Capitolo 85

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Hinata sfrecciava nel vento, spingendo con forza i piedi sui pedali, con la schiena curvata verso il manubrio, fino a percepire dei crampi nei polpacci; ma ciò, al momento, non gli importava.



L'unica cosa che gli interessava era raggiungere il più in fretta possibile l'ospedale.



I palmi intorno la gomma del manubrio emanavano sudore, mentre il fiato gli si era mozzato in gola, quasi non fosse più conscio di come si facesse a respirare.



Vi era un unico pensiero che pulsava nella sua mente in modo costante, senza mai fermarsi.



Tobio ha bisogno di me.



In un movimento fulmineo, ruotò velocemente le spalle, spostando con il manubrio la direzione della bici, aggirando un fosso.



In quel momento doveva concentrarsi sulla strada: di certo non voleva andare all'ospedale per farsi curare un arto spezzato.



Esalò finalmente un sospiro, sbattendo gli occhi che gli bruciavano per il vento che li sferzava, scontrandosi bruscamente contro le pupille.



Vide in lontananza la destinazione, pedalando ancor più velocemente, mentre la sua schiena e le sue cosce chiedevano pietà: nemmeno gli allenamenti erano così faticosi, si ritrovò a pensare.



Rallentò quando vide un palo sul marciapiede situato di fronte l'entrata dell'ospedale, fermandosi e legando attorno ad esso la sua bici con una catena.



Balzò giù dalla sella, correndo verso la porta, abbassando la maniglia di ferro e spingendo con forza la spalla contro il vetro, per poi guardarsi intorno, respirando affannosamente. mentre analizzava il posto con le sue iridi ambra.



Si trovava in una sala d'accettazione, con alla sinistra una rampa di scale che portava ai piani superiori, affiancata ad un ascensore.




Di fronte a Shoyo, in fondo alla sala, vi era qualche fila di sedili, con alcune persone sedutevi sopra, con gli sguardi persi nel vuoto.




Infine, alla destra della sala, si ergeva un bancone color legno, da cui dietro spuntava la figura di una dottoressa alquanto minuta.




"Scusi, posso sapere qual è la stanza del signor Kageyama?" domandò senza troppe cerimonie, dirigendosi verso il bancone e posando i palmi sulla superficie di quest'ultime, scrutando con occhi provati la ragazza, che probabilmente aveva anche meno di 30 anni.




"Dovrebbe esser arrivato qui circa due ore fa" precisò, il centrale, con fare frettoloso e impaziente, in modo che l'adulta non potesse sbagliarsi.




La dottoressa, dai capelli scuri e lisci legati in un codino morbido alla base della nuca, non rivolse lo sguardo verso il rossiccio, bensì premette con prontezza alcuni tasti, analizzano attentamente il computer, per poi controllare una delle cartelle sparse sul bancone.




Hinata deglutì sonoramente, mordendosi l'interno della guancia e battendo nervosamente la pianta del piede contro le mattonelle lucide e di un azzurro disgustosamente spento, quasi si sentisse appeso ad un filo legato al dito della dottoressa, la quale faceva scorrere le sue iridi marroni su alcuni fogli.




"È la 87, ma in questo momento non può ricevere visite" annunciò, sistemando nuovamente i fogli delle cartelle e rivolgendo lo sguardo al rossiccio.




"Ed infatti non voglio entrare, ma devo vedere la sua famiglia assolut-".




"È inutile restare qui, torni a casa, domani potrà vederlo".




My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now