dodici giorni e Scott è appena tornato in camera con la testa abbassata e l'espressione da cane bastonato. Ha appena detto che Allison è tornata prima dalla sua vacanza e che, se tornassero quella sera, lui riuscirebbe a vederla prima della sua prossima partenza.
"Scottie, non è un problema se torniamo due giorni prima, tanquollo" gli dice Stiles.
"Ma non mi va di rovinare la vostra vacanza. Mi dispiace troppo. Restiamo qua!"
Stiles sbuffa. Scott è sempre troppo un cucciolo. Per lui davvero non c'è problem-
"Ti accompagniamo a metà strada, alla stazione. Tu torni da Allison e noi due facciamo le altre tre tappe."
Stiles fissa Derek per assicurarsi sia stato lui a parlare. Poi fissa Scott che sorride sollevato. Poi di nuovo Derek.
"Cosa? Io e te?" Dice, con il cuore a mille.
"Io e te. Hai paura, ragazzino?"

Stiles non risponde, ma lo guarda e ghigna. L'unica paura che ha, è quella di innamorarsi ancora di più, ma qualcosa gli dice che potrebbe non essere proprio una tragedia.





La parola era "DICIASSETTE".

365 Sterek (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora