#363

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Quella superficie è troppo ruvida e dura per essere un letto.

Stiles si stiracchia, cercando di capire dove diavolo si trova, poi, all'improvviso, ritornano tutti i ricordi.

La sera prima era al matrimonio di Jackson e Lydia, in un meraviglioso fienile, addobbato con fiori bianchi e color pesca. Erano tutti eleganti, con enormi sorrisi e la cerimonia aveva fatto commuovere quasi tutti.

Lydia era bellissima, radiosa come mai Stiles l'aveva vista ed essere il suo testimone era stato un onore. Stiles l'aveva affiancata all'altare e si era commosso davvero tanto. Aveva pianto in maniera quasi ridicola.

Quando lo scambio d'agnello era avvenuto e lo sposo aveva baciato la sposa, poi si erano trasferiti in una tenuta poco lontana, per festeggiare insieme.

Solo che Stiles, povero sfigato, aveva dovuto lasciare la sua auto al fienile, perché aveva deciso di dare forfait proprio quel giorno. Era salito in auto con Scott ed Isaac e in cinque minuti erano arrivati.

Era praticamente un castello. Stiles non aveva mai visto un palazzo così bello e maestoso, con tavoli addobbati, colorati. Centrotavola magnifici e luci soffuse.

Un cameriere li aveva scortati al tavolo e, in quel momento, Stiles avrebbe voluto sotterrarsi. E anche uccidere la sposa. Sapeva che era tutta colpa di Lydia.

"Derek, Cora! Non sapevamo ci foste anche voi!" Aveva esordito Scott, prendendo subito posto di fianco al mannaro. Stiles l'aveva ringraziato mentalmente, considerando che il nome di Scott era posizionato lontano da Derek, mentre quello al suo fianco era quello di Stiles.

Stiles aveva salutato la piccola Hale, un cenno a Derek e si era seduto vicino a Liam, affiancato da Theo, e vicino ad Isaac.

Aveva cercato per tutto il tempo di non voltare nemmeno impercettibilmente la testa verso Derek e, appena aveva potuto, si era dato alle danze, pur di stare lontano dal tavolo.

Mentre ballava si era per un attimo dimenticato della presenza dell'altro, si era anche divertito, e aveva anche sudato fin troppo, mentre faceva los tupido con Scott.

Aveva ballato con la sposa e anche provato a farlo con lo sposo, giusto per prenderlo in giro, ma Jackson lo aveva minacciato di ucciderlo.

La tragedia era poi arrivata a fine serata.

"Stiles, ricordi che Isaac ed io rimaniamo qua a dormire, vero?" Aveva detto Scott e Stiles aveva annuito. L'aveva dimenticato, ma non era un problema.

"Sì, mi faccio fermare da Liam e Theo al fienile, che magari la mia bimba è resuscitata. Altrimenti torno a casa e vi mando qualcuno dimattina" aveva risposto, ma lo sguardo da cane bastonato di Scott l'aveva interdetto. "Che succede, Scott?"

"Loro due sono andati già via, mi sono dimenticato di avvisarli e... beh, è rimasto solo Derek."

Stiles l'avrebbe ammazzato se Scott non fosse stato un super lupo alpha. Ma non si era risparmiato dal guardarlo con occhi furiosi.

"Quindi ti devo portare a casa anche se non mi hai nemmeno salutato?"

Stiles si era girato, trovandosi Derek di fronte.

"No, grazie, vado a piedi" aveva risposto piccato, guardando di nuovo male Scott e allontanandosi.

Aveva camminato nel giardino della tenuta, poi fino al cancello e aveva anche fatto qualche centinaio di metri, quando un'auto l'aveva affiancato.

"Facciamo che ti porto fino alla tua auto poi decidi tu se dormire nel fienile o in quel catorcio. Sali."

Stiles si era girato, aveva guardato gli ochi di Derek che per un attimo erano diventati rossi. Poi era salito in auto.

"Ho solo freddo. I tuoi cazzo di occhi rossi non mi possono dare ordini!"

"Lo so bene" aveva risposto l'altro, con un tono che Stiles non aveva ben capito.

Erano arrivati in poco tempo al fienile e Siles aveva salutato frettoloso, per poi scendere e salire nella sua auto.

Auto che, ovviamente, non ne voleva sapere di partire. E Derek era davvero andato via.

Aveva appoggiato Lafronte contro il volante, quando lo sportello dal suo lato si era aperto.

"Ammetti di aver bisogno di me?"

"Non tene eri andato?"

Derek aveva sbuffato. "Ho solo fatto il giro. Dormi qui o andiamo via?"

Stiles era sceso dall'auto, aveva chiuso a chiave e si era avvicinato alla Camaro di Derek.

"Cosa intendevi con il fatto che sai bene che non obbedisco ai tuoi ordini?" Aveva chiesto prima di sedersi.

"Dimmi di fare qualcosa e dillo in modo molto convinto" aveva risposto Derek.

"Cosa?"

"Chiedimi di fare qualcosa che sai non farei."

"E perché?"

"Fallo, Stiles, per piacere."

Quella richiesta aveva smosso qualcosa nel ragazzo, quindi aveva fatto un passo verso Derek.

"Prendi le chiavi e riga la tua auto."

Derek l'aveva guardato malissimo.

"Non puoi scegliere altro?"

Stiles aveva fatto no con la testa. "Ti ordino di prendere le chiavi e rigare la Camaro, mio Alpha" aveva ripetuto con tono fermo e con la giusta formula, quella che aveva letto su un vecchio libro che trattava di compagni e legami.

Ma non si aspettava quello.

Derek aveva illuminato gli occhi di rosso, poi aveva abbassato la testa, in maniera assertiva, per poi prendere le chiavi e avvicinarsi alla macchina.

Stiles era stato così preso in contropiede, che l'aveva fermato giusto jn tempo, Detek aveva già appoggiato la chiave contro la carrozzeria.

"FERMO!" aveva urlato, spostandogli la mano e Derek l'aveva fissato negli occhi.

"Sei odioso" aveva detto Derek, prima di far scontrare le loro labbra.

Quindi, per questo ora Stiles è lì, su quella che è palesemente una balla di fieno, con il fieno ovunque.

"Bensvegliata, principessa" sente alla sua destra.

Si gira e apre gli occhi. Derek è lì, senza camicia ma con i pantaloni eleganti, steso sul fianco, con la testa appoggiata su una mano.

"E tu saresti il mio principe?" Chiede Stiles, avvicinandosi e affondando il viso contro il suo petto. Derek subito lo stringe.

"Di solito il lupo è quello cattivo" risponde e Stiles sente un bacio tra i capelli.

"E di solito le principesse dormono sui materassi, non sul fieno. Facciamo he la nostra è una favola atipica."

Derek sbuffa una risata.





La parola era "RUVUDA".

365 Sterek (2)Where stories live. Discover now