Capitolo 148

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La mattina seguente si era svolta nella totale normalità, sveglia presto, fiondarsi nella mensa per saziare il proprio stomaco con una sostanziosa e abbondante colazione, correre sotto la doccia e successivamente prepararsi per arrivare il prima possibile nel loro paradiso: il campo.



Se il giorno precedente Shoyo si era sentito inizialmente spaesato a causa delle migliaia di emozioni che avevano preso il sopravvento in seguito al suo ritorno nel campo dopo un bel po' di mesi, in quel momento il rossiccio poteva confermare di sentirsi totalmente a proprio agio: nel suo cuore vigeva serenità e sicurezza ad ogni passo che compieva verso il parquet della palestra.



Gli era mancato immensamente l'avere una squadea intera a supportarti e a coprirti le spalle, la sensazione di colpire con tutta la forza che si possedeva la superficie sferica della palla per conquistare anche quel punto, correre da un angolo all'altro del campo e di avere il corpo indolenzito dagli sforzi e dalla stanchezza, ma percepire il cuore colmo di energia che scalpitava velocemente, facendolo più sentir vivo.



Gli era mancato più di quanto avesse potuto immaginare.



Gli erano invece mancate di meno le ramanzine da parte di Sugawara, le vere e proprie strigliate provenienti dal capitano, la cui pazienza veniva messa ogni giorno alla prova da quello stormo di corvi impazziti, il dare in escandescenze bambinesche di Tanaka ogni qualvolta qualche giocatore lo punzecchiasse un po' troppo, le irritanti battutine di Tsukishima che a quanto pare si stava annoiando un po' troppo per non esporne qualcuna con il suo solito tono beffardo, il bisticciare per ogni stupidaggine con quel testardo di Kageyama e le pallonate in faccia.



Sorvolando tali dettagli, durante quella mattinata si svolsero quattro partite, di cui il Karasuno ne vinse solo la metà: per quanto il duo di bislacchi fosse efficiente, la difesa solida e i punti andassero a segno, certe volte i corvi commettevano alcuni errori stupidi, forse dettati dalla stanchezza di giocare con un caldo così innaturale per esser solamente a Febbraio, forse per la sete di vittoria e soprattutto rivincita nei confronti dei propri avversari che si erano dimostrati decisamente superiori rispetto alle loro aspettative.



E se non riuscivano a batterli durante quel ritiro, che aveva come scopo quello di combinare allenamenti tra squadre composte da giocatori forti ed abili in modo da sviluppare e migliorare le proprie capacità tramite l'esperienza, che speranze avevano in delle partite ufficiali sia contro di loro, sia contro avversari anche più temibili?



Ciò avrebbe potuto spaventare delle persone comuni e, di conseguenza, dotate di incertezze, dubbi e paure, ma di certo non quelle due belve assetate di vittoria quali Hinata e Kageyama, i quali sembravano amare alla follia il mettersi in gioco dall'inizio fino alla fine e non mollare mai; la determinazione di certo non gli mancava, e nemmeno le capacità, quindi, secondo i loro intelletti alquanto discutibili, perché non avrebbero potuto vincere?



Era solo una stupidaggine, almeno per loro, ed avrebbero vinto a qualsiasi costo, indipendentemente da chi si fossero trovati davanti.



Giunse, con immensa gioia dei giovani pallavolisti, l'ora di pranzo, tuttavia quella volta presero la saggia decisione di pranzare all'esterno, sul soffice e verde prato che circondava la struttura, data l'aria ventilata che cominciava finalmente a farsi viva dopo una mattinata fin troppo calda.



Presero dei teli solitamente idonei per allestire un perfetto pic-nic e si sedettero comodamente su di essi, mangiando allegramente in piccoli gruppetti e chiacchierando animatamente di tanto in tanto.



Hinata era seduto su un telo in compagnia di Kenma, Inuoka e Lev; avevano avuto intenzione di invitare anche l'alzatore del Fukurodani fra di loro, ma il suo capitano aveva tanti obbiettivi nella vita, fuorché quello di separarsi per un secondo di troppo dal suo partner.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora