#315

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"No 'ottoessa!" 

Derek ammazzerà Cora. E Isaac. E chiunque altro si trovi sulla strada. 

Ama Lucy, davvero, ma non sa avere a che fare con i bambini. Si impaccia, va in panico e si sente quasi in soggezione. 

Lycy è la figlia di Cora ed Isaac, ha due anni e qualcosina e ha la febbre. Sì, perché è umana, pur avendo due genitori mannari e Derek proprio non sa cosa fare. I suoi genitori sono in viaggio di nozze e l'hanno lasciata a lui. Cioè, l'hanno lasciata al branco, solo che Erica è dal parrucchiere, Boyd sarebbe inutile chiamarlo, Scott sa curare solo i cani e...

"Pronto?" 

"Stilinski, mi servi!" ringhia Derek al telefono. 

"Qual buon vento, Derek. Sì, sto bene, tu come stai?" 

"Non è tempo per il sarcasmo, Lucy sta male!" 

Sente Stiles trattenere il fiato. 

"Male in che senso? Sei in ospedale? Corr-"

"Non così male" lo interrompe Derek. "Credo abbia la febbre. In realtà non ne sono sicuro perché ho una temperatura diversa dalla sua e non ho un termometro, ma ha sicuramente il raffreddore. E piange."

Stiles sbuffa una risata e a Derek viene voglia di uccidere anche lui. 

"Okay, okay, non ringhiarmi contro. Arrivo, tra dieci minuti sono lì. Tu, nel frattempo, asciugale il moccolo!" 

Stiles impiega davvero dieci minuti e, appena entra nel loft, Derek gli lancia quasi Lucy in braccio. 

"Ciao, piccolina! Hai il nasino tutto rosso!" dice, facendola ridere. 

Lui si che ci sa fare. Derek non farebbe mai quella vocina ridicola. 

"Io no 'ottoessa!" ripete la bimba.

"Oh, no, nessuna dottoressa, però mi permetti di vedere se hai la febbriciattola cattiva?" 

Derek aspetta interminabili minuti, mentre Stiles misura la febbre a Lucy tenendola in braccio, sul divano. 

Beeeeeeep! 

"Derek, non ha nemmeno trentasei e mezzo. Sta benone, è solo un po' raffreddata."

Derek si avvicina, guardandola meglio. Ora non gli sembra così tragica la situazione, ora che Stiles è lì. 

"Quando torna Cora?" chiede l'umano. 

"Tra sei giorni. Ma a breve dovrebbe tornare Erica dal parrucchiere, lei è brava." 

"Se non fossi bravo anche tu, l'avresti lasciata nella culla a smoccolare. Invece hai chiesto aiuto e, se Erica è dal parrucchiere, è con te da un bel po' di ore."

Derek annuisce. In effetti sono soli da circa quattro ore. Stiles comincia a fare il solletico a Lucy, facendola ridere. Poi lei lo abbraccia, nascondendo il viso nella piega del suo collo. 

"Sei bravo con lei, con i bambini" gli dice, senza sapere nemmeno perché. 

Stiles arrossisce di botto, Derek sente la sua temperatura alzarsi e il cuore cominciare a battere furiosamente. 

"Stiles, stai bene?" chiede. 

"Oh, sì! Benone! Ora che sta bene anche lei, posso andare? Sai, la spesa, il lavoro, le cose, la vita!" 

Stiles gli passa Lucy, che si stacca di malavoglia, poi si avvia verso la porta d'ingresso. 

"Ci vediamo, Der-"

"Ehi, cucciolo di cerbiatto, dove te ne vai?" 

Erica, arrivata in quel momento, spinge di nuovo Stiles dentro. 

"Erica, stavo tornando a casa, ho da far-"

"Nah, ora te ne stai qui con noi e la bimba. Vero?" 

Quasi si sente minacciato anche Derek da Erica, che gli passa affianco e gli fa un occhiolino, poi prende Lucy. "La zia ora porta questa principessa in cucina per la merenda, voi state qui. Chiacchierate." 

Derek non si perde l'occhiata della biona verso Stiles. 

"Stiles, di cosa dobbiamo chiacchierare?" chiede. 

Stiles abbassa la testa, ancora il viso rosso, poi torna a sedersi sul divano, mangiucchiandosi le unghie. Derek comincia a preoccuparsi. 

"Hai presente che...beh, io e te... in questi mesi..."

"Che io e te siamo andati a letto insieme qualche volta, questi mesi?" lo aiuta Derek. 

Stiles annuisce. "Beh, direi più di qualche volta, Sourwolf" aggiunge, senza alzare lo sguardo. 

"E cosa c'entra con Erica?" chiede il mannaro. 

"Tu lo sai che sono innamorato di te, vero, Derek? Il mio odore..."

Derek annuisce. "Il tuo odore me lo dice da due anni, sì" conferma. 

"E...e tu? Cosa provi per me?" 

Derek non si era aspettato quella domanda. PEnsava di averglielo dimostrato, che il fatto di essere stato con lui tutti i giorni, fosse una chiara dimostrazione. Si era avvicinato a Stiles pur sapendo dei suoi sentimenti, proprio perché li conosceva, era ovvio che ricambiasse, no?

"Lo so che per te è difficile esprimere quello che senti, in bene o in male, ma io ho davvero, davvero bisogno di sapere se siamo in due in questa storia, se...se puoi amarmi, se mai mi amerai... Vorrei saperlo ora, prima che sia...beh, troppo tardi."

Derek si sente andare in panico. Troppo tardi? Stiles sta male? 

"Stiles, cosa vuoi dire? Cosa significa troppo tardi? Cos'hai?" chiede, quasi iperventilando. 

"Oh, no, Derek, no! Non sto morendo e non sono malato. Solo che... beh, vorrei saperlo prima di nove mesi, ecco..." 

E ora è tutto chiaro. La paura di Stiles, il suo essere sparito da due settimane, le assenze agli allenamenti e il fatto che non lo guardi negli occhi. 

Derek gli mette un dito sotto il mento, costringendolo ad alzare lo sguardo e, spontaneamente, gli sorride, come non ha mai fatto con nessuno. 

"Stiles" gli dice, "non hai bisogno di chiedermi se mai ti amerò, perché io già ti amo." Poi abbassa lo sguardo e gli poggia una mano sul ventre ancora piatto. 

"Già vi amo" sussurra, per poi baciarlo piano. 





La parola era "DOTTORESSA".  

365 Sterek (2)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant