Capitolo 49

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Kageyama correva più che poteva sul marciapiede che portava verso casa sua, con la sua eco-bag che veniva sballottata da una parte all'altra.



Aveva voglia di tirare un pugno a qualcuno con tutta la rabbia che aveva in corpo, ma il suo autocontrollo lo aveva fatto arrivare in poco tempo a casa senza far del male a nessun passante.



Bussò al citofono, dato che non aveva portato con sé le chiavi di casa, ed una volta che sua madre gli rispose, aprendo sia il cancelletto che il portone di casa. il corvino si avviò a passo spedito dentro casa, richiudendo dietro di sé la porta bruscamente, causando un forte frastuono.



"Tobio, che è success-" provò a dire Eriko, che si trovava vicino la porta d'ingresso, venendo completamente ignorata dal figlio, il quale la sorpassò, dirigendosi verso la cucina.



"Tu..." iniziò, riferendosi al padre che, seduto, lo guardava interrogativo.



"Cosa cazzo hai detto a Hinata?!" gridò, visibilmente arrabbiato, contenendosi dal saltargli addosso e prendere a schiaffi quel volto.



"Cosa intendi?" domandò tranquillo, facendo finta di non capire.



"Stai scherzando?" chiese retoricamente, l'adolescente, innervosendosi ancora di più nel vedere l'espressione indifferente disegnata sul viso dell'adulto.



"Ragazzi, cosa sta succeden-" provò a dire Miwa che, confusa, era corsa dal piano di sopra non appena aveva sentito il fratello urlare, seguita dal piccolo Alaska che abbaiava imponente.



"Hai detto una bugia a Hinata! E anche a me! Mi avevi detto che era malato, e a lui invece che ero io quello che stava male, quando in realtà stiamo entrambi bene!" dichiarò a gran voce, Tobio, mentre nella stanza si levarono versi di stupore da parte delle due donne, incredule.



FLASHBACK








🚲


Non appena le sue iridi blu ne incontrarono un paio color ambra a lui familiari, perse un battito.



La bici frenò di scatto, mentre entrambi i ragazzi si scrutavano scossi, con gli occhi fuori dalle orbite.



"Che ci fai tu qui?!" esclamò Tobio, non capendo se stesse sognando o meno.



"No no, che ci fai tu qui?!" ribatté a sua volta il rossiccio, il quale si era avvicinato con la bici al più alto, puntandogli l'indice contro.



'Ho uno strano dejavù' pensò Kageyama, riferendosi alla domanda che gli era stata fatta dal centrale e al posto in cui si trovavano.



"Io ho fatto la spesa, ma tu dovresti stare a casa!" si riprese da quello stato di trance, Tobio, alzando la sua eco-bag per evidenziare la frase, per poi ritornare al discorso precedente.



"E perché dovrei? Quello malato sei tu, mica io" rispose Hinata, assottigliando le sopracciglia.



"Io? Ma se io sto benissimo! Piuttosto, tu mi hai chiamato dicendo che avevi l'influenza e non potevi uscire!".



"Cosa?! Ma se tuo padre mi ha detto che eri tu quello con l'influenza! Io ti avevo chiamato solo per dirti che avrei fatto un po' tardi perché Natsu aveva deciso bene di nascondermi le scarpe dietro al gabinetto!".



"Cosa..." sussurrò Kageyama, per poi realizzare.



"Sono uscito perché stavo andando a casa tua... volevo vederti..." mormorò, poi, Shoyo, mentre le sue gote si imporporarono.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now