Capitolo 96.

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P.O.V. DRACO

Quando vidi Potter fra le braccia del mezzo gigante, non potei credere ai miei occhi: il bambino che è sopravvissuto ora era morto, il salvatore del Mondo Magico non c'era più e ora...toccava a lei.
Tutto era nelle sue mani ed io, ero terrorizzato.
Se anche lei avesse subito la stessa sorte di Potter...oh sacrosantissimo Salazar, non volevo nemmeno pensarci! L'amavo troppo per poter anche solo accennare un pensiero simile, il dolore mi avrebbe annientato e sarei morto assieme a lei.
Quando si voltò verso di me, ebbi la conferma di ogni mio pensiero: gli occhi le brillavano di rosso, i capelli sembravano fuoco vivo e uno strano alone violetto le circondava il corpo.
In quel preciso istante i miei occhi si riempirono di lacrime, ma non lacrime di tristezza, no...ma lacrime di orgoglio e ammirazione nei confronti dell'essere più bello del pianeta. Era così eterea e potente...era la mia donna e io, mi sentivo l'uomo più fortunato sulla faccia della terra.
Dopo esserci sussurrati un veloce " Ti amo" a vicenda, la vidi voltarsi nuovamente ed incamminarsi verso Voldemort che, si trovava proprio in mezzo al campo di battaglia e godeva del fatto che finalmente Harry Potter era morto.
《 Si...》disse decisa Sara.《...Harry è morto, ma ci sono ancora io o te ne sei dimenticato?》continuò.
La sua determinazione mi eccitava da morire, avrei tanto voluto che tutto questo si concludesse nel migliore dei modi per poterla fare mia ancora e ancora e ancora fino allo sfinimento.
Voldemort si voltò verso di lei e ghignò, avanzò piano e la osservò partendo dalla testa fino a raggiungere i piedi sottili.
《 Sara McFire, finalmente! Il tuo aspetto è così...incantevole. Peccato tu debba fare la stessa fine di Potter.》
Sara strinse i pugni e l'alone viola che aveva intorno brillò leggermente, lo fissava con la bocca serrata e gli occhi stretti in due fessure. Io, nel frattempo, mi avvicinai a Silente e restai lì. Mi sentivo inutile ma d'altronde, se fossi intervenuto sarebbe stato solo peggio.
Il viscido mostro camminò verso di lei lentamente, Sara non mosse un muscolo e lasciò che lui le girasse attorno. Il cuore mancò qualche battito e il mio corpo fremette, paura e rabbia vorticavano dentro di me come un tornado. Avrei tanto voluto ucciderlo io stesso ma, non era possibile purtroppo.
Voldemort si fermò di colpo, inspirò a fondo e sollevò la mano verso di lei sfiorandole una ciocca di capelli; istintivamente feci un passo avanti e misi mano alla bacchetta ma, venni immediatamente fermato da Silente.
《 Non farlo. La distrarrai.》
Guardai il vecchio mago che di conseguenza, guardava dritto davanti a sé cercando di captare anche il minimo movimento.
Tentai di calmarmi e tornai al mio posto tenendo però la bacchetta ancora in mano, la rabbia che avevo dentro mi diceva di attaccare ma, la parte razionale mi diceva di lasciarlo a lei...
《 Sai...》disse il mago Oscuro.《...ho sempre pensato che la tua famiglia fosse solo feccia, a cominciare da tua nonna quella sudicia...》《 L'unica vera feccia su questa terra sei tu, Tom Riddle.》
Robert McFire si fece avanti e puntò la bacchetta contro Voldemort che, fece lo stesso senza esitazioni.
Entrambi si guardarono minacciosamente, stavano quasi per scontrarsi quando Sara intervenne.
《 No! Questa cosa riguarda me e te, lui non c'entra.》disse all'Oscuro riferendosi a suo padre.
《 Papà, ti prego, stai indietro.》
Con riluttanza, Robert fece come gli aveva detto la figlia e lasciò che Sara finisse ciò che aveva cominciato.
Voldemort rise crudele e si piazzò nuovamente davanti a lei.
《 Allora, dove ero rimasto? Ah si!》
All'improvviso, il mago oscuro agitò la bacchetta e un lembo della maglietta di Sara volò via. Io scattai, letteralmente, in avanti come una molla, sta volta però fui fermato da un campo di forza invisibile che quasi sicuramente aveva creato il preside.
Maledizione!
Il ringhio animalesco che uscì dalla mia gola fece voltare tutti ma non me ne importò minimamente, fissavo Tom Riddle con una tale intensità che mi stupii del fatto che non era ancora stramazzato al suolo. L'unica cosa che mi fermava dal lanciare un Avada, era la paura di colpire la mia donna. Altrimenti...non mi avrebbe fermato nessuno.

P.O.V. SARA


Sussultai quando Voldemort strappò via un lembo della mia maglia, rivelando così il tatuaggio brillante impresso sulla mia pelle. Io però non mi coprii, lasciai che lo ammirasse con avidità e che immaginasse quanto sarebbe stato potente con quel marchio sul corpo.
《 Si...la sento.》disse chiudendo gli occhi per un attimo.《Sento tutta la potenza della fiamma che scalpita per uscire e presto, si...sarà mia. E tu, mia cara, sarai morta.》
Sibilò continuando a fissare il tatuaggio.
Io, dal mio canto, non indietreggiai, non attaccai, non mi difesi, non feci...nulla. Aspettavo il momento propizio e sapevo che presto sarebbe arrivato, molto presto.
Il mago oscuro allungò una mano verso di me con l'intenzione di toccare il tatuaggio ma io, avendo intuito le sue intenzioni, lo precedetti e lasciai che la fiamma esplodesse fuori dal mio corpo avvolgendomi completamente, era enorme e aveva dei colori bellissimi: blu e azzurro al centro e viola e lilla all'esterno.
Potevo sentirne tutta la potenza e il calore immenso che emanava, era meraviglioso poterla controllare ora e non aver paura che potesse distruggere ogni cosa.
Notai Voldemort e i suoi seguaci allontanarsi velocemente, molti avevano paura e continuavano ad indietreggiare ma lui, Tom Riddle era l'unico fermo immobile e con la bocca semiaperta, guardava il tutto con una luce di soddisfazione troppo affrettata e con uno sciocco sorriso malvagio che presto sarebbe scomparso per sempre da quel volto scarno e pallido.
Ad un tratto, un rumore all'interno della Foresta Proibita mi fece voltare di scatto e una voce, profondamente dolce e rilassante mi risuonò in testa: 《 Che la fortuna sia con te Sara McFire, sempre.》
Riconobbi immediatamente il manto bianco perlato e luminoso di Zafir, lo ringraziai e gli dissi di andare via e portate con sé più creature possibili, non avrei mai voluto fargli del male.
Appena tutti furono al sicuro, mi voltai verso Riddle e diedi il via ai giochi.
《 Non riuscirai mai a fermarmi Tom, io vendicherò Harry e tutti coloro che hai ucciso, torturato e ferito fino ad ora.》
A quel punto, Voldemort serrò i denti e strinse forte la bacchetta, cominciò a camminare avanti e indietro fissandomi adirato.
《 Tu? Tu vorresti uccidere...me? Forse, non hai ancora capito con chi hai a che fare sciocca ragazzina.》
Lo vidi sollevare la bacchetta e poi, una sfilza di maledizioni senza perdono cominciarono a colpire la mia fiamma che prontamente, le rispediva tutte al mittente.
Vedevo i Mangiamorte dietro di lui cadere a terra in preda al dolore, sentivo le urla dei miei amici dietro di me e la tensione di tutto il Mondo Magico.
Non facevo alcuno sforzo nel respingere gli incantesimi, ero molto forte e padroneggiavo il mio potere esattamente come aveva fatto mia nonna, Elizabeth, tempo prima.
Ero molto orgogliosa di me stessa e sperai tanto, che lo fosse anche lei.
Ad un tratto, l'oscuro si arrestò. Aveva il fiatone e guardava la fiamma incredulo, credeva di riuscire a distruggermi ma stava realizzando proprio in quel momento, che non avrebbe mai potuto farcela.
Si voltò verso i suoi seguaci e poi, nuovamente verso di me...o così credevo. In realtà, lo sguardo di Voldemort era fisso dietro di me, pronto a colpire tutto ciò che amavo, tutto ciò in cui credevo, il mio punto debole: Draco.
Mi voltai verso il mio principe e mi avvicinai piano a lui, non avrei mai lasciato che quel verme viscido gli facesse del male. Mai.
Proprio mentre mi preparavo a difenderlo, un incantesimo scagliato con forza mi colpì il braccio destro ferendolo gravemente. Aveva usato Draco come distrazione ed io, ci ero cascata in pieno. Un altro incantesimo mi colpì il ginocchio che cedette, facendomi inginocchiare al suolo.
Voldemort si avvicinò, io ansimavo dolorante e cercavo di rialzarmi ma...dannazione non ci riuscivo!
La fiamma si stava indebolendo e fu allora che Tom Riddle ne approfittò.
《 È mio.》sussurrò maligno.
Allungò la bacchetta e me la puntò al petto, sollevò il mento e dopo aver sussurrato un'antica formula, cominciò a risucchiare il mio immenso potere ed io, semplicemente, glielo lasciai fare.

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SPAZIO AUTRICE:

Si, lo so che mi odiate profondamente.
Lo so che è stato un ritardo clamoroso e non posso garantirvi che non ce ne saranno altri, l'unica cosa che continuerò sempre a ripetervi è che non abbandonerò mai questa storia.
Spero che il capitolo vi piaccia e devo purtroppo avvisarvi, che ci stiamo avviando verso la fine di tutto.
Scusatemi ancora e grazie per la vostra attenzione. ❤

Ice & Fire ☞ {D.M.} Where stories live. Discover now