Non-fidanzati gelosi (Parte III)

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Quando lo Smith tornò, si sorprese di vederla buona sul letto, a pancia in giù, mezza nuda e con le braccia lungo il torace, probabilmente nel tentativo di coprire le porzioni di seno sfuggite al suo controllo.

-Comoda?- le domandò, divertito, levandosi la canottiera che indossava in casa e vedendola voltarsi indietro, arrossendo -Perché ti stai spogliando!?-

-Perché non ho la benché minima intenzione di sporcare di olio la mia roba... e poi non sei certo costretta a guardarmi se ti faccio tanto schifo.- le rifilò, vedendola assumere un'espressione allibita -Sai benissimo che non l'ho detto per quello, non provare a offenderti!-

E lo vide accostarsi a lei, frapponendosi fra le sue cosce, mentre le passava le mani sulla schiena, come se la stesse controllando.

-N-no...! Non... non puoi stare lì!-

-E dove dovrei stare? Forza, giù la testa...-

-Ma non puoi! E non fare quella faccia innocente! Sai benissimo il perché!-

Continuò lei, con la testa ruotata indietro, per guardarlo severa. Lui abbassò gli occhi fra i loro bacini accostati e poi li rialzò su di lei, annoiato -Cosa vorresti sentire coi jeans?! E poi sono vestito lì sotto... se dovesse iniziare a stiracchiarsi mi sposterò.- la rassicurò, con fare molto naturale e lei restò boccheggiante davanti a quella replica, anche se per poco -Ma non esiste, Raul!- e fece per tirare su il sedere, cercando di staccarsi ma lui l'afferrò saldamente e l'abbassò, deciso -Ma... perché hai tutta questa paura, adesso? L'altra notte eravamo appiccicati e non è successo un bel niente, sta' tranquilla!-

Su quello non poteva proprio dargli torto. Fece comunque per ribattere ma lui l'anticipò, allungando la mano verso il suo mento e spingendolo a stare sul cuscino -Metti giù la testa e rilassati, su. Non sento...-

E prese a tastarla con più decisione, pressando ai lati della colonna con i pollici e muovendosi verso il collo, mentre le altre dita sembravano pressare in punti apparentemente casuali sulla schiena.

Dopo qualche momento, la vide di nuovo voltare il capo indietro, anche se era poggiata al cuscino, con l'occhio lo guardava, anche se lui sembrava piuttosto concentrato -Cosa devi sentire?-

-Noi vampiri abbiamo una percezione molto profonda del corpo, riusciamo a seguire e stuzzicare la stimolazione nervosa con la magia, allentando o irrigidendo muscoli, possiamo anche controllare la circolazione riuscendo a provocare... diversi tipi di sensazioni indotte, senza produrle direttamente.-

La ragazza rimase sorpresa nel sentirlo parlare così professionalmente e constatò -Sembri sapere quello che fai...-

-Certo, dopo la scuola ho seguito un corso approfondito alla corte. La magia può fare molte cose... non solo fulminare la gente.- la provocò, guardandola solo in quel momento e vedendola arrossire -Lo so.-

Lui strinse le labbra divertito e si mise dritto, andando a prendere il barattolo. Eliza osservò i suoi movimenti e non poté evitare di commentare, quando lo vide immergere le dita nel liquido ambrato -E' molto denso... sembra miele.-

-Sembra che qualcuno non voglia proprio rilassarsi, oggi, eh?- la sgridò lui, a quel punto, sentendola sbuffare, scontenta, costretta a guardare altrove.

-Obbedisci, coraggio. Metti la testa giù, chiudi gli occhi e, soprattutto, chiudi la bocca. Vedrai che ti sentirai molto meglio... e le mie orecchie insieme a te.-

La provocò, mentre iniziava a manipolare quella sorta di olio fra le mani, era un po' freddo, ma con il calore delle dita e della schiena si sarebbe fatto più fluido. Eliza a quel punto si arrese, anche se si sentiva a disagio a non poter valutare i suoi movimenti... non era affatto solita lasciare che gli altri la toccassero senza tenerli sotto controllo.

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now