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Apro gli occhi lentamente, sentendo una stanchezza mai provata prima, mi guardo attorno e noto di essere in una stanza completamente bianca, sento qualcosa darmi fastidio nelle braccia, sono le ferite ancora fresche coperte da grandi cerotti e la flebo, solo ora mi rendo conto di essere stesa in un lettino d'ospedale; muovo leggermente la testa, ma qualche giramento subito mi fa cambiare idea, ho la nausea e mi fa male lo stomaco, probabilmente a causa del fatto che non tocco cibo da giorni e per migliorare il tutto, mi sono pure ubriacata. I miei pensieri vengono interrotti dall'entrata di Dafne, ha un'espressione triste in volto, facendomi così sentire in colpa per essere stesa su questo letto, chiude la porta con lentezza, quasi avesse paura di svegliarmi, e poi si volta verso di me; il suo viso improvvisamente si illumina e subito corre fuori, avvisando sicuramente i medici.

"Ben svegliata Luna, come ti senti?" mi chiede il medico entrando nella stanza seguito da un'infermiera.

"Stanca e confusa" rispondo sentendo il mio corpo pesante come non mai, mentre l'uomo di mezza età si avvicina a me.

"Ti ricordi quello che è successo?" mi domanda sicuramente cercando di capire il mio quadro clinico.

"Mi ricordo solo che ho bevuto molto e poi sono svenuta, credo" rispondo un po' in imbarazzo per la mia memoria a breve termine.

"Ma perché mi trovo qui? Soprattutto da quanto tempo sono qui?" chiedo sempre più confusa avendo perso la cognizione del tempo, dopo aver dormito per chissà quanto.

"Innanzitutto, non è stato solo uno semplice svenimento, hai bevuto metà bottiglia di alcool a stomaco vuoto, se non ti avessi fatto subito una lavanda gastrica, saresti potuta finire in coma etilico con gravi conseguenze" replica serio facendomi capire quanto ho rischiato con una, per me, semplice cazzata.

"Sei qui quasi da una settimana, ormai pensavamo fossi entrata in coma, invece probabilmente hai avuto bisogno di più tempo per smaltire del tutto l'alcool e i suoi effetti" aggiunge sollevato dal fatto che io ora sia sveglia e non bloccata in un sonno profondo.

Solo ora capisco il motivo per cui sono stata per molto tempo in quel luogo buio e freddo, per cui i miei ricordi si susseguivano davanti a me, facendomi vedere tutta la mia vita, e soprattutto capisco il motivo di quella scelta che spettava solo me, prendere le mani dei miei amici e seguirli, come ho fatto, risvegliandomi oppure restare in quel posto, lasciandomi così pian piano sprofondare in un coma da cui mi sarei risvegliata fra giorni, mesi, anni o forse mai più.

"Va tutto bene? Come ti senti?" mi chiede nuovamente guardandomi con attenzione, mentre l'infermiera, ferma fino a qualche minuto fa, inizia a misurarmi la pressione, dopo aver controllato la flebo.

"Non molto bene, mi gira la testa, ho la nausea e un dolore forte allo stomaco" rispondo elencando i sintomi che sto sentendo in questo momento.

"Nella tua situazione è normale, hai solo bisogno di riposo, cibo e medicine, devi fare tutto regolarmente e ritornare pian piano alla tua vita di sempre" replica accennando un sorriso rassicurandomi e trasmettendomi anche forza, che ora come ora non sento.

Il medico, senza aggiungere altro, inizia a controllare i miei riflessi, la respirazione, il battito cardiaco e tutti i controlli che si fanno ad un paziente, dopo il suo risveglio; mi volto verso l'infermiera e noto che sta cambiando la flebo, quando vede che la sto fissando, mi sorride, non capisco se sia sincero o compassionevole, ma sta di fatto che subito accenno un sorriso in risposta.

"È tutto apposto, se non sei troppo stanca, posso fare entrare la tua famiglia" afferma il medico finendo di controllarmi ed avviandosi verso la porta.

"Va bene, li faccia pure entrare" rispondo gentile, anche se non ho per niente voglia di vedere qualcuno in questo stato, ma sono pur sempre la mia famiglia.

So Different, So Similar {BTS||FF}Where stories live. Discover now