L'Amor Perduto (Parte V)

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Alizée, per quanto detestasse la compagnia intima dei lupi, negli ultimi anni era diventata un'assidua frequentatrice di locali situati nelle vicinanze della Tana. Questo perché ogni volta che finiva la serata, benché tornasse a casa con un feroce mal di testa e la nausea, offerte dall'alcool, nei giorni successivi si sentiva molto, molto meglio di come stava generalmente. E una parte di lei sapeva benissimo che questo dipendeva dalla vicinanza alla Tana e quindi al cuore pulsante del potere lupino.

Al "Avatar", poi, c'erano sempre serate interessanti.

Il locale era un vecchio albergo abbandonato, dove ogni piano ospitava camere diverse, in cui i suoi abitanti erano vestiti al tema sessuale preferito.

Eleganti abiti ottocenteschi, stracci del Neolitico, vesti clericali, bondage e molti altri stili. Ognuno decideva il suo preferito e raggiungeva la propria meta, cosciente di poter dissetare la propria fantasia sessuale senza essere giudicato da nessuno. Naturalmente erano ben accetti anche i soli spettatori, come lei, che non disdegnava ubriacarsi mentre intorno a lei si accoppiavano individui di ogni tipologia, previo teatrino alle volte, cosa che rendeva tutto più credibile.

Non avendo indossato quindi alcun abito particolare, nessuno poteva infastidirla.

Raggiunse la sala con le bende, al primo piano, dove le persone sembravano tutte delle mummie, ma decise di cambiare stanza rapidamente, notando, suo malgrado, che c'era anche suo fratello.

E se c'era lui, certamente c'erano anche Lara e Falko.

Dolorosamente poi, dovette ammettere che, oltre a quei due, la sua mente aveva pensato anche a un'altra persona che era possibile avrebbe trovato lì e, ne era assolutamente certa, l'avrebbe trovata in uno dei pochi saloni dove non si scopava, ma si parlava e si beveva. In genere come preludio alla scelta di qualche camera.

Doveva immaginarsi che Rich e i suoi amici si sarebbero radunati proprio lì. Le serate all'Avatar erano molto famose e ovviamente venivano organizzate poche volte al mese, per questo era presumibile che ci trovasse anche loro. Aveva avuto fin troppa fortuna a non averli incontrati nei giorni precedenti.

Percorse distrattamente il corridoio quando vide una ragazza spingere, ridacchiante, un altro ragazzo, fuori dalla sala degli alcolici. Lo attaccaccò poi al muro, mentre si appropriava della sua gola e andava a liberarlo dell'articolata veste ottocentesca.

Una ragazza fece per raggiungerli ma, prima di unirsi a loro, non poté che notare Alizée, paralizzata davanti alla scena.

-Oh, sembra che la piccina voglia unirsi a noi... e tu saresti tanto gentile con lei. Vero, tesoro?-

Ian, perché era proprio lui la motivazione del blocco della Quarta, spostò gli occhi azzurri e velati sulla ragazza, tornando all'altra e scandendo -Ignorala, è solo una Spettatrice... e così vuole restare.-

Alì avvertì la chiara critica davanti alle sue parole e abbassò il viso, non potendo che dargli ragione.

Questo era vero.

Aveva smesso di mettersi in gioco...

Benché colpita dalle sue parole, riuscì a dare le spalle ai tre e a muoversi verso le scale, per raggiungere il piano superiore e cercare lì da bere, ma, improvvisamente, dalla stanza anonima, dove ogni persona era completamente coperta a meno di poche aree specifiche del proprio corpo, sbucò qualcuno che indossava una tunica, sembrava un fantasma.

Un fantasma che però aveva le mani libere e che le afferrò le spalle, attaccandola al muro -Ecco la bugiarda!-

L'accusò, lasciandola allibita mentre lo vedeva far uscire il suo pene rigido da un buco nel telo. Delle unghie acuminate occuparono la sua mano e capì che con quelle sarebbe riuscito a strapparle di dosso ogni vestito, ma anche la pelle, se avesse voluto.

V.  I TitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora