Capitolo 80.

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Riconobbi subito Cormac Mclaggen: era un ragazzo di Grifondoro che, a quanto mi aveva detto Ginny, era cotto di Hermione.
Lui non mo aveva mai rivolto la parola da quando ero arrivata, era stato sempre sulle sue con i suoi amici e non mi aveva mai nemmeno guardata una volta. Perché adesso mi stava salutando?
Il mio istinto mi diceva di andarmene da lì, di non fidarmi e di stare in guardia. Ma era soltanto uno studente, che male poteva farmi?
Guardai fuori dalla finestra e mi resi conto che gli alberi e le piante erano irrequieti, si muovevano come mai gli avevo visto fare prima d'ora. Anche gli animali lo erano, sbattevano contro i vetri delle finestre come se volessero entrare. E a quel punto capii...dovevo scappare.
《 Buonasera Mclaggen.》
Dissi muovendo un passo indietro, facendo poi per girarmi e andare via ma...in due falcate, il purosangue Grifondoro fu di fronte a me. Ghignava peggio di una serpe e puzzava di alcol in un modo orribile.
Oh santo Merlino,n fa che vada tutto bene!
Con un enorme groppo in gola, tentai di aggirarlo e di scappare via ma lui mi bloccò stringendomi per un braccio.
《 Sai McFire, era da tanto tempo che desideravo conoscerti. Sei davvero molto bella e di certo, non mi farò scappare l'occasione.》
Sbarrai gli occhi e cominciai a strattonare il braccio imprigionato, Mclaggen stringeva sempre di più la presa tanto da cominciare a farmi male. Il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto e la paura più nera cominciò a prendere il sopravvento su di me, mi dimenai con tutte le forze che possedevo ma sembrava che l'alcol avesse aumentato le energie del biondino.
《 Lasciami, mi stai facendo male, lasciami!!》Urlai in preda al panico.
Tentai di mordergli la mano ma lui fu più lesto, con un movimento del polso mi sbattè violentemente contro il muro facendomi gemere per il dolore, poi schiacciò il suo corpo contro il mio impedendomi qualsiasi via di fuga, lo vidi ghignare e subito dopo tirare fuori la bacchetta.
Le lacrime cominciarono a scendermi copiose sulle guance, pregai Merlino in tutte le lingue ma sapevo di essere davvero nei guai...urlai con tutto il fiato che avevo in corpo sperando che qualcuno mi sentisse, che venisse in mio aiuto ma, nessuno accorse.
Ero imprigionata, schiacciata tra la parete di pietra e il corpo di un maniaco purosangue che non aveva per niente buone intenzioni, sapevo che quello stronzo non si sarebbe risparmiato e in più, era ubriaco.
《 Sta zitta sanguesporco!》
Lo schiaffo arrivò veloce, forte, come quando un bolide ti colpisce in piena faccia, il mio labbro inferiore si staccò e sentii chiaramente un rivolo di sangue caldo fuoriuscire dalla ferita.
Una rabbia cieca invase il mio corpo che cominciò a tremare, sentivo che la pelle mi bruciava come se stessi per prendere fuoco e questo non era assolutamente un buon segno.
Sapevo che da lì a poco i miei occhi avrebbero cominciato a cambiare colore, ma Mclaggen era talmente ubriaco che probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorto. La cosa che veramente mi spaventava era che, se questo deficiente non se ne sarebbe andato...sarebbe morto arrostito.
Tentai di sollevare il ginocchio di modo da colpirlo lì sotto ma, lui colse l'occasione per infilare una mano sotto la mia gonna e stringere convulsamente la mia natica destra.
Urlai ancora più forte, sentire le sue mani stringere il mio fondoschiena mi faceva venire la nausea, potevo sentire con chiarezza la sua...erezione. Morgana che schifo!
Ricacciai in gola il conato che mi stava assalendo e provai a rubargli la bacchetta, l'avevo quasi afferrata quando un altro manrovescio mi colpì alla guancia sinistra.
《 Ti ho detto che devi stare zitta! Silenzio!》
L'incantesimo mi colpì facendo sparire all'istante la mia voce, io urlavo ma era come se le mie corde vocali avessero smesso di funzionare.
Ora ero veramente spacciata.
Mentre Mclaggen tentava di concludere la sua opera, io cercavo di trattenermi perché sapevo che se mi fossi lasciata andare avrei polverizzato l'intera scuola e questo, non me lo sarei mai perdonata.
Quindi, ero in una situazione davvero disastrosa: Cormac Mclaggen stava tentando di violentarmi in un corridoio deserto, dietro ad una colonna, nel buio più totale; ero senza bacchetta, senza voce e in più non potevo usare i miei poteri. Ottimo.
Con un colpo di bacchetta, Mclaggen fece evanescere la mia camicetta bianca e subito dopo...si leccò le labbra soddisfatto. La sua orrida erezione pulsava contro il mio inguine, le sue mani si spostarono sul mio ventre toccando lascivamente il mio ombelico e poi risalirono, portandosi sul mio seno per poi stringerlo con violenza. Le lacrime sgorgavano veloci dai miei occhi, non era così che avevo pensato di perdere la mia purezza diamine...
Il bastardo mi tirò un altro manrovescio così potente, che mi fece perdere i sensi per un secondo o due. Cazzo, questo no!
La schiena mi faceva un male cane, probabilmente avevo un livido grosso come una casa lì dietro e il viso lo sentivo gonfio e sicuramente era anche rosso a causa degli schiaffi.
《 Sta ferma cazzo!》
Il suo alito puzzava di alcol in un modo orribile, voltai il viso dall'altra parte trattenendo un altro conato e graffiai la parete di pietra con le unghie quando avvertii le sue sporche dita toccare la parte più intima di me.
Mi dimenai fino allo stremo quando, ad un tratto, vidi Mclaggen allontanarsi da me leggermente per sbottonarsi la patta dei pantaloni e allora ne approfittai: scattai in avanti e tentai si sorpassarlo ma, lui mi riacciuffò e mi scaraventò nuovamente contro il muro. Questa volta batter forte la testa e la colonna di pietra che c'era di fronte a me, cominciò a girare vorticosamente. Mi portai una mano alla nuca e gemetti per il forte dolore.
《 Dove credevi di andare bambolina? Abbiamo appena iniziato.》
Mclaggen era sfocato mentre avanzava verso di me, aveva i pantaloni calati e un ghigno perfido stampato sulla faccia da maniaco.
Costui era un Grifondoro eppure, in quel momento, mi sembrava alla pari col Signore Oscuro...era proprio vero che non tutti i Serpeverde erano malvagi e non tutti i Grifondoro erano buoni.
Il biondo mi schiacciò nuovamente contro il suo corpo e la parete, mi strappò letteralmente le calze e si mise a giocare con l'orlo delle mie mutandine. Io chiusi gli occhi strizzandoli, singhiozzai impotente e prossima ad una violenza che nella mia mente, non sarebbe mai finita.
Sentii le dita del maniaco scivolare piano sotto le mie mutandine e sfiorare appena la mia pelle quando all'improvviso, una mano dall'oscurità afferrò Mclaggen per i capelli e lo scaraventò contro la parete opposta. Non riuscii a capire bene chi fosse, era tutto sfocato e la testa mi girava tantissimo.
Mi accasciai sul pavimento freddo e strinsi le braccia attorno al mio corpo, tremava come una foglia ed ero tutta un dolore...almeno adesso però, ero libera.

P.O.V. DRACO

Dopo aver salutato Sara, ero uscito nel cortile del castello assieme a Blaise e ci fermammo accanto alla solita enorme quercia a fumare tranquilli una bella sigaretta.
《 Aaah! Era da tanto che non fumavamo una bella sigaretta in santa pace!》esclamò il moro.《 Già, ed è meglio che ce lo godiamo questo momento perché non so quando potremmo rifarlo.》
Blaise annuì e sorrise contagiando anche me, era vera che i nostri momenti di solitudine scarseggiavano e quella sera, finalmente, potevamo parlare senza alcun problema di tutto quello che volevamo.
Perciò ci diedimo da fare: discutendo inizialmente del Quidditch e di quanto ultimamente la nostra squadra fosse migliorata, stavamo per superare i Grifondoro e se continuavamo così, saremmo anche riusciti a vincere la coppa. Poi, passammo all'amore e subito dopo, Sara fece capolino nella mia testa ricordandomi quanto Merlino fossi fortunato ad averla.
《...si, a volte Daphne è insopportabile! Insomma, si chiude in bagno per ore perché si deve preparare e truccare ma, io non capisco...a cosa le serve quel dannato trucco?! Lei è bellissima così com'è ma non lo vuole capire!》
Risi di gusto vedendo quanto questa cosa lo facesse innervosire e pensai che era successo tante volte anche a noi. Sara non aveva assolutamente bisogno di trucco, era talmente perfetta che Afrodite in confronto era da buttar via.
Stavo ancora ridendo quando, un brusco ed improvviso fruscìo fece voltare entrambi verso la foresta e ciò che vedemmo lasciò tutte e due senza parole: le piante sembravano impazzite, si muovevano in un modo strano e sbattevano contro le mura della scuola come se volessero entrarci. Si agitavano come delle fruste mosse da una grande mano, facevano un rumore spaventoso e il bello era...che quella sera, non c'era neanche un solo filo di vento.
《 Che cazzo succede?!!》
Urlò Blaise, aveva gli occhi sgranati e non riusciva nemmeno a muoversi tanto era scioccato. Io, d'altro canto, avevo capito che qualcosa non quadrava così, trascinai il mio migliore amico nel castello e poi, lo guardai dritto negli occhi.
《 Blaise, torna subito nei sotterranei d'accordo? Io...vado ad avvertire il preside di quello che sta succedendo.》《 Cosa?! Aspetta ma che...?! Vengo con te!》《 No! Va ai dormitori. Io ti raggiungerò più tardi, fidati di me.》
Il mio testardo amico stava per replicare nuovamente ma, lo spinsi per le spalle e gli feci capire che doveva solo stare zitto e camminare.
Alla fine, lo convinsi ad andare e appena sparì dalla mia visuale, mi fiondai in corridoio e...un urlo terribile mi gelò sul posto. Era lei.
Sara era in pericolo.
Imprecando, corsi nella direzione dove avevo sentito l'urlo ma non trovai nulla. Allora tentai di seguire la direzione che mi indicavano le piante e dopo vari tentativi, riuscii a trovarla. La scena che mi si parò davanti, mi fece ribollire il sangue nelle vene: Sara era schiacciata contro una parete, sopra di lei torreggiava un tizio che non sarebbe tornato vivo in dormitorio e tra l'altro, lui aveva pure i pantaloni calati.
Una rabbia mai provata prima si insinuò tra le mie viscere e senza aspettare un attimo di più, afferrai lo stronzo per i capelli e lo scaraventai contro la parete illuminata dove prima c'ero io. Alla luce della torcia, capii immediatamente di chi si trattava: Cormac Mclaggen, quel verme viscido che voleva imitarmi e che fino all'anno scorso, stava attaccato alla Granger come una cozza.
Tirai fuori la bacchetta e feci ancora più luce, la puntai verso l'angolino dove c'era Sara e...per tutti i sacrosanti fondatori di Hogwarts!
Era conciata davvero malissimo e tremava come una foglia, faticava a tenere su la testa e anche a tenere gli occhi aperti.
A quel punto, una sola punizione mi venne in mente per chi l'aveva ridotta così...la morte.


Ice & Fire ☞ {D.M.} Where stories live. Discover now