Capitolo 10.

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《 Bene, bene. Questo è molto interssante. Non pensavo che una sporca babbana potesse nascondere tutto questo.》
Non poteva essere. Non volevo crederci. Malfoy aveva scoperto il mio segreto. Il più grande bastardo esistente sulla faccia della terra,  sapeva il mio segreto. Come era potuto succedere?
《 Ma di che stai parlando?》tentai di fare la finta tonta.《 Lo sai benissimo.》《 Io non so niente e tu non hai visto niente.》《 Oh invece ho visto eccome! E se non vuoi che il tuo segreto venga scoperto da tutti, devi fare tutto ciò che voglio.》《 Cosa? Non farò mai quello che vuoi tu e poi non hai prove.》《 Mia cara McFire, io ho i miei metodi. Se lo volessi, potrei già farlo sapere a chiunque.》
Indietreggiai di qualche passo, ero letteralmente fottuta. Fottuta.
Silente e i miei genitori mi avrebbero mandata via dalla scuola e Voldemort, mi avrebbe trovata e fatta fuori.
Continuai ad indietreggiare sperando di raggiungere la porta. Ero quasi arrivata quando, Malfoy mi raggiunse in due falcate e mi afferrò per il polso.
《 Dove credi di andare? Lurida babbana bugiarda.》《 Lasciami Malfoy! Lasciami!》lui avvicinò il suo viso al mio.《 I tuoi amici lo sanno?》io non risposi e lui cominciò a torcermi il braccio facendomi male.《 Rispondi.》《 No...》sussurrai.《 Non lo sa nessuno.》《 Ah quindi sono proprio l'unico! Bene.》《 Non devi dirlo a nessuno Malfoy. Altrimenti...》
《 Cosa? Cosa mi fai? Ricordati che sono molto più potente e esperto di te.》
Vedendomi senza parole, sfoderò il suo solito ghigno malefico. Aveva dannatamente ragione. Lui, come tutti gli altri, era molto più istruito di me, avrebbe potuto farmi fuori in un nano secondo.
Puntò i suoi occhi grigio piombo nei miei che, probabilmente, stavano già acquistando sfumature rosse.
《 Ripeto, se non vuoi che sveli il tuo segreto a tutti, devi fare tutto ciò che voglio. Sono stato chiaro?》
Deglutii a fatica, avevo un nodo allo stomaco e la gola mi bruciava ardentemente. Le possibilità erano due: o tutti avrebbero scoperto il mio segreto e sarei finita nelle grinfie di Voldemort oppure, dovevo fare da schiavetta a Malfoy. Cosa dovevo fare?
Lui continuava a guardarmi, il ghigno stampato sul volto pallido, mi faceva quasi paura.
《 E va bene, hai vinto. Farò tutto ciò che vuoi a patto che nessuno, nemmeno i tuoi amici Serpeverde, sappiano questa cosa. Affare fatto?》
《 Affare fatto. Ti assicuro che, i Malfoy mantengono sempre le promesse perciò, non preoccuparti dei tuo segreto. Invece preoccupati di quello che ti farò fare.》
Finalmente lasciò la presa sul mio polso che, era diventato leggermente violaceo. Si avvicinò più del dovuto, spingendoni contro la parete della serra. I nostri nasi quasi si toccavano ma io, prontamente, voltai il viso di lato.
Lui si avvicinò al mio orecchio, sospirò accanto ad esso e sussurrò: " Ci si vede a pranzo, McFire". Poi se ne andò soddisfatto.
Quel sussurro mi provocò brividi in tutto il corpo, il tono che aveva usato era calmo, sensuale e malvagio. Ora lo odiavo davvero. Avevo capito definitivamente che persona era, mio padre aveva ragione.
Non volevo fare la sua schiavetta, dovevo trovare una soluzione.
Uscii dalla serra e cominciai a camminare verso l'aula di Trasfigurazione. Mi ripeteva continuamente di essere un'emerita cretina, avrei dovuto controllare bene prima di mostrare il mio potete alla Sprite. Ora ero nei guai.
Non potevo nemmeno dirlo ai miei o a Silente, si sarebbero arrabbiati a morte e io non volevo lasciare Hogwarts. Dirlo ai miei amici? Ovviamente no, loro non sono a conoscenza dei miei poteri. Forse avrei potuto provare con un "Avada Kedavra" ma poi sarei finita ad Azkaban.
Mi arresi quando capii che non c'erano soluzioni. Lacrime calde cominciarono a scendere sul mio viso, il mio primo anno in questa scuola rovinato da uno stupidissimo Serpeverde.
Finite le lezioni, tornai nel mio dormitorio a posare alcuni libri e poi mi diressi in Sala Grande. Mentre camminavo, altre lacrime fecero capolino sul mio viso. Dovevo calmarmi, non potevo farmi vedere così dagli altri o avrebbero sospettato qualcosa.
Arrivata davanti al grande portone in legno, mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e sfoderai il più bel finto sorriso che potessi immaginare.
Avanzai tranquilla verso il mio tavolo, lanciai uno sguardo verso il tavolo delle serpi e lo vidi parlare animatamente con Blaise. Il nodo allo stomaco aumentò di botto e infatti, non riuscii a mandare giù nemmeno un boccone.
《 Sara, non mangi? Che c'è, non ti piace?》《 No Harry è che...non ho molta fame.》tutti mi osservarono preoccupati.《 Non ti senti bene tesoro?》《 Non tanto Ginny...》《 Ti accompagno da Madama Chips?》《 Sei carinissimo Harry ma, non credo di stare così male.》risposi facendogli l'occhiolino.《 Ooh ti prego dimmi che verrai alla partita!》《 Ti sei reso conto che non sta bene Ronald?!》《 Tranquilla Herm, vi prometto che ci sarò ragazzi.》
Ron mi sorrise, non so come mai ma ci teneva tanto al fatto che andassi a vederli. Di certo, non mi sarei persa la mia prima partita di Quidditch per colpa di Draco-sonounostupudissimofigliodipapà- Malfoy.
Anche se...la partita era contro Serpeverde. Perfetto, mi toccava vederlo anche lì.

P.O.V. DRACO

Questa cosa del potere segreto era fantastica, ormai ce l'avevo in pugno.
Potevo ricattarla come più mi piaceva, potevo chiederle persino di infastidire i suoi amichetti Grifondoro oppure...potevo anche chiederle di venire a letto con me e lei non avrebbe potuto tirarsi indietro. Piano degno di un Malfoy. Ero fiero di me stesso.
Odiavo quella piccola, inutile babbana dal primo giorno che l'avevo vista. Era scontrosa, irritante, Grifondoro e sangue sporco. Proprio come quella pazza della Granger, anche se dovevo ammetterlo...lei era cento volte più bella.
Quando le afferrai il polso, potei sentire il suo cuore battere veloce e la piacevole morbidezza della sua pelle, i suoi occhi erano del colore del cioccolato fuso, le sue labbra erano candide, aveva un fisico mozzafiato e i capelli lunghissimi e lucidi.
Dalla sua camicetta mezza sbottonata, potevo scorgere il suo seno abbondante e il suo...fondo schiena era incredibilmente eccitante.
Sentivo che qualcuno ai piani bassi si stava svegliando, così ordinai a me stesso di darmi una calmata e di cambiare imemdiatamente pensieri. A meno che, non volevo andare alla partita con la bandiera alzata.
Avevo già deciso cosa potevi farle fare, dovevo solo aspettare la fine della partita...

Ice & Fire ☞ {D.M.} Where stories live. Discover now