Capitolo 126

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"SHOYOOO!" esclamarono in maniera stridula due voci non appena la porta della stanza fu aperta, risuonando tra quelle quattro mura e seguite dal rumore di passi frettolosi che presero ad avvicinarsi sempre di più al letto di Shoyo.



La visuale di quest'ultimo fu oscurata completamente nell'arco di qualche istante, scorgendo appena due persone scattare verso di lui, e quando riaprì i suoi occhi ambra notò alcune ciocche sia bionde sia grigie solleticargli le gote.



"Kenma? Bokuto?" domandò, il tono intriso di una punta di incertezza che scomparì non appena constatò che le braccia che gli avevano circondato i fianchi e lo stavano stringendo forte appartenevano esattamente ai due ragazzi sopracitati, seppur non riuscisse a scorgerne i visi soffocati contro il suo petto.



"Shoyo!" urlò improvvisamente, Kozume, alzando il capo in direzione del rossiccio e rivelando il suo volto corrucciato dal pianto, un rivolo di muco che gli colava da una narice e le lacrime che scorrevano a fiotti dai suoi occhi dorati.



"Mi sono preoccupato così tanto Shoyo! Non rifare mai più una cosa simile!" portò le sue esili braccia ad avvolgergli l'intero capo, il biondo, posando la guancia contro la chioma arruffata del migliore amico e strusciandola contro le ciocche in maniera affettuosa e protettiva, continuando a piangere come un bambino di tre anni sotto lo sguardo visibilmente scosso di Hinata e quello perplesso di Kageyama, il quale si stava limitando ad osservare la scena in religioso silenzio, non sapendo se ridere o commuoversi.



"Kenma-" provò a chiamarlo, Shoyo, venendo prontamente interrotto dalle mani dell'alzatore del Nekoma che si posarono violentemente ai lati del suo viso, stringendogli le guance tra i palmi.



"MA CHE DIAMINE TI HA DETTO IL CERVELLO?! Devi sempre stare attento quando vai in bici, soprattutto se fuori è buio! Vedi, non mi ascolti mai! Sei un nano testardo di merda! Ecco cosa sei! Accidenti a te! Ti è sembrata una mossa saggia metterti a pedalare di sera mentre stavi piangendo come un bambino?! Ma tu il cervello ce l'hai per bellezza o magari pensi di utilizzarlo qualche volta?! Lo sai che non puoi agire sempre liberamente solo perché ne hai uno nella tua testolina? Non basta averne uno, VA UTILIZZATO! TI CI VORREBBE UN BABY-SITTER, COSÌ MAGARI SMETTI DI COMBINARE GUAI!" gridò a qualche centimetro dal viso dell'altro, Kenma, improvvisamente irato e facendo prevalere il suo lato responsabile, il quale solitamente gli conferiva le somiglianze di una madre iper-protettiva, mentre il volto si corrugava in maniera quasi innaturale ed estremamente inquietante dalla rabbia dinanzi l'espressione da cane bastonato che, con fare colpevole, aveva assunto Shoyo.



"Io... mi dispiac-" tentò nuovamente a parlare, il centrale, questa volta non con il tono rassicurante che aveva utilizzato per tranquillizzare il migliore amico in lacrime, bensì con pentimento e tristezza, fino a quando una terza voce sovrastò la sua.



"Hinata! Mi dispiace così tanto di non esser venuto a trovarti prima! Ma sono finito in punizione perché ho avuto un'insufficienza in matematica! Scusami tanto Hinata! Prometto che la prossima volta otterrò la sufficienza solo per te!" entrò improvvisamente in scena, Kotaro, sollevando la faccia dal petto di Shoyo, l'espressione aggrottata e gli occhi grondanti di decine di gocce salate che percorrevano il viso dai tratti affilati, infrangendosi contro il lenzuolo del letto che andava a coprire sino al busto del paziente.



"Non preoccu-".



"Sono imperdonabile, lo so!" sentenziò, il capitano del Fukurodani, prima che il più basso potesse finir di parlare, convinto che quest'ultimo avesse intenzione di ammonirlo, depositando nuovamente la sua faccia contro il petto del piccoletto e riversando ulteriori lacrime.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora