Capitolo 113

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In procinto di eseguire quella che sarebbe stata l'ultima alzata dell'ultimo set della partita contro il Seijoh, Kageyama aveva seriamente pensato che avrebbero vinto con la schiacciata effettuata subito dopo da Hinata.



La posizione era perfetta, la distanza era perfetta, eppure, dati i risultati, qualcosa avevano sbagliato e, dentro di sé, Tobio era anche conscio di quale fosse stato l'errore che li aveva portati alla sconfitta.



Nonostante la rigorosità della veloce bislacca, quest'ultima, se tenuta costantemente sott'occhio, non era impossibile da murare, ed era esattamente ciò che avevano fatto i centrali dell'Aoba Johsai, puntando quasi completamente la loro attenzione sul rossiccio.



Per di più, dato il rapporto che legava i due primini, era ormai scontato che l'ultimo punto Tobio lo avrebbe affidato a Shoyo, puntando il tutto per tutto su di lui.



E si sentiva così frustrato nell'aver giocato quasi un'intera partita con concentrazione, razionalità e sangue freddo, per poi perdersi in un bicchier d'acqua e far prevalere i suoi sentimenti in un momento così cruciale.



Si era accasciato con le ginocchia sul parquet, i palmi appollaiati sulle sue cosce allenate e lo sguardo chino e perso tra mille pensieri che gli frugavano per la mente e che decisamente non era riuscito a riordinare, o almeno non in quel momento, quando stava cercando di metabolizzare quella cruda e triste verità: avevano perso.



Quando poco dopo Daichi aveva raggiunto lui ed il rossiccio, ancora seduti per terra, Shoyo aveva avuto il coraggio di guardar negli occhi il loro capitano, balbettando qualcosa in segno di scuse, tuttavia Kageyama proprio non ce la fece.



Così come, durante il tragitto in pullman, non osò voltarsi nemmeno per una volta in direzione del suo ragazzo, dei suoi compagni e del suo coach, i quali aveva riposto così tanta speranza in lui, facendolo diventar l'alzatore titolare già nella sua prima partita ufficiale, togliendo il posto a Sugawara, che invece era stato capace di far scorrere il vento a loro favore in quei 10 minuti in cui era stato in campo.



Tobio, invece, per quasi tutta la durata della partita si era trovato in campo e, a detta sua, aveva combinato un pasticcio, portando la sua squadra alla sconfitta ad un passo dalla finale, successivamente, dalle nazionali.



Si sentiva così stupido, non per essersi fidato di Shoyo dato che era ben conscio delle capacità del più basso ed era costantemente fiero e felice di poter alzare per lui, bensì per non aver evitato qualcosa che, analizzato con lucidità e dall'esterno, considerava palesemente inevitabile.



E non era nemmeno arrivato a formulare cosa, da lassù, avrebbe potuto pensare suo nonno nei suoi confronti: sapeva che, se l'avesse fatto, sarebbe scoppiato a piangere per la delusione che aveva arrecato ad entrambi, pur essendovi promesso di vincere.



Per tale motivo si era limitato ad andarsene da quel campo in cui riteneva di non meritare di stare -e soprattutto per la sua estrema convinzione del fatto che solo i più forti potessero restare sul campo, e loro avevano appena perso-, raggiungere gli spogliatoi, cambiarsi, raccattare la sua roba e salire sul pullman.



Il capo rannicchiato contro il vetro del finestrino dal quale vedeva, con sguardo in realtà particolarmente perso nel vuoto, tutta la strada campagnola che il pullman percorreva scorrere dinanzi a sé e che probabilmente non avrebbe rivisto per molto.



Cacciò un sospiro stanco quando si rese conto che, già dal giorno dopo, avrebbe dovuto ricominciare ad allenarsi duramente ogni giorno, proprio come aveva fatto sin da quando aveva cominciato le superiori.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora