Capitolo 154

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Per quella sera, decisero tutti quanti di averne abbastanza e di rimandare qualsiasi conversazione e ramanzina al giorno successivo, chi troppo stanco e chi troppo affamato per riuscire a formulare un discorso di oltre 5 minuti e di senso compiuto.



Semplicemente si diedero una veloce e rigenerativa sciacquata, saziarono i propri stomaci affamati con una sostanziosa cena e stabilirono silenziosamente ed in maniera implicita che, durante le ultime ore che rimanevano alla fine di quella stancante e travolgente giornata, avrebbero fatto finta che nulla fosse accaduto e lasciato correre.



Nessuno ebbe da ribattere.



La mattina seguente, come da programma, i pallavolisti partecipanti al ritiro si misero ben presto all'opera e, per le 09.00, si trovavano già tutti quanti pronti nella palestra, chi intento a riscaldarsi, chi maneggiava un pallone ed eseguiva qualche palleggio o bagher al muro, preparandosi per la numerosa serie di partite che avrebbero dovuto giocare durante la giornata. 



Si trattò di una mattinata particolarmente faticosa, si riuscirono a giocare più partite del previsto e tutti i giocatori delle differenti squadre, di conseguenza, si ritrovarono all'ora di pranzo, nella mensa, a consumare i loro pasti con la stessa energia di un branco di bradipi.



Certo, giocare così tante partite, soprattutto se dall'altra parte del campo vi erano avversari valorosi e forti, non poteva che dare i suoi ottimi frutti, conferendo miglioramenti e maggiori possibilità di fronteggiare e soprattutto di vincere contro colossi che, prima o poi, si sarebbero affrontati l'un l'altro in partite ufficiali, se non addirittura ai nazionali.



Tuttavia l'ambiguo ed estenuante caldo che picchiava costantemente sul tetto della palestra e i potenti e luminosi raggi solari che filtravano attraverso i vetri delle finestre non poterono far altro che peggiorare la situazione e far consumare fino all'ultimo briciolo l'energia dei pallavolisti, i quali giunsero in mensa come dei gusci privi di vitalità e forze, che si reggevano in piedi per pura inerzia.



Fortunatamente, quasi come se una divinità o qualsiasi cosa presiedesse alla creazione del cosmo li avesse ascoltati, dei grossi e grigi nuvoloni andarono a coprire interamente la volta celeste che aveva primeggiato per tutta la mattinata sulle loro teste, oscurando completamente il sole ed impossibilitando i raggi solari di filtrare e cospargere nell'aria quel terribile calore che aveva prosciugato gli adolescenti della loro produttività.



In ben poco tempo, il temporale preannunciato dal cielo scolorito dalle nubi fece la sua presenza dapprima con qualche fragoroso tuono, per poi dar via ad un vero e proprio fitto acquazzone, le gocce d'acqua che scendevano impetuose dall'alto, infrangendosi bruscamente contro qualsiasi superficie fosse pronta ad accoglierle, non intenzionate a cessare per almeno, secondo le previsioni del meteo, un altro paio d'ore.



"Dopotutto siamo a Febbraio, dato che per tutta questa settimana c'è stato un sole che spaccava le pietre, ci saremmo dovuto aspettare un temporale simile" constatò la voce profonda di Kageyama, seduto comodamente sui propri talloni accanto al suo futon, un avambraccio che era pigramente pigramente accanto alla finestra che mostrava perfettamente quello spettacolo spaventoso di pioggia, tuoni e qualche eventuale fulmine, il tutto scrutato attentamente e con una punta di incanto da quelle iridi color mirtillo.



Il rossiccio, intento a scavare nel borsone appartenente al suo ragazzo, cominciò ad estrarre dal suo interno qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano, fin quando non riuscì a trovare ciò che più stava bramando in quel momento.



Agguantò in un pugno stretto la tanto ambita felpa grigia, dotata di zip e cappuccio, tirandola fuori e depositandola accanto a sé, per poi riposare all'interno del borsone tutti gli oggetti che aveva estratto poco prima con non molta delicatezza e cura, richiudendolo e posandolo accanto al suo.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora