Capitolo 66

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IL GIORNO SEGUENTE








2️⃣


"Bene! Ora che abbiamo finito lo stretching, mettiamo in ordine la palestra!" enunciò in un ordine, il capitano del Karasuno, battendo le mani.



"Va bene!".



Mentre i loro compagni si occupavano di pulire il parquet con gli spazzoloni, riordinavano lo sgabuzzino e smontavano la rete, Hinata e Kageyama decisero di sfidarsi in una gara a chi raccoglieva più palle.



Quando ebbero finito di raccattarle, notarono che entrambi avevano preso e posato 11 palle ciascuno.



"Tsk. Stupidi numeri pari" mormorò Tobio, distogliendo lo sguardo indispettito, avviandosi con il cesto dei palloni verso lo sgabuzzino per rimetterlo al suo posto, seguito da Hinata.



Uscirono tutti dalla palestra e, non appena Daichi usò le chiavi per chiuderla, i componenti della squadra maschile di pallavolo del Karasuno si salutarono, ed ognuno se ne andò per la propria strada.



Hinata e Kageyama camminavano lungo questa strada, il primo con al suo fianco il suo prode destriero, ovvero una bici, e il secondo con le mani nelle tasche della felpa nera, su cui sfoggiavano dei dettagli bianchi, tipici della loro divisa da pallavolo.



Nonostante il calore del sudore incollato al loro corpo, reduce da un'ora e mezza di allenamenti, il leggero venticello che tirava quel tardo pomeriggio bastò a far tirare loro un sospiro soddisfatto.



"Ah! Sto ancora pensando alla caduta di Tanaka! È stato troppo divertente!" esclamò con tono compiaciuto, il rossiccio, portando le mani alla pancia al ricordo delle sue chiassose risate.



"Fortuna che non si è fatto male" aggiunse poi, ritornando serio, alzando un indice, come se stesse rammentando qualcosa; certo, se si fosse fatto male, sarebbe stato un bel problema.



"Però è stato davvero da morir dalle risate. 'Non è colpa mia, è colpa della forza di gravità', ah, che ridere" fece Shoyo, imitando la voce del suo senpai pelato, passandosi un indice sotto l'occhio, come per rimuovere una lacrima.



Tobio, dal canto suo, non diceva una parola.



Da quando si erano allontanati dalla palestra ed erano rimasti soli, non un suono era stato emesso dalla bocca di quel corvino.



Osservava la strada dinanzi a sé con uno sguardo serio, forse addirittura vuoto; il piccoletto, in seguito all'ambigua quiete di Kageyama che pareva non cessare, cominciò a preoccuparsi.



"Ehy, stai bene? Mi sembri un po' silenzioso" constatò il più grande, fermandosi sul posto e corrucciando lievemente le sopracciglia, assumendo un'espressione impensierita.



Kageyama si fermò qualche passo più in avanti di Hinata, voltandosi dopo qualche istante verso quest'ultimo, scrutandolo in maniera indecifrabile.



"Vuoi venire a dormire da me, 'stasera?" propose d'un tratto, il più alto, sempre con l'autorevolezza dipinta olio su tela sul suo volto.



"Eh?! Che cosa?!" urlò con sorpresa, il centrale, non aspettandosi una richiesta simile e facendo istintivamente un passo all'indietro, spalancando la bocca scosso.



"Ti ho chiesto se vuoi venire a dormire a casa mia questa sera".



"Lo so cosa mi ha chiesto! Devo solo realizzare!".



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt