Capitolo 103

2K 167 488
                                    

Tobio si guardava intorno, facendo scorrere per tutta la sua stanza le iridi bluastre ininterrottamente, il panico dentro di esse non appena si rese conto di un piccolo dettaglio mancante nella sua stanza.



Si precipitò all'istante in direzione della sua scrivania, spostando bruscamente ogni oggetto poggiato sulla sua superficie liscia, alla ricerca di quel maledetto pezzo di carta.



Controllò e analizzò scrupolosamente ogni cassetto, anta dell'armadio o mobile della sua camera, ribaltando addirittura anche il materasso del letto, mentre il terrore cresceva dentro di sé ad ogni secondo che passava.



Tra i vestiti, le scarpe, l'intimo: cercò in qualsiasi elemento materiale dotato di tridimensionalità, non trovando, però, ciò che cercava.



Diede un'occhiata anche nel borsone che utilizzava per la palestra e nello zaino, non ottenendo il risultato che sperava.



Era anche tentato di irrompere in camera di Miwa per ispezionarne ogni angolo, ma decise di ricomporsi e prendere un respiro profondo prima di compiere un qualsiasi atto estremo.



"Dove... dove l'ho lasciato l'ultima volta che l'ho visto?" mormorò fra sé e sé, massaggiandosi le tempie, come se stesse provando a mettere in moto il suo cervello e la sua memoria.



Ma la risposta a cui giungeva era sempre la stessa: il posto in cui solitamente riponeva quella lettera, era la scrivania.



Istintivamente il suo sguardo finì su di essa, guardandola intensamente, quasi sperasse che quel biglietto potesse materializzarvisi sopra da un momento all'altro.



Cacciò un sospiro affranto, la gola che gli bruciava per il bisogno di piangere e di urlare che percepiva dentro di sé, ma che non riusciva a manifestare per stanchezza; era davvero stanco di tutto ciò, e la vita pareva non aver intenzione di dargli tregua.



Non poteva aver perso quella lettera, non voleva nemmeno pensare di poterla aver persa, semplicemente non voleva accettarlo.



Non era mai stato una persona dalla grande organizzazione, a volte Tobio era un vero e proprio sbadato, ma non si sarebbe mai perdonato se la avesse persa, soprattutto senza averne mai letto il contenuto.



Serrò i denti, chiudendo gli occhi e desiderando di sprofondare in quell'oscurità che in quel momento gli si parava davanti agli occhi.



Doveva assolutamente leggere il contenuto di quella lettera, o non sarebbe più riuscito a vivere serenamente, tormentato da quelle che erano state effettivamente le ultime parole che Kazuyo gli aveva dedicato e scritto appositamente poco prima di lasciarlo.



Un vuoto ancor più grande parve espandersi nel suo petto, vuoto che quella lettera, in grossomodo, era riuscito a colmare, avendola sempre individuata come l'unica cosa che gli era rimasta di suo nonno.



Decise, però, di non perder tempo tra i suoi pensieri ed i suoi rimpianti: avrebbe pensato in seguito a darsi tutte le colpe del mondo e ad attribuirsi tutti gli aggettivi più offensivi per la sua stupidità, ma in quel momento la sua priorità era un'altra.



Percorse velocemente l'intera stanza -anche se, in quel momento, sepolta da ogni tipo di indumento, aveva più le somiglianze di una discarica- con lo sguardo un'ultima volta, sperando potesse saltargli all'occhio quel pezzo di carta ma, come aveva appurato dopo aver svuotato ogni cassetto, nella sua stanza, decisamente, non vi era traccia della lettera lasciatagli da suo nonno.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Where stories live. Discover now