Capitolo 107

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Hinata se ne stava seduto sui suoi talloni, le ginocchia piantate nel praticello, con le mani depositate sotto le zampe anteriori di Alaska a mantenerlo, permettendo così al suo ragazzo di poterlo lavare per bene.



Difatti, non appena Konoye era rientrato in casa, silenziosamente l'alzatore aveva raccattato tutto l'occorrente di cui necessitava -quale un asciugamano, lo shampoo per cani ed una bacinella riempita d'acqua- e aveva lasciato che il rossiccio lo aiutasse a lavare quella palla di pelo.



"Ma non è antigienico sedersi su uno prato che fino a 10 minuti fa aveva degli escrementi?" aveva prontamente domandato poco prima, Hinata, osservando dall'alto il corvino che si era già appollaiato fra l'erba di un angolo del giardino.



"Mio padre ha sciolto la cacca di Alaska con l'acqua, quindi è stata assorbita dallo stesso terreno" sentenziò con tranquillità, Tobio, infilandosi dei guanti di lattice, per poi afferrare l'animale domestico che si era bellamente seduto accanto a sé, scodinzolando allegramente, e depositarlo all'interno della bacinella in cui ormai entrava a malapena.



In quel momento, invece, mentre il rossiccio sorreggeva il San Bernardo per fargli lavare per bene la pancia, notò che, dall'espressione dipinta sul volto di Kageyama, probabilmente quest'ultimo stesse pensando a qualcosa che lo turbasse.



Aveva un'aria serena, e pareva mostrare calma dal modo gentile e accurato con il quale insaponava Alaska; eppure, sembrava più la calma che si manifestava prima della comparsa di una potente tempesta: non era la stessa espressione tranquilla che il centrale aveva spudoratamente ammirato per tutta la durata delle lezioni.



Però, più che cercare di mantenere un equilibrio che gli permettesse di non vacillare completamente e perdere tale calma, Tobio dava più l'impressione di voler svuotare la sua mente da qualsiasi pensiero negativo, quasi come se si ripetesse come un mantra che sarebbe andato tutto bene, bensì lo faceva con ben poca naturalezza.



Shoyo sapeva che, molto probabilmente, la causa di quel comportamento fosse relativa al bigliettino andato perso.



Certo, lui stesso aveva consigliato a Tobio di non farsi abbattere troppo da questa cosa e di guardare il tutto da un'altra prospettiva, ma sicuramente non era facile.



Era ormai passato poco più di un mese dalla morte di Kazuyo e da quando la vita di Tobio era mutata completamente, per tale motivo non poteva certo pretendere o fingere di esser al meglio delle sue forze quando vi era palesemente qualche insicurezza a martellarlo da dentro.



Dopo aver analizzato lo sguardo del più piccolo, il quale era seduto accanto a sé, Hinata si voltò in direzione del cagnolino alzato su due zampe, continuando a stringergli il busto per mantenerlo in quella posizione, osservando il suo volto impiastricciato dall'acqua che rendeva i suoi peli appiattiti e scomposti, donandogli un aspetto buffo.



Lo guardò per qualche secondo, come se stesse cercando negli occhi scuri del cagnolino il consenso per poter fare ciò che gli balenava per la mente e che, di lì a poco, avrebbe ugualmente fatto.



"Ma che faccia hai? Sembra che, tra te ed Alaska, sia stato tu quello costretto a mangiare e defecare come unico scopo della tua vita" lo prese in giro, assumendo però un tono serio, Shoyo, provando a sdrammatizzare la situazione e spingendo il corvino a parlare.



Quest'ultimo strabuzzò appena gli occhi, aspettandosi che il rossiccio attaccasse bottone per provare a sciogliere la tensione palpabile nell'aria, ma di certo non in quella maniera.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now