Capitolo 139

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In quel pomeriggio di metà Dicembre, Hinata si trovava nel silenzio di camera sua, situato sulla sedia girevole precisamente al centro della sua stanza, le spalle appollaiate pigramente contro lo schienale ed il viso estremamente titubante.



Le dita erano incrociate tra di loro e depositate sul grembo, mentre i pollici si sfregavano l'uno con l'altro, evidenziando il suo visibile stato di nervosismo ed indecisione.



Dopotutto era risaputo: trattandosi di Hinata Shoyo, bisognava preoccuparsi più quando lo si trovava in totale e religioso silenzio, rispetto a quando lo si vedeva, invece, chiacchierare più del solito; un iperattivo che rimaneva muto ed immobile sulla sedia era sicuramente qualcosa di particolarmente insolito ed ambiguo.



L'unico elemento che invece non mostrava alcuna incertezza nel centrale era costituito sicuramente dalle sue iridi ambra, incollate, seppur a distanza di sicurezza -probabilmente dal fare qualche stupida mossa avventata-, sul cellulare appartenente ad egli stesso e poggiato sulla superficie liscia della sua scrivania, posta esattamente di fronte a lui.



Tamburellava il pavimento, di tanto in tanto e soprattutto quando era in grado di giungerci dall'elevazione della sedia girevole, con le punte dei propri piedi, quasi a voler concretizzare quella confusione che gli stava mandando in pappa in cervello, squarciando il silenzio con qualche sbuffo molto seccato più spesso di quanto immaginasse.



Seppellì il volto nel collo della sua felpa oversize, incrociando le braccia ed arricciando le labbra, assumendo l'espressione di chi si stava per ritrovare costretto a far qualcosa decisamente contro la sua volontà, ma che purtroppo non aveva altra scelta.



La sua parziale immobilità sulla sedia mostrava apertamente il suo desiderio di voler posticipare la sua sorte il più possibile, tuttavia uno sguardo particolarmente basso e colmo di disappunto, che decisamente non intendeva dar scampo al centrale, lo scrutava dalla soglia della stanza.



"Allora, per quanto ancora avrai intenzione di fissare il tuo telefono senza far niente?" domandò sarcasticamente la voce acuta e femminile appartenente a Natsu, la quale incrociò le braccia in maniera autoritaria ed assottigliò sempre di più gli occhi con fare indagatore, analizzando un qualsiasi movimento da parte del fratello per cercare di afferrare quali fossero le sue intenzioni.



"Per quanto vorrò io" cercò di mostrarsi più indifferente e tranquillo possibile, Shoyo, distogliendo lo sguardo con fare disinteressato, sebbene si trovasse in quella stessa posizione ed in quell'esatta situazione da oramai quasi un'ora; in realtà, precisamente non sarebbe riuscito a stabilire da quanto quella situazione stesse andando avanti, sapeva solo di essere giunto in camera sua nel primo pomeriggio, quando il sole era ancora alto e splendente nel cielo azzurro, mentre adesso fuori vi era solo buio pesto e qualche luce calda e affievolita dei lampioni presenti in strada.



"Ah, buono a sapersi. Quindi avrai intenzione di fissarlo fino a Natale? Sai, al momento non mi sembri particolarmente intenzionato a fare qualcosa" lo canzonò, la bambina, assumendo tuttavia un tono severo più severo che beffardo, celando quasi una ramanzina dietro al sarcasmo ed invitando implicitamente il più grande a darsi una sbrigata.



Finalmente Shoyo spezzò il contatto visivo che aveva mantenuto per ormai una buona mezz'ora con il cellulare, voltando il capo verso la sorella e riservandole uno sguardo estremamente annoiato, sprigionando l'ennesimo sbuffo sofferente dalla sua bocca.



"È inutile che mi guardi così. Ancora non capisco perché tu ti stia facendo così tanti problemi. Devi solamente chiamare quel tizio e chiedergli una cosa Shoyo, non devi mica fargli una proposta di matrimonio! Anche perché penso sarebbe tradimento nei confronti di Tobio" sentenziò con voce spazientita, la piccolina, accigliando il volto dai tratti somatici dolci ed infantili in un'espressione scombussolata, non comprendendo poiché suo fratello si facesse così tanti problemi per una cosa ritenuta da ella stessa relativamente stupida, cominciando a pensare che forse avrebbe preferito rimaner bambina se l'adolescenza l'avesse portata a crearsi così tante paranoie anche per effettuare una semplice chiamata.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||حيث تعيش القصص. اكتشف الآن