Capitolo 116

1.9K 149 1K
                                    

Tobio si fece coraggio e posò la mano sulla maniglia, abbassandola e spingendo la porta dinanzi a sé per aprirla, il cuore che batteva ad una velocità indescrivibile in gola.



Difatti poco dopo che Maya fu uscita dalla stanza in cui si trovava il suo primogenito, informò gli altri presenti di avere ancora un po' di tempo per poter entrare e vederlo.



La domanda era per lo più indirizzata ai tre liceali, dato che la famiglia Hinata sarebbe ugualmente rimasta lì, facendo dei turni che vedevano l'alternarsi dei due genitori per ogni notte in modo tale che uno dei due la avrebbe trascorsa in ospedale con Shoyo e l'altro a casa con Natsu.



Tuttavia Kenma aveva saggiamente dichiarato di non esser ancora pronto a veder il suo migliore amico in quelle condizioni, steso inerme su un lettino d'ospedale sul quale chissà quanto altro tempo avrebbe speso; non riusciva proprio a vedere una persona luminosa e solare come Shoyo spenta, mentre la sua coscienza risiedeva in quale remoto angolo della sua mente dormiente.



Ma la speranza che il rossiccio si potesse risvegliare da quel coma da un momento all'altro lo teneva incollato su quella sedia, non facendo muovere nemmeno di un millimetro, lo sguardo rivolto verso una mattonella del pavimento, le mani posate sulle sue cosce ed unite, quasi come a darsi conforto l'un l'altra da sole, nonostante su queste vi fosse la costante presenza di quella più grande appartenente a Kuroo che non osava allontanarsi neanche un istante, consapevole di dover ricordare al biondo che era lì, accanto a lui e non lo avrebbe mai lasciato.



Con le sue iridi giallastre Tetsuro guardava l'alzatore della sua squadra, una mano a sorreggergli il mento, la schiena leggermente inarcata ed un lato della bocca appena alzato in un piccolo sorriso amorevole.



Si sistemò successivamente contro lo schienale di plastica di quella sottospecie mal riuscita di sedia, afferrando poi le mani di Kenma, sulle quali era posata la sua, e tirandole con delicatezza verso di sé, per poi indicare con un cenno del capo la sua spalla.



Nonostante quei pochi gesti, per Kozume non fu affatto arduo recepire l'invito silenzioso del più grande, posando la guancia contro la sua spalle ed avvolgendo le due braccia sottili intorno a quello scolpito del corvino, intrecciando le dita delle loro mani.



Quel contatto rubò un minuscolo e furtivo sorrisetto al biondo, il quale sfregò appena il suo volto contro il tessuto caldo del maglioncino di Tetsuro, trovando un minimo di pace e serenità accanto alla sua figura alta e significativa.



Tobio invece approfittò di quel tempo che avevano ancora a disposizione per insinuarsi nella camera e vederlo, almeno per un po'.



Una volta aperta la porta se la richiuse dietro di sé con estrema delicatezza, avvicinandosi con passi lenti, quasi come se facendo troppo rumore avesse potuto destarlo da quel sonno profondo e che pareva interminabile, all'unico letto presente nella stanza, situato al centro di una delle due pareti di un azzurro che solo a definirlo tale era un'offesa alla vera tonalità dell'azzurro.



Diede una rapida occhiata ai vari macchinari che circondavano il suo ragazzo, emettendo dei bip acuti e regolari ad ogni lento respiro che esalava, descrivendone il battito.



Mantenne lo sguardo sul piccoletto anche mentre si sedette sulla sedia posta accanto al letto, notando adagiatavi sullo schienale la felpa del Karasuno che Hinata stava indossando il giorno dell'incidente e che, probabilmente, era stata lavata.



Tobio la afferrò, aprendola ed osservandola, nonostante ne conoscesse le caratteristiche ormai a memoria, per poi stringersela al petto, immaginando di star abbracciando il proprietario dell'indumento.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora