Capitolo 69

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Il duo di bislacchi aveva appena terminato gli allenamenti, e si trovavano lungo la strada di ritorno verso casa.



Erano le 17.35, eppure stavano morendo di fame; ma come biasimarli: avevano affrontato due ore e mezza di allenamento senza aver nemmeno pranzato, ed in quel momento avrebbero mangiato di tutto, anche del cibo scaduto o anche delle misere alette di pollo, a detta di Kageyama.



Lungo la strada, i due non avevano emesso un singolo suono, né pronunciato una singola parola, entrambi troppo stanchi e provati dagli allenamenti e, soprattutto, dal punto di vista alimentare.



L'unico rumore udibile la bellezza di ogni due minuti quasi precisi, fu il ripetitivo e rumoroso brontolio dello stomaco di Tobio, che spezzava quel silenzio fra il rossiccio e il corvino, scaturendo un'espressione contrariata da parte del primo ed una imbarazzata da parte del secondo.



"Ma com'è possibile che il tuo stomaco faccia così tanto rumore? Nemmeno tu ieri notte facevi così tanto rumore. Ti sei fatto battere. Sembra che stia tenendo un concerto" osservò, Hinata, dando l'impressione di voler scherzare, quando in realtà non ne aveva la minima intenzione; diceva sul serio, dato il suo volto seccato.



"Ma che vuoi? Non è una cosa che posso controllare, sai?" fece irritato, Tobio, assottigliando gli occhi e lanciando un'occhiataccia fulminea al centrale, il quale era così preso ad osservare la strada davanti a sé, che non stava neanche prestando attenzione al suo partner.



O almeno, così sembrava, ma in realtà aveva un'espressione di pura noia sul suo volto, e non gliene poteva fregare d'un fico secco delle lamentele del più piccolo, motivo per cui non gli rispose; poi, dopo altri due minuti, lo stomacò di Kageyama brontolò nuovamente.



"Io sto per picchiare il tuo stomaco".



"Ed io sto per picchiare te se non la smetti di rompere".



"Ma possibile che non hai mai nella tua vita saltato un pasto? Hai uno stomaco così debole?" domandò incredulo, Shoyo, alzando un sopracciglio e con tono di disappunto.



"Come se fosse una cosa normale" si limitò a rispondere, il corvino, sbuffando ed infilando le mani nelle tasche della tuta.



"Ma non ti fa male il sedere?" chiese in seguito, ad un tratto, Tobio, sorprendendosi di aver sentito pochissime lagne da parte del piccoletto, quella giornata.



"Non direi. O forse mi fa male, ma non lo sento. Il desiderio di mangiare qualcosa sovrasta anche quello" dichiarò il rossiccio, socchiudendo gli occhi quasi fosse assonnato; le persone normali si ricaricavano dormendo, Hinata Shoyo si ricaricava mangiando.



Calò nuovamente il silenzio, scandito solo dai passi sull'asfalto; quel brontolio fastidioso era, finalmente, per la gioia di Shoyo, cessato.



Il sole era ancora alto in cielo, il quale non mostrava nemmeno un accenno di tramonto.



Uno dei pochi lati positivi dell'estate: la sera calava lentamente.



Tobio si voltò verso il più basso, osservandolo con la coda dell'occhio: la sua espressione non pareva più scocciata, bensì quasi penoso; doveva star morendo di fame.



Secondo quanto detto da Hinata, probabilmente non era la prima volta che saltava un pasto, forse proprio per questa sua indole ritardataria.



Eppure, non ci si abituava mai.



"Ehy, c'è un piccolo furgoncino che vende panini, a circa 500 metri da qui. Che ne dici se facciamo un salto lì? È ancora presto per ora di cena, inoltre tieni conto del fatto che dobbiamo ancora arrivare a casa mia, e poi da lì devi tornare a casa tua, e ci vorrà circa una mezz'ora di pedalata. Ti va?" propose il corvino, e lo sguardo di Shoyo sembrava non essere mai stato più luminoso e vivo.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now