Capitolo 52

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"Come faccio ora?!" esclamò Hinata, iniziando ad agitarsi nell'acqua.



"Innanzitutto calmati" fece Tobio, provando ad avvicinarsi.



"Calmarmi?! Se i miei genitori vedono cosa ho sul collo, mi affogano nel mare!" urlò, spalancando le braccia e gesticolando nervosamente.



"Sì ma se non ti calmi non riusciremo a trovare un modo per evitarlo! Quindi rilassati e collabora!" lo rimproverò, il corvino, afferrandogli gli avambracci per farlo stare fermo.



'Non solo è stato lui a farmi il succhiotto, ma mi fa anche la ramanzina se mi agito! Si rende conto che è colpa sua se siamo in questa situazione?' borbottò in mente sua, il più grande, gonfiando le guance indispettito e distogliendo lo sguardo.



"Allora: camminare con la mano sul collo non è fattibile, capirebbero subito che c'è qualcosa che non va" iniziò Kageyama, avvicinandosi al rossiccio e posandogli una mano sulla spalla e protendendosi leggermente con il busto verso di lui.



"Potremo dire che mi sono tuffato e che ho urtato contro la sabbia" propose Shoyo, ritornando in acqua, immergendosi fino alle clavicole.



"Il succhiotto è nell'incavo del collo, come potresti mai urtare in quel posto? Inoltre in caso ti si sarebbe formato un graffio, non un livido, la sabbia graffia" ribatté l'alzatore, alzando un indice.



"Neanche una puntura di medusa potrebbe farci uscire dai guai: di solito si applica qualcosa di caldo, come il caffè, sopra la puntura, se lo applicassero e vedessero che il segno è ancora lì, capirebbero che è una bugia. Inoltre dai, capisco esseri punti su una gamba, ma non penso che se tu ti immerga e una medusa sia vicino a te, tu rimanga là come uno scemo a farti pungere, penso che ti sposteresti subito, soprattutto con i tuoi riflessi. E poi le meduse si riescono a vedere anche da sopra la superficie, quindi se ti fossi tuffato e una medusa si fosse trovata vicino a te, l'avresti notata anche prima di tuffarti" spiegò Tobio, dovendo scartare anche quest'idea.



"Non possiamo nemmeno spacciarlo per una puntura di zanzara, non è gonfio ed inoltre è anche viola" aggiunse il più alto, posando una mano sotto al mento.



"Oppure, potremo fare in questo modo..." sibilò Hinata, con un ghigno sul volto che fece insospettire l'altro.



Gli altri componenti della famiglia Hinata erano già sotto all'ombrellone: Natsu era seduta sulla sabbia a giocare insieme ad una sua amichetta, il padre era in piedi mentre parlava con alcuni signori e la madre era seduta sulla sdraio intenta a leggere un libro.



Quest'ultima interruppe la lettura non appena, guardando distrattamente il mare per controllare dove fossero i due adolescenti, notò un qualcosa di insolito: scorgeva da lontano il più alto che portava sulle spalle suo figlio.



A prima vista si allarmò, pensando che il rossiccio si fosse fatto male cadendo o avesse preso una distorsione.



Si alzò dalla sdraio con l'intenzione di andare verso di loro, fermandosi non appena sentì la voce del suo primogenito parlare.



"Ciao mamma! Siamo ritornati!" esclamò con voce allegra, il centrale, alzando un braccio per salutare la castana.



Teneva ben premuto il lembo di pelle incriminato contro una delle braccia avvolte attorno al collo di Kageyama, facendo credere fosse solamente appoggiato.



"Tutto bene?" chiese con tono preoccupato, Maya, analizzando velocemente con lo sguardo se ci fosse qualche ferita visibile ad occhio nudo.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now