Capitolo 13

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Hinata pedalava il più in fretta possibile, dirigendosi verso l'indirizzo che gli aveva lasciato il castano.


Sfrecciava per le stradine di Miyagi alla velocità della luce, tant'è che pensava che sarebbe caduto se non avesse rallentato un po'.


Arrivò a quell'indirizzo, ritrovandosi dinanzi una serie di case.


Cercò il numero civico che gli aveva lasciato Oikawa, trovando quello appartenente alla casa di Kageyama.



Appoggiò la bici accanto al muretto della casa, legandola ad una sbarra di ferro dal quale fuoriuscivano delle piante.


Vi era infatti un cancelletto chiuso che lasciava intravedere un piccolo giardino con al centro un sentiero in pietra, che portava poi al portone della dimora del corvino.


Bussò per prima cosa il citofono di quel cancello, attendendo che qualcuno gli rispondesse.


"Chi è?" domandò una voce femminile.


"Salve, mi chiamo Hinata Shoyo, sono un amico di Kageyama. Sono venuto qui per portargli gli appunti di questa mattina che ho preso a scuola" spiegò il rossiccio.


"Certo caro, entra pure!" rispose con tono gentile colei che Shoyo presumeva fosse la mamma dell'alzatore.



Con un rumore elettronico il cancello si aprì ed Hinata oltrepassò quel piccolo giardinetto dall'aria accogliente e ben curato che continuava anche sul retro della casa.


Stava proprio per raggiungere il portone, quando improvvisamente spuntò un cane dal retro, il quale iniziò ad abbaiare e a correre verso l'ospite.


Appena vide Hinata, lo raggiunse con qualche saltello, scodinzolando felice ed emettendo un altro vigoroso abbaio.


"Ma ciao!" esclamò sottovoce il piccoletto, iniziando ad accarezzare l'animale domestico che lo stava riempendo di feste.


Era un dolcissimo San Bernardo, dal grosso e morbido pelo bianco e marrone.


Date le dimensioni, doveva avere circa 2 anni, siccome non era ancora molto grande, bensì di media taglia.


"Da piccolo mi sarebbe piaciuto molto avere un cagnolino" sussurrò sorridendo inginocchiato dinanzi al cagnolino che, con i suoi occhi azzurri, lo scrutava con la lingua di fuori, godendosi le carezze dell'altro.


"Scusami tanto caro, noto che sei stato agguantato da Alaska. Scusalo, ma quando vede persone nuove non si trattiene dalla felicità ed inizia a fare feste a chiunque!" rise leggermente una signora che apparve da dietro il portone.


Se prima pensava fosse la mamma di Kageyama, ora ne era certo: aveva dei capelli lisci, lunghi sotto le spalle e dello stesso colore del corvino, così come gli occhi notevolmente somiglianti a due mirtilli.


Era magra e formosa, anche abbastanza alta, ma non quanto Tobio.


Era davvero elegante, ma aveva un viso dai tratti gentili e accoglienti.


"Si figuri, mi piacciono molto i cani" la rassicurò, Shoyo, posando un'ultima volta il palmo sul capo del cagnolino che ora era tra le braccia della sua padrona.


My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora