Capitolo 105

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"Eccomi, alcune si sono bruciate ed ho dovuto aprire tutte le finestre al piano di sotto perché in cucina puzza di bruciato, ma almeno la metà sono mangiabili! Un po' durine, ma sono buone! Più o megno, forse shi voleva più shale-" dichiarò Hinata, entrando in una stanza con una scodella ripiena di patatine, di cui la metà avevano un colorito scuro e del tutto innaturale, addentandone una e pentendosene non molto dopo.



"Oddio Kags, stai bene?" domandò successivamente, allarmandosi non appena vide il corvino seduto per terra, la frangia a coprirgli il volto corrugato dalle lacrime, dirigendosi frettolosamente verso di lui, piantando le ginocchia per terra e posando sul letto la ciotola con le patatine.



"Oi? Ci sei?" lo chiamò, Shoyo, inclinando il capo e cercando con lo sguardo quello indirizzato verso il pavimento del suo ragazzo che, a quanto pareva, non aveva intenzione di sollevare in direzione del rossiccio.



Hinata avvicinò lentamente la mano alla frangia scura che gli ricadeva sul volto, la quale nascondeva le lacrime che gli rigavano copiosamente le gote, lasciando delle piccole chiazze bagnate sul pavimento che non sfuggirono al centrale.



Gli scostò delicatamente con un dito le ciocche lisce e dal color della notte, scoprendo l'espressione accigliata dal pianto, gli occhi bluastri lucidi grondanti di tante goccioline  che non osavano guardare in alto ed incontrare quelli ambra del piccoletto.



"Tobio..." mormorò con visibile preoccupazione e dispiacere sul viso, la voce incrinata alla vista di quell'espressione impiastricciata dalle lacrime, chiamandolo e sperando in un qualsiasi segno o movimento da parte dell'alzatore.



Avvicinò le sue nocche sottili alla guancia di Kageyama, arrossata dal pianto, rimuovendo con estrema cura le piccole goccioline depositate sulla pelle liscia, quasi come se con un movimento di troppo avesse rischiato di fargli del male.



Effettivamente, quel periodo aveva messo a durissima prova il corvino, il quale mostrava molti più momenti di debolezza di quanti non avesse mai avuto in vita sua, ed Hinata non riusciva proprio a non trattarlo con cura, quasi come se stesse maneggiando una raffinata bambola di ceramica che, al primo movimento sbagliato, si sarebbe procurata una crepa, data la fragilità.



In questo caso, però, ad esser così fragile da poter rompersi alla minima cosa, erano il cuore e l'animo di Tobio, entrambi troppo provati ed affranti dal dolore causato dalla perdita di una figura così importante, divenendo sempre più acuto anche per delle piccolezze.



Non erano passati nemmeno due mesi, la ferita sarebbe stata dura da rimarginare, se non quasi impossibile, eppure a Tobio sembrava tutto così complicato; aveva molti dubbi, ma una cosa era sicura.



L'unica certezza che aveva era che, in seguito alla perdita di Kazuyo, aveva perso gran parte della sicurezza che lo caratterizzava e lo aveva reso l'arrogante re del campo.



Un po' come quando si tiene il pc in carica e, non appena scolleghiamo la spina, la batteria scende molto più velocemente di quanto non sembri, spegnendosi del tutto: senza la sua fonte di energia, ne perde molta.



Stessa cosa accadde a Tobio quando Kazuyo, nonché il primo a fargli notare di quanto fosse e potesse essere capace, la sua fonte di sicurezza, morì.



E Shoyo era semplicemente distrutto nel vedere la persona che più amava ridotta a quel modo, indebolito ogni giorno dalla sofferenza che provava.



Ma non poteva assolutamente concedersi il lusso di esitare; non se la questione riguardasse Tobio.



"Hey... non so cosa sia successo, ma sappi che sono qui. Sono qui e non ti lascio, non ti lascerò mai. Su di me puoi sempre contare" affermò, il rossiccio, posando una mano su quelle di Kageyama, appollaiate inermi sulle cosce, stringendole leggermente e prendendo a carezzarne il dorso di una delle due con il pollice, mantenendo i suoi occhi puntati in direzione del corvino, nonostante quest'ultimo continuasse a non guardarlo.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now