Capitolo 150

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"Come va il naso?" domandò il corvino nel bel mezzo di quella piccola cenetta sotto il chiaro di Luna, sporgendo appena il capo verso l'altro con fare preoccupato, mentre consumava la zuppa di miso che reggeva fra le mani quasi intorpidite dal freddo, ma che trovavano piacere a contatto del recipiente ancora caldo.



Difatti, durante l'ultima partita che aveva giocato quella giornata, il bel visino di Hinata si era ritrovato a ricevere una diagonale in piena potenza eseguita dal capitano del Fukurodani, e per poco non ci aveva rimesso le penne.



In seguito ad un panico generale scaturitosi tra i pallavolisti presenti durante quel 'piccolo' incidente, Shimizu si era fatta strada sul campo sino al corpo disteso sul parquet, quasi come se fosse un cadavere, del povero malcapitato, e lo aveva aiutato a fermare il rivolo di sangue che colava da una delle due narici.




Decisamente, se era sopravvissuto ad una schiacciata in pieno volto da parte di uno dei cinque migliori assi della nazione, non avrebbe dovuto più temere qualsiasi altra pallonata; il peggio, ormai, era già passato.




"Oh, intendi per la pallonata? Tutto bene, tutto bene. A parte che mi si è formato un livido su tutto il setto nasale e fa un bel po' male, ma poteva andarmi peggio" portò una mano a grattarsi la nuca, Shoyo, per poi indicare con il dito il punto in cui il suo povero nasino era stato colpito bruscamente.




"Menomale, pensavo seriamente di esser diventato vedovo" sospirò di sollievo, Kageyama, l'espressione irrimediabilmente seria che provocò un fragoroso risolino da parte del rossiccio.



"Probabilmente anche Bokuto lo ha pensato, perché è venuto a chiedermi scusa credo... oltre dieci volte? Forse anche quindici. Pensava davvero di aver perso il suo discepolo numero uno" lo informò, il centrale, con un sorriso divertito ed al contempo estremamente intenerito dalla reazione che il senpai del Fukurodani aveva avuto.




"Discepolo numero uno?" aggrottò improvvisamente le sopracciglia, Tobio, mentre lo sguardo appena assottigliato richiedeva evidentemente spiegazioni.




"Ma come, non lo sai? Lui mi chiama così, o meglio, è un dato di fatto che io sia il suo discepolo numero uno, dato che mi ha insegnato tantissimi nuovi trucchetti che non vedo l'ora di affinare ed usare in partita" alzò un sopracciglio e spalancò impercettibilmente gli occhi ambra, i quali successivamente parvero brillare di luce propria al pensiero dei consigli e dei segreti che Bokuto gli aveva rivelato durante le loro partite serali.




"Tsk, non capisco perché tu debba essere il suo discepolo. Potrei insegnarti tantissimi trucchi anche io" borbottò, avvicinando alla bocca il recipiente che conteneva la calda e deliziosa zuppa di miso, per poi raccoglierne una cucchiaiata e gustandosela, lasciando che quel dolce sapore gli permettesse di placare quell'aspra gelosia che dentro di sé si era fatta sentire bruscamente.




Probabilmente l'idea che il suo ragazzo fosse sotto l'ala protettiva di un senpai estremamente abile e forte come Bokuto, il quale lo riteneva addirittura un suo 'discepolo' in una maniera che il corvino aveva interpretato anche alquanto intima, dato il rapporto che legava i due patiti di assi, aveva attivato in lui un enorme senso di insoddisfazione e fastidio, nonché un leggero complesso di inferiorità rispetto allo schiacciatore del terzo anno.




"Sei serio? Ti lamenti sempre del fatto che la mia ricezione ed i miei servizi siano penosi, eppure non ti sei mai proposto per aiutarmi a colmare le mie lacune! Dovresti ritenerti fortunato del fatto che ci sia qualcuno disposto a darmi qualche dritta" ribatté, il rossiccio, assottigliando gli occhi in due fessure e corrugando la fronte con stizza, per poi incrociare le braccia e distogliere lo sguardo in maniera indispettita.




My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now