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Stiles sente riecheggiare quelle parole nella testa, come se qualcuno, come se Lui gliele stesse dicendo in ogni momento.

Quando cammina al supermercato, quando studia, quando si ferma a giocare con un cane per strada, quella frase riecheggia ancora, ancora e ancora.

Fai di tutto per essere felice, Stiles.

Sente anche il suo tono. Era sereno, in pace e speranzoso. Lui sperava davvero che Stiles potesse essere felice. E Stiles è felice, davvero.

Ha un lavoro che ama, continua a studiare per specializzarsi sempre più, vive in un posto che gli piace e ha tanti amici.

Ma sa cosa intendeva lui. Sa a cosa, a chi, si riferiva. Stiles gliene aveva parlato circa un anno prima, mentre erano a cena ed era un po' giù di morale. Avevano parlato dell'amore, dell'amore non corrisposto e di quello che ha paura di esprimersi. Avevano parlato dei loro amori, per uno quelli finiti, per Stiles quelli ancora troppo vivi e dolorosi. Quelli lontani.

Stiles aveva parlato, aveva sorriso e poi lo aveva abbracciato, prima di andare a letto.

Anche ora è a letto, con il cellulare tra le mani, una conversazione aperta e le dita che scrivono frenetiche, di istinto, ma anche dopo aver aspettato sei anni.

(Ore 23:01) Papà non c'è più. Prima di chiudere gli occhi, mi ha detto di fare di tutto per essere felice. E io, per essere totalmente felice, ho bisogno di te. Ti amo e mi manchi da morire, Derek. Dove sei? SS

(Ore 23:12) Scott mi ha detto tutto solo stamattina. Parto tra un'ora. Vai a dormire, mi troverai lì al tuo risveglio. E non andrò più via. DH




La parola era "RIECHEGGIARE".

Giusto un tempo.
Sono appena tornata dalla vacanza n.2, è stata una serata orribile e sta continuando ad esserlo, quindi mi scuso per il velo di tristezza e per il tema trattato.
Buonanotte.

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