Una calda Vigilia di Natale (Parte VIII)

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-E dov'eri tu, quando tua figlia passava tutto questo?-

-Beh, quando raggiunsi Aurora per conoscere mia figlia...- e lì Darco lo guardò schifato -Sua nonna mi disse che era un mostro e mi raccontò cosa aveva fatto, così... me ne andai.-

-Complimenti, un coraggio da Grifone.- e scosse il capo, Darco, tornando sulla ragazza e considerando che non c'era degno di lei, in quella famiglia. Si chiese come era riuscita a crescere con tutti quei principi, se nessuno le poteva aver insegnato nulla.

-Beh, io e Aurora avevamo litigato... in realtà io non ero affatto pronto a mettere su famiglia, ma lei ha voluto andare avanti comunque. E' sempre stata una testa dura...-

Darco storse la bocca, del tutto disinteressato da quelle informazioni che per lui non avevano alcun peso -Per un bisticcio adolescenziale hai lasciato la vita di un innocente nelle mani di una persona piena di rancore, cosa che sapevi.-

-La nonna di Monica è una donna molto convincente. Mi ha pregato di non lasciarmi coinvolgere dalla bambina, che se ne stavano già occupando gli Auror e che io non avrei potuto fare niente per aiutarla. Mi disse che era una bambina malata, incapace di gestire i propri poteri e che sarebbe stato solo questione di tempo prima che riuscisse a farsi male da sola. Solo dopo, Monica ha scoperto che tutta la storia, la vera storia, era stata tenuta insabbiata proprio dalla nonna. Aveva chiesto agli Auror di non dire nulla così da poter crescere la nipote senza sensi di colpa verso gli zii, senza sapere mai quanto fosse terribile la verità.-

-E invece ne ha approfittato per raccontarle una storia anche una peggiore, dove era stata proprio Monica a voler eliminare tutta la famiglia.- concluse Darco e Huder annuì -Esattamente, le disse che era malvagia sin da quando è venuta al mondo e... che avrebbe distrutto anche la famiglia che avrebbe creato, un giorno.-

Darco era divenuto una statua di marmo ormai "Adesso si capiscono molte cose..."

Eppure non si sentiva grato a quell'uomo, infatti la sua presenza lo stava infastidendo sempre di più. "Un uomo banale e smidollato, non capisco proprio con quale coraggio si sia ripresentato. Anche se è naturale che lei si reputi ancora un'orfana."

-E adesso che cosa vuole da lei!? Dopo averla abbandonata a se stessa, pensa di tornare e cosa?- lo accusò, senza il minimo pudore e con rinnovato disgusto nello sguardo.

Il bruno parve rimanere offeso dalle sue parole -Beh, non tutti sono impeccabili nella vita! Si fanno degli errori e... ora che mia figlia è maggiorenne sto cercando di recuperare il nostro rapporto.-

E Darco, che pensava di essersi perso il compleanno della ragazza, domandò -Adesso? E' diventata maggiorenne da poco!?-

E l'uomo parve perplesso -Sei il suo ragazzo e non sai che compie gli anni d'estate?!-

Darco glissò ampiamente. -Quindi è da tempo che è tornato!-

-Sì, ma non voleva avere niente a che fare con me, di recente però mi ha ricontattato, quindi deve averci ripensato... in ogni caso non me la racconti giusta! Non ti racconta niente di quello che le succede!? Non si fida affatto di te!-

E Darco che continuava a osservarlo duramente non si sprecò certo a rispondergli.

I due litiganti non si erano accorti che Monica nel frattempo si era svegliata e, approfittando della distrazione di Darco, gli poggiò una mano sul ventre e puntò il palmo dell'altra mano contro il padre -Stupeficium!- e l'individuo, che aveva appena finito di parlare, venne preso in pieno dall'incantesimo e sbattuto contro il muro. Aveva perso i sensi.

Monica, incredula davanti a ciò che era riuscita a fare, si guardò la mano sorpresa e Darco le chiese: -Perché hai sfruttato me?-

Lei gli lanciò un'occhiata rapida, tornando al suo palmo "Non ho esitato un istante. Sapevo che avrebbe funzionato, come sapevo che Darco sarebbe corso qui, se l'avessi chiamato."

V.  I TitaniWhere stories live. Discover now