Capitolo 125

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"Allora? Da quanto eri sveglio?" domandò, Tobio, mentre maneggiava il coltello con cura, i movimenti precisi ed attenti con lo scopo di non farsi male, intento a sbucciare una delle arance presenti nel cesto precedentemente situato accanto al comodino di Shoyo.



A quel quesito proveniente, Hinata assunse un'espressione interrogativa, il sopracciglio alzato con fare confuso mentre masticava voracemente uno spicchio di arancia che gli aveva posto il corvino.



Dopo una buona ora passata tra le coccole e le attenzioni della sua famiglia, i componenti di quest'ultima era uscita dalla stanza per parlare con i dottori e avevano lasciato i due adolescenti da soli.



E a Tobio quel lasso di tempo parve perfetto per dare voce a tutte le domande che si erano accumulate nella sua mente in quei giorni, morendo dalla voglia di ottenere risposte.



"Cosa dovrebbe significare? Sai bene quando mi sono svegliato, eri proprio accanto a me quando è accaduto" constatò, Shoyo, con un tono perplesso, non comprendendo il motivo di quella domanda, mandando giù sonoramente lo spicchio.



"Non credo proprio. Tu eri sveglio da prima. Precisamente... ti sei svegliato poco dopo che ho iniziato a parlarti, non è così? Altrimenti non saresti nemmeno riuscito a rispondermi, se ti fossi svegliato quell'esatto momento" rifletté ad alta voce, Tobio, interrompendo per qualche secondo ciò che stava facendo, lo sguardo indagatore mescolato alla consapevolezza di aver ragione e di aver catturato Hinata con le mani nel sacco.



Shoyo si immobilizzò completamente, gli occhi ambra che si sgranarono di colpo e la bocca che si ridusse improvvisamente dinanzi il sorriso del palleggiatore che ormai, era evidente, la sapeva lunga.



"Uff, e va bene! Sì, mi sono svegliato praticamente non appena hai iniziato a parlare, contento? Mi son stato zitto perché volevo capire cosa stavi dicendo" confessò, il centrale, le cui labbra si erano arricciate in un broncio tanto infantile quanto adorabile e le guance si erano gonfiate, movimento ch eseguiva quando si ritrovava costretto a dover dare ragione a qualcuno, donandogli l'aspetto di un bambino capriccioso.



"Come pensavo" incrociò le braccia con fare sicuro di sé, Tobio, il mento alzato in un gesto di superiorità ed un sorriso vittorioso a primeggiare sul volto dai tratti affilati e definiti.



"Anche se... devo ammettere che inizialmente ero molto stordito. Quando ho provato ad aprire gli occhi, appena sveglio, non ci sono riuscito subito. Quasi come se la mia mente fosse quasi completamente attiva, ma il mio corpo ancora no. Forse perché stando immobile per tanto tempo dovevo riabituarmi, credo. È stato davvero strano" raccontò, il più basso, osservandosi il palmo della mano e muovendolo lentamente, sollevato di aver riacquisito tale capacità, il tono misto tra lo spavento e la confusione.



"Non riesci a muovere ancora le gambe?" chiese successivamente, l'alzatore, portando istintivamente le sue iridi blu in direzione della coperta bianca che nascondeva gli arti inferiori del suo ragazzo.



"No, penso le abbiano immobilizzate, ma sta di fatto che non me le sento più. Spero sia dovuto al fatto che non ho camminato per quasi 3 settimane".



Un velo di preoccupazione prese posto sul viso di Tobio, il quale iniziò a sentirsi pervaso da un senso di agitazione che prese a propagarsi dentro di sé, attanagliandogli lo stomaco e velocizzando il battito cardiaco.



Sapeva che il peggio fosse passato, Shoyo era sveglio e ciò importava più di qualsiasi altra cosa, il poterlo riavere lì con sé era il dono più bello che avesse potuto mai desiderare dopo che gli era stato strappato così bruscamente da un istante all'altro.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now