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Ottobre 2019

Stiles non odia Derek. Semplicemente non lo sopporta. E sa di non avere basi solide su cui fondare questa sua opinione, ma è così. 

Conosce Derek Hale solo da un mese e non gli ha mai rivolto la parola. Ecco perché non lo sopporta. Cavolo, dividono la stessa stanza del dormitorio del college e non si sono mai parlati! 

Non che stiles non ci abbia provato più e più e più volte nel corso di quei trenta giorni, ma non c'è mai stato modo di ottenere una risposta che non fosse un monosillabo o una specie di grugnito. 

Derek passa le sue giornate tra i corsi e la biblioteca e, quando torna in camera la sera, o dorme o continua a studiare. E Stiles sa che studia medicina solo perché ha sbirciato tra i suoi libri appoggiati alla scrivania. Non vuole per forza essere suo amico, ma almeno condividere un saluto, un momento, un attimo. e invece niente, Derek continua a comportarsi come vivesse da solo e Stiles continua a non sopportarlo 

"Amico, forse è solo timido" gli ha detto Scott quel pomeriggio. E sì, potrebbe avere ragione, ma quella non è timidezza, è quasi maleducazione! 

Stiles ormai l'ha presa come una sfida personale: riuscirà ad avere una conversazione normale con quel ragazzo. Quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, per inciso. 



Dicembre 2019

"Derek, io allora vado. Torno direttamente il sette gennaio, che ho l'esame di fisica. tu non torni a casa?" 

Stiles lo dice infilando l'ultimo paio di calzini nel borsone che porterà con sé per tornare a Beacon Hills per le vacanze di Natale. Ovviamente, non si aspetta risposta, considerando che Derek ora saluta, ma si è fermato lì. 

"Io non ho una casa in cui tornare."

Stiles pensa quasi di esserselo immaginato e si volta verso Derek seduto alla scrivania. Se ne stà lì, di spalle, con la testa china sul libro. Ma la voce era palesemente sua. 

"In che senso non hai una casa?" chiede Stiles e quasi vorrebbe prendersi a schiaffi per quella domanda stupida. Che cavolo di domanda è? Ovviamente Derek si chiuderà di nuovo in un silenzio ostinat-

"Nel senso che non ho una famiglia che mi aspetta da qualche parte." 

Derek nemmeno questa volta si gira, ma Stiles riesce a sentirlo bene. 

"Oh" è tutto ciò che riesce a dire. 

Ha aspettato mesi per poter parlare con quel ragazzo e conoscerlo e ora non sa proprio cosa dire. 

Derek si alza, afferra la sua giacca ed esce dalla stanza. Stiles deve correre via perché sta per perdere il treno. 

Quella mezza conversazione gli rimbomba in mente per tutte le vacanze e non può fare a meno di pensare spesso a Derek: solo, a Natale, in quel dormitorio semivuoto. 

Febbraio 2020

"Derek, il custode mi ha dato questo pacco per te."

Stiles entra in camera, poggia il pacco sulla scrivania del coinquilino e poi si lascia cadere sul letto a peso morto. Ha seguito sei ore di corsi e non ce la fa più, gli scoppia la testa. 

"Grazie" risponde l'altro, alzandosi dal suo letto e cominciando a scartarlo. 

Stiles lo osserva sorridendo, non riesce a farne a meno. 

Quando un mese prima è tornato dalla California, si è scusato con Derek per non aver detto nulla durante la loro ultima conversazione. Dererk aveva solo annuito, ma da quel giorno qualcosa era cambiato. 

Erano arrivati i "Ciao" nei corridoi, i "Vado a lezione e torno alle cinque", i "Ho preso troppe patatine a pranzo, ne vuoi?" e Stiles aveva cominciato a vedere varie sfaccettature di quel ragazzo così silenzioso. 

A sua volta aveva cominciato a coinvolgerlo nella sua vita. Anche se derek non rispondeva quasi mai, gli raccontava delle sue lezioni, di Scott, di suo padre che mangiava schifezze e delle sue giornate. Derek seduto alla scrivania o a letto con un libro e Stiles sdraiato a letto. 

"Stiles, sai che non è educato guardare la gente scartare pacchi personali?" Dice Derek e Stiles per un momento pensa sia serio, poi vede il suo ghigno e si rilassa.

"Avresri aspettato che io non ci fossi. Dai, apri!" Lo esorta.

"È il regalo di compleanno di Cora, mia sorella."

"Quindi hai una sorella?!" Chiede Stiles di impulso, mettendosi a sedere.

Derek annuisce, poi tira fuori dallo scatolo un altro più piccolo.

"Sono cuffie bluetooth" dice, scuotendo la testa. "Le ho detto che mi si è rotto il cellulare e che non posso più collegare quelle col filo. Con queste posso rispondere di nuovo alle sue cento telefonate."

"È più grande di te?" Chiede Stiles, ma aggiunge subito dopo "ASPETTA? HAI DETTO COMPLEANNO? QUAND'È IL TUO COMPLEANNO?"

"Oggi" risponde Derek come se non fosse importante.

Stiles si alza di scatto, gli toglie le cuffie dalle mani e lo trascina per un polso verso la porta.

"Stiles?! Sei impazzito?!"

"Taci! Andiamo a cena fuori! Dal tipo col furgoncino e i panini fuori dal campus!"

Aprile 2020

"Deeeer..."

Stiles si stiracchia, ancora per metà nel mondo dei sogni, mentre l'altra metà e molto sveglia e sente le carezze tra i capelli.

"Ben svegliato, ragazzino. Sono le sei di sera, il tuo pisolino è durato tre ore e mezza."

Stiles sbuffa un sorriso. Afferrando un polso del suo ragazzo e tirandolo fino a farlo sedere al suo fianco. Gli stringe le braccia intorno ai fianchi.

"Ho dato un super grande e impegnativo esame, stamattina. Me lo meritavo!"

Derek sorride, continuando ad accarezzargli i capelli.

"Lo so, lo so. Però devo dirti una cosa."

Ora Stiles è più sveglio. "Cosa?"

"La prossima settimana viene a trovarmi Cora, le ho parlato di te e vuole conoscerti."

Stiles sbarra gli occhi. "Oddio! Davvero? Anche io! Da quando mi hai raccontato di lei non vedo l'ora! E poi... è la tua famiglia! Oddio, è fantastico!"

Derek alza gli occhi al cielo, ma sorride.

"Andrete d'accordo" dice, per poi sfiorare le labbra di Stiles.






La parola era "DORMITORIO".

Ciao, come state? Io meglio. Oggi, almeno, rispetto agli altri giorni, ho sorriso.

Blu.

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now